Quando finalmente tutto ha un senso - Luca 24,13-35

Predicatore: Clay Kannard

Dio Padre, ti preghiamo nel nome di Dio Figlio e ti chiediamo che, con la forza di Dio Spirito le tue parole portino frutto nei nostri cuori. Amen.

Dopo essere stato tradito e abbandonato, Gesù fu inchiodato alla croce dove esalò l'ultimo respiro. Ma non fu il suo ultimo respiro. Il terzo giorno dopo la sua morte, alcuni discepoli di Gesù scoprirono la sua tomba vuota e incontrarono due messaggeri celesti. Questi messaggeri dissero loro che Gesù era risorto dai morti, proprio come aveva detto loro. Quando le donne tornarono per raccontare agli altri discepoli l'accaduto, tutti, tranne Pietro e il discepolo che Gesù amava (Gv 20,3-10), dubitarono dei fatti. Un Cristo risorto? Sono discorsi sciocchi. Questo tipo di discorso non aveva senso. In realtà, nulla aveva senso. Avevano visto i miracoli di Gesù, avevano camminato con lui per 3 anni. Avevano sentito le sue affermazioni di essere il Messia. Credevano che fosse colui che era venuto a stabilire il Regno di Dio e a distruggere i loro oppressori. Invece, fu Gesù a essere distrutto, tradito, picchiato, inchiodato a una croce e ucciso. Com'è possibile? Non aveva alcun senso. Continuiamo ora la storia nel capitolo 24 e versetto 13 di Luca. È lo stesso giorno in cui le donne scoprirono la tomba vuota. Luca ci porta a fianco di una coppia di discepoli di Gesù che avevano appena lasciato Gerusalemme per recarsi in una piccola città chiamata Emmaus, a circa 9 chilometri di distanza dal luogo in cui Gesù era morto.

1. Cristo, il compagno nel bisogno (13-24)
Essi erano sulla strada per Emmaus e non aveva alcun senso. Forse si erano sbagliati su Gesù. Sopraffatti dalla tristezza e con la testa bassa, camminavano in cerca di risposte. Non riuscivano a pensare ad altro. Non riuscivano a parlare d'altro. Per quanto cercassero di capire cosa fosse appena successo a Gesù, non ci riuscivano. In quel momento di confusione e tristezza, Gesù si avvicinò ai due discepoli e iniziò a camminare al loro fianco. Ma nel loro stato spirituale, non erano in grado di riconoscere il Cristo risorto. Il versetto 16 dice che i loro occhi erano impediti dal riconoscere Gesù. Era proprio come aveva profetizzato Isaia (Is 6,9) e confermato Cristo (Luca 8,10): "Ascoltate, sì, ma senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!". Eppure, nella loro cecità e confusione spirituale, il loro Maestro si è affiancato a loro. Cominciò a camminare con loro nella loro tristezza, in questo momento di bisogno, in questo stato di confusione, e chiese loro: "Di che cosa state parlando?" (17). Sei serio? Ti sei nascosto sotto un cammello?! Cleopa era rimasto scioccato che il loro nuovo compagno di viaggio non sapesse cosa era successo a Gerusalemme (18). Tutti sapevano cosa era successo durante il fine settimana! Naturalmente, Gesù sapeva cosa era successo. Lo sapeva meglio di chiunque altro!

Dal versetto 19 al 24 vediamo il Vangelo secondo Cleopa. Era il Vangelo di Gesù di Nazareth, un uomo di Dio, un profeta potente in parole e opere davanti a tutti i popoli (19). Ma fu ucciso, crocifisso dai capi religiosi (20). Pensavamo che fosse il Messia promesso, ma fu ucciso (21). Ma ciò che ci confondeva ancora di più era la sua tomba vuota, e che alcuni dei nostri amici avevano sentito che era vivo, ma nessuno lo aveva visto (21-24). La buona notizia secondo Cleopa non era affatto una buona notizia! Era un Vangelo incompleto perché vedeva Cristo solo come un profeta, solo come un potenziale Messia venuto a stabilire un regno terreno. Il Gesù del Vangelo secondo Cleopa alla fine fu sconfitto e cancellato. Il Vangelo di Cleopa non aveva spazio per un Messia sofferente, un Messia crocifisso, un Messia risorto a capo di un regno celeste. Sarebbe stato insensato! Proprio come disse Paolo ai Corinzi, la croce di Cristo è stoltezza per un mondo che perisce (1 Cor 1,18). Che speranza c'è per un mondo che perisce?

Amici, un compagno risorto è speranza per un mondo che sta perendo. E questo è esattamente colui che era venuto a camminare al fianco dei discepoli. Avevano bisogno di una nuova comprensione. Avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a dare un senso a tutto questo. Ne parlavano e cercavano di dare un senso a tutto questo attraverso i propri ragionamenti. Ricordate, non si trattava di persone che avevano rinnegato Gesù. Cercavano la verità! Avevano creduto in Lui! Ma quando non tutto sembrava non avere più senso, rimasero sopraffatti dalla tristezza, spiritualmente ciechi, incapaci di vedere chiaramente. Avevano bisogno di un compagno che li affiancasse nella loro ricerca, nella loro confusione, nella loro tristezza, per aiutarli a dare un senso a tutto questo. E anche se non se ne erano ancora resi conto, un compagno è esattamente quello che hanno trovato in Gesù. Cristo è un compagno per chi è nel bisogno. Gesù non li ha lasciati su quella strada a continuare a soffrire e a vagare nella loro confusione. All'inizio del suo ministero, Gesù aveva detto di essere venuto per dare la vista ai ciechi! E così si avvicinò a loro sulla strada di Emmaus.

Chiesa, facciamo lo stesso con chi cerca la verità ma fatica a trovare un senso a tutto questo? Ascoltiamo i nostri fratelli e sorelle con pazienza? Camminiamo al loro fianco, ponendo loro domande per capire dove potrebbero non riuscire a vedere il mondo alla luce della Parola di Dio? Il ragionamento umano soltanto non regge perché è stato contaminato dal peccato. Ma la Parola di Dio non ci delude mai. Oggi egli manda il suo popolo, i nostri fratelli e sorelle in Cristo, ad affiancarci quando non riusciamo a vedere la nostra situazione attuale alla luce della Parola di Dio. Egli manda pastori e anziani a camminare pazientemente al nostro fianco nel momento del bisogno, affinché possiamo riallineare la nostra speranza in Lui; affinché possiamo reimpostare le nostre aspettative su cosa significhi servire Gesù, non secondo ragionamenti umani soltanto o desideri emotivi soltanto, ma secondo la Parola di Dio.

Amici, Gesù è un compagno che si avvicina a chi è in difficoltà. È il buon pastore che si affianca al popolo di Dio quando è smarrito e confuso. Si avvicina per ridare loro la vista, per rinnovare la loro comprensione di un mondo che non è privo di significato, ma sotto il controllo sovrano del Creatore, un Dio eterno e santo. La vita e l'insegnamento di Gesù rispondono alle nostre domande ponendoci degli interrogativi, rivelando le nostre idee sbagliate, affinché possiamo avere un momento di chiarezza sul perché della nostra confusione. Cristo è un compagno per chi è nel bisogno.

2. Cristo, la chiave per comprendere (25-32)
I discepoli sulla strada di Emmaus conoscevano le Scritture, ma non le comprendevano appieno. Così Cristo si è affiancato a loro per rivelare che è lui la chiave per comprendere le Scritture. Cristo è la chiave per comprendere! Al versetto 25 Gesù rimprovera i suoi discepoli perché erano lenti di cuore a credere a ciò che i profeti avevano detto (cioè le Scritture). Poi inizia a mostrare loro, in tutte le Scritture, da Mosè ai Profeti ai Salmi, come il Cristo abbia dovuto soffrire per entrare nella sua gloria. Genesi aveva preannunziato che il seme della donna - un uomo – avrebbe sofferto prima di trionfare sul serpente (Gen. 3,15). Gesù è il seme della donna che è stato contuso mentre schiacciava Satana. Esodo mostra il popolo di Dio salvato attraverso la morte di un agnello pasquale senza macchia (Esodo 12,13) e Levitico sottolinea il perdono attraverso il sangue sacrificale (Lev 16,14-16). Gesù è l'agnello di Dio senza peccato che ha offerto il suo corpo e il suo sangue per i nostri peccati. Numeri usa l'immagine di un serpente di bronzo sollevato in alto per la guarigione del popolo (Num. 21:9). Gesù è stato innalzato sulla croce, affinché noi potessimo essere guariti guardando a Lui con fede. Deuteronomio rivela la grazia per i maledetti che rompono l'alleanza attraverso l'altare cosparso di sangue (Dt 27,1-26). Gesù ci offre una nuova alleanza per grazia di Dio quando espia i nostri peccati. Isaia aveva profetizzato che il Salvatore sarebbe stato ferito per le nostre iniquità e trafitto per le nostre trasgressioni (Is 53,5) e Geremia disse che il Salvatore sarebbe stato deriso e percosso (Ger 20,7-10). E così è successo a Gesù. Il Salmo 22 diceva che il Re sarebbe morto, sarebbe stato abbandonato da Dio, circondato da nemici che gli avrebbero trafitto mani e piedi. E così è successo a Gesù. Ma la Scrittura non ha solo predetto la morte sofferta del Salvatore, ha anche indicato la sua risurrezione. Lo vediamo nella fede di Abramo che credeva che Dio avrebbe risuscitato suo figlio dai morti (Gen 22; Eb 11,17-19). Lo vediamo nel canto di Giona che trascorse tre giorni nel ventre di un grande pesce, come Cristo trascorse tre giorni nella tomba (Mt 12,39). Lo vediamo nel Salmo 16, dove il Santo non è abbandonato alla tomba, ma entra con gioia alla presenza di Dio. Lo vediamo nel Salmo 110 dove regna nella gloria alla destra del Padre.

Ovunque guardiamo nelle Scritture troviamo Gesù Cristo. Egli è l'Arca dell'alleanza, la dimora incarnata di Dio. È stato la Luce sul lampione d'oro che ha squarcito le tenebre. È stato il Sangue sull'altare e il Pane della vita nel tempio che ha portato guarigione e nutrimento al popolo di Dio con il suo stesso sangue e corpo. Gesù è il profeta più grande di Mosè, il sacerdote più fedele di Aronne, il re più perfetto di Davide, la redenzione di Ruth da parte di Boaz, l'operatore di miracoli migliore dei profeti. Tutte le Scritture indicano Gesù, predicono la sua venuta, il suo servizio, la sua sofferenza e la sua vittoria nella risurrezione. Tutte le Scritture promettono la sua fedeltà! Vedete! La sofferenza di Gesù Cristo doveva accadere perché un Dio eterno e santo potesse giustificare persone finite e peccatrici. In quale Gesù credete? Il Gesù secondo Cleopa o il Gesù del Dio rivelato nelle Scritture? 

Gesù non è l'uomo della cultura o dell'opinione popolare. È più di un profeta, più di un insegnante, più di un esempio. Gesù è il Figlio di Dio che ha assunto la carne umana. Gesù è il filo conduttore che collega tutte le Scritture, e quindi è la chiave per comprenderle! È la chiave della Storia! È la chiave per comprendere la nostra esistenza! È la chiave per comprendere il nostro dilemma, la nostra sofferenza e la nostra unica speranza. Se non vediamo Cristo alla luce della rivelazione divinamente ispirata e inerrante - il Cristo delle Scritture - ci allontaneremo confusi e abbattuti. Ci troveremo sulla strada di Emmaus incapaci di comprendere la potenza di Dio di salvarci. Ma quando lo Spirito Santo aprirà i nostri occhi per vedere Cristo come chiave delle Scritture, vedremo il Re promesso, il Re sofferente, il Re vittorioso, il Re benevolo che comunica con noi, e improvvisamente.... tutto avrà finalmente un senso!

Oh, se vedessimo la vicinanza di Cristo, un compagno nel nostro bisogno. Oh, se vedessimo Cristo come la chiave per comprendere tutta la realtà, la chiave delle Scritture, la chiave della nostra salvezza. Oh, come i discepoli che avevano comunione con Gesù e Lo ascoltavano spiegare la Parola di Dio, vorremmo che i nostri occhi si aprissero per vederlo! Che i nostri cuori ardessero di gioia e meraviglia dentro di noi, per attirarci più a fondo nella Sua Parola! Essendo incapaci di salvare noi stessi, il perfetto Figlio di Dio, Gesù Cristo ha dato sé stesso per noi. Cristo, la chiave per comprendere.

3. Cristo, il vivente da testimoniare (33-35)
Come i discepoli invitarono Gesù a cenare con loro, così facciamo noi ogni volta che ci sediamo, apriamo la Parola di Dio e la leggiamo. I discepoli erano così attratti da Gesù che volevano continuare ad ascoltarlo, e così lo invitarono a cena. Quando Gesù pregò per il pasto e spezzò il pane, i loro occhi si aprirono e lo riconobbero (30-31). Colui che aveva sfamato i cinquemila era proprio lì. Colui che tre giorni prima aveva spezzato il pane e aveva detto loro di mangiarlo per ricordare il suo corpo spezzato per loro, era proprio lì. I loro occhi si erano aperti per vedere Gesù nella Parola di Dio, e ora erano aperti per vedere Gesù nello spezzare il pane.  

Che svolta! Prima i discepoli erano convinti che Gesù fosse morto e che ogni speranza fosse perduta. Erano sulla strada di Emmaus e si allontanavano dal popolo di Dio, sgomenti, consumati dal dubbio e diretti verso l'incredulità. Le loro speranze su come sarebbe stata la vita seguendo Gesù si erano infrante ed erano confusi. Ma un compagno paziente li affiancò nel momento del bisogno. Ha dato loro la chiave per comprendere la verità della Parola di Dio. Gesù ha dato loro se stesso, aprendo i loro occhi per vedere il Cristo risorto. Ed essi tornarono immediatamente a Gerusalemme per testimoniare ai discepoli ciò che era accaduto. Le voci erano vere! Cristo era risorto davvero! Cristo, il vivente da testimoniare!

Fratelli e sorelle, non è questa la nostra storia? Anche noi eravamo persi nelle tenebre. Anche noi eravamo esclusi dal popolo di Dio. Anche noi eravamo accecati dalla realtà del nostro peccato e dal bisogno di un salvatore sofferente; qualcuno che pagasse il prezzo della nostra ribellione contro un Dio Santo. Non comprendevamo il significato di un Cristo risorto per la nostra vita. Ma attraverso la testimonanza di Cristo, nostro Signore, si è fatto conoscere. I nostri cuori hanno cominciato ad ardere dentro di noi quando lo Spirito Santo ci ha rivelato la verità delle Scritture. Eravamo pieni di dolore quando ci siamo pentiti dei nostri peccati, per poi essere riempiti di grande gioia nel vedere ciò che il Padre ha fatto in Cristo per salvarci e renderci come suoi figli. Ora tutto ha senso! La nostra esistenza ha un senso! Il nostro scopo nella vita ha senso! Il nostro bisogno di grazia ha senso! La gioia, la pace e la fiducia che abbiamo, nonostante le circostanze, hanno senso! Infine, tutto ha senso alla luce di un Cristo risorto…anche quando le cose non hanno senso. Egli è ancora sovrano, egli è vicino a noi, egli è la nostra giustizia e la nostra fonte di gioia.

Come Cleopa e l'altro discepolo, la nostra giusta risposta è testimoniare COSA conosciamo ora, CHI conosciamo ora, e COME conosciamo ora. Siamo chiamati a testimoniare di Cristo, il Re risorto che è venuto a cenare con noi, a camminare con noi, a condurci nell'eternità. Roma è una città piena di immagini del Cristo crocifisso, ma non riesce a riflettere la realtà di un Cristo risorto perché la Scrittura non ha avuto un ruolo centrale nella vita della cultura, sia secolare che religiosa. Per molti, il messaggio della croce è ancora una stoltezza (1 Cor 1,18). Finché le persone non vedranno il significato della Parola di Dio e del Cristo risorto per la loro vita, non vedranno mai la potenza di Dio nella vita, nella morte e nella risurrezione di Gesù. I loro cuori non arderanno mai con la gioia che deriva dalla conoscenza del Dio della grazia e dalla conoscenza di Cristo. Quindi, come possiamo testimoniare il Cristo vivente? Più siamo nella Sua Parola, più il nostro cuore arderà di gioia, più vorremo testimoniare di Lui! Possiamo parlare del nostro rapporto con lui ai nostri amici, vicini, colleghi di lavoro. Possiamo affiancarli nei loro dubbi e ascoltare le loro domande. Possiamo invitarli a condividere un pasto con noi, per condividere con loro ciò che Cristo è venuto a fare: "evangelizzare i poveri; per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l'anno accettevole del Signore" (Luca 4,18-19).

I discepoli sulla strada di Emmaus pensavano che Gesù fosse stato sconfitto! Oh no, al contrario! Egli era il vincitore e loro ne divennero testimoni! Come scrisse Paolo ai Colossesi:

Voi, che eravate morti nei peccati e nell'incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificato con lui, perdonandoci tutti i peccati, avendo cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; e avendo spogliato i principati e le potestà, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce (Colossesi 2,13-15).

Cristo, il vivente da testimoniare! Il Signore Gesù, di cui rendiamo testimonianza! Come Paolo fece ai Corinzi, nel 1 Corinzi 15…

Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. -1 Corinzi 15,3-6 

Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti. Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati;” -1 Corinzi15,20-22

Finalmente tutto ha un senso! Cristo RISORTO è il nostro compagno nel bisogno. Cristo RISORTO è la chiave per comprendere le Scritture. Cristo RISORTO è il vivente di cui diamo testimonianza. Amen. 

Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, ti chiediamo che la tua parola porti frutto nei nostri cuori. Grazie, o grande consolatore e compagno della nostra vita, per non averci abbandonato nel nostro peccato, ma per aver dato la tua vita al nostro posto, affinché noi potessimo vivere. Che i nostri cuori siano pieni di gioia nel vedere Cristo in tutte le Scritture, la mano del nostro Dio sovrano in tutta la storia e in tutta la vita, e che con lo Spirito possiamo testimoniare la tua salvezza, che è resa possibile attraverso il nostro Signore risorto, in ogni momento che ci concedi. Nel nome di Cristo risorto preghiamo, Amen!


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.