Adora Colui che è stato rivelato - Isaia 6,1-7
Se vogliamo lodare Dio nel modo giusto, dobbiamo vederlo per chi è, e questo è possibile solo se, e quando, Dio si rivela a noi. La parola rivelata di Dio ci dovrebbe sempre portare ad adorare colui che è stato rivelato. Ciò è particolarmente vero in questo passo della scrittura. Leggeremo una visione incredibile data al profeta Isaia, perché è una visione che dovrebbe portarci tutti quanti all’adorazione. Quindi vi voglio invitare ad aprire le vostre Bibbie a Isaia, capitolo 6. Leggeremo dal versetto 1 al versetto 7, e vedremo come siamo chiamati ad adorare colui che è stato rivelato come Supremo, Santo, e colui che rende puro.
“Isaia 6.1 Nell’anno della morte del re Uzzia vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. 2 Sopra di lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. 3 L’uno gridava all’altro e diceva: «Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!» 4 Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano, e la casa fu piena di fumo.
5 Allora io dissi: «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!» 6 Ma uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, tolto con le molle dall’altare. 7 Mi toccò con esso la bocca e disse: «Ecco, questo ti ha toccato le labbra, la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato».” (Isaia 6.1–7 NR06)
Il 2020 è stato un anno difficile, e il mondo ha festeggiato dicendo addio a mezzanotte il 31 dicembre. Ma ad essere onesti, sembra che il 2021 non stia proprio iniziando nel modo migliore. Il mondo sta ancora cercando di riprendersi da una pandemia globale. E poi, appena due settimane fa, tutto il mondo ha visto come il campidoglio americano a Washington D.C. è stato messo sotto assedio da persone che si opponevano alla transizione del potere. Ora, centinaia di soldati americani sono stati schierati nella capitale della nazione e in altre città intorno a tutta l’America aspettando la transizione da un presidente a un altro. È tempo di grande incertezza e instabilità nel mio paese d’origine.
Ma poi questa settimana passata, ed ancora oggi, nel paese che ora chiamo casa, abbiamo visto l’Italia entrare nuovamente in una crisi di governo. In mezzo a una pandemia il governo rischia di essere sciolto. Aspettiamo tutti quanti con impazienza quello che succederà ora che una transizione del potere è inevitabile. Nuovamente, è un tempo di grande incertezza e instabilità. L’incertezza e l’instabilità in tempi come i nostri portano ad ogni tipo di problema, i cuori delle persone vengono presi dalla paura, l’ansia, la preoccupazione, la frustrazione, o persino l’apatia. Tutto ciò può distrarre il popolo di Dio della nostra adorazione a Lui.
Forse vi potete immedesimare in tutto questo. Avete sentito questi sentimenti vedendo gli eventi degli ultimi 12 mesi realizzarsi intorno a voi? Penso che li abbiamo sentiti tutti quanti. Vi siete resi conto che avete messo troppe speranze in qualcosa o in qualcuno che si è rivelato inadeguato e fallimentare? Trovate difficoltà ad entrare in una mentalità di lode e uno stile di vita d’ubbidienza alla parola di Dio perché siete troppo distratti e preoccupati per gli eventi di oggi? Questa era la situazione menzionata all’inizio del capitol 6.
1. Colui che è supremo
Il versetto 1 inizia dicendo “Nell’anno della morte del re Uzzia…”, intorno al 740 a.C. Uzzia era il re del regno di Giuda. Fu incoronato re a soli 16 anni e regnò per 52 anni. Per la maggior parte della sua vita, Uzzia fece quello che era giusto agli occhi del Signore. Perciò il suo regno era uno di successo e di prosperità. Ma era anche un tempo in cui imperi malvagi diventavano sempre più forti intorno a loro e diventavano una minaccia sempre più grande per la pace del popolo di Dio. E ora, nell’anno della morte di Uzzia, il popolo di Dio si trovava senza un re, vulnerabile davanti ai nemici che volevano prendere per sé la prosperità acquisita durante il regno di Uzzia. Era un tempo di transizione molto difficile. Il popolo di Dio, coloro che furono messi da parte per conoscere, ubbidire, lodare ed adorare l’unico vero Dio, vedeva la minaccia avanzante dei loro nemici, e un trono vuoto. È QUESTO il momento esatto in cui Dio rivelò sé stesso a Isaia in una visione incredibile.
La prima cosa che vediamo è che Isaia vide colui che è rivelato come SUPREMO. “Nell’anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto e molto elevato, e i lembi del Suo mantello riempivano il tempio” (1). Isaia si trovava alla presenza di Dio, e vide il Signore in alto, elevato. Perché era elevato? Perché non esiste nessuno più grande di Lui. Perché nessuno è superiore. Perché era seduto sopra un trono? Perché solo Dio è il re Sovrano su tutto il creato. Parafrasando Kuyper, ogni molecola della sua creazione è soggetta al Suo regno sovrano, è suo. È importante ricordare che il Signore non era elevato a causa della risposta del creato nei Suoi confronti. La creazione non l’aveva elevato. Il Signore era in alto ed elevato perché è il Suo posto sopra a tutto il creato. È il Suo creato! E siccome è il Suo creato, si siede sul trono come l’eterno Re dei Re. Poi Isaia dice che i lembi del Suo mantello riempivano il tempio, toccavano tutto. È un’immagine bellissima della trascendenza e dell’immanenza di Dio messo in mostra. Il Dio che esisteva prima del Suo creato, e che è distinto dal Suo creato, è intimamente presente e attivo in tutto esso, governandolo secondo la Sua volontà divina.
Ecco Isaia, preoccupato per un trono vuoto e per il re morto, e Dio lo portò alla presenza del Re che non può morire. A Isaia venne dato questo sguardo meraviglioso della preminenza di Cristo, l’immagine del Dio invisibile (Col. 1,15), l’invincibile, eterno e immutabile Cristo della gloria, e il Dio che regna sul creato; Colui che tiene ogni cosa insieme (Col. 1,17); Colui che si è rivelato al creato; Colui che è presente nella sua creazione, e nelle nostre vite. Colui che è Supremo. Che rivelazione per Isaia da vedere! E che rivelazione anche per noi.
Fratelli e sorelle, mentre aspettiamo lo scioglimento di governi questa settimana, possiamo restare sicuri che non ci sarà mai uno scioglimento del regno di Dio. Lui regna in eterno. Che pace che ci da questa conoscenza mentre camminiamo in tempi d’incertezza! Ci dovrebbe riempire di stupore e non fare altro che guidarci nella lode e nell’adorazione, e in sottomissione e ubbidienza a Colui che fu rivelato come Supremo. Ma ad essere onesti, non lo fa sempre, vero?
Sentiamo parlare della supremazia di Dio e la Sua sovranità, e potresti anche credere in essa, ma ai piedi di quale trono ti trovi ad adorare? Cos'altro ha catturato il tuo sguardo? Cosa cerchi d’innalzare sopra a Dio nella tua vita? Prima o poi, verrà spodestato. Isaia guardava un trono vuoto con preoccupazione, e Dio disse, guardami! Dice lo stesso a noi! In mezzo all’incertezza, e nell’instabilità di quello che hai intorno, guarda colui che è elevato, e lodarLo. Adora Colui che è eterno, sovrano, coinvolto nel suo creato e nelle vite del suo popolo, Colui che è Supremo. Si è rivelato a noi.
2. Colui che è santo, santo, santo
La prossima cosa che vide Isaia furono i serafini. Erano delle strane presenza angeliche che esistono nella presenza di Dio. Avevano sei ali e con due si coprivano la faccia, con due si coprivano i piedi, e con due volavano (2). Forse si coprivano gli occhi perché non erano degni di guardare la gloria di Dio. Forse coprivano i loro piedi in umiltà perché si trovavano alla presenza del Santo Re dei Re, non degni di toccare il terreno davanti al trono di Dio. Forse volavano in giro perché erano pronti ad andare a fare la volontà di Dio davanti a qualsiasi comando. Non lo sappiamo. Ma quello che sappiamo è che sono veri e che stanno alla presenza di Dio in questo momento, gridando quello che Isaia li sentì dire… “Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la Terra è piena della Sua gloria!” (3).
Santo, Santo, Santo, tre volte santo. Come noi abbiamo cantato stasera. Gli Ebrei usavano delle parole più di una volta in modo da comunicare qualcosa chiaramente. Per esempio, potrebbero dire “oro” per parlare di un bel pezzo di gioielleria. Ma direbbero “oro, oro”, per parlare di oro puro. Potremmo dire “pizza” per parlare di una pizza buona, forse anche una pizza con l’ananas. Ma diremmo, “pizza, pizza”, per parlare della pizza che si può trovare solo a Napoli, una pizza pura, perfetta e deliziosa. Quindi, avete capito l’idea, no? Ma questa parola, “Santo”, è l’unica parola nelle scritture usata tre volte ed è per aiutarci a capire che la santità di Dio va oltre qualsiasi cosa che potremmo mai riuscire a comprendere. Comunica la distinzione di Dio dal creato. Non parliamo solo di perfezione morale; non significa che è senza peccato. La santità è l’essenza della natura di Dio. Santo, Santo, Santo. Tre volte, Santo. Un Dio in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. Santo, Santo, Santo. Nessuno è come Lui. Lui è perfetto. Non è come me e te. Poi disse che “Tutta la Terra è piena della Sua gloria!” È la Sua santità messa in mostra. La Sua gloria è la rivelazione e la manifestazione della Sua santità, e riempie tutto il creato.
Amici, questo vuol dire che Dio non può essere evitato in nessuna area della nostra vita. Il Dio Supremo, e santo avrà o tutto di noi, o niente. Non possiamo compartimentalizzare Dio, perché non spetta a noi renderlo parte della nostra storia. Noi facciamo parte della Sua. Questo è Colui che adoriamo, Colui che è stato rivelato come Supremo, Colui che è stato rivelato come Santo, Santo, Santo. Ma questa rivelazione creò un problema per Isaia, ed è un problema che colpì con timore il cuore d’Isaia.
3. Colui che rende puro
Mentre i serafini adoravano Dio, le fondazioni del tempio tremarono, l’intero tempio fu riempito con il segno visibile della presenza di Dio, e Isaia tremò al vedere e all’udire tutto ciò. Tutti i suoi sensi vennero sopraffatti dalla rivelazione. Quando Isaia si rese conto di stare alla presenza di Dio, si rese conto di essere in pericolo. Perché? Perché portava il segno della maledizione del peccato. Isaia sapeva che la più grande separazione fra noi e Dio è la purità morale da parte di Dio e l’impurità morale dalla nostra. Isaia sapeva che la gloria della perfezione di Dio distrugge il peccato, non può resisterealla Sua presenza, verrà distrutto senza che Dio debba farci qualcosa. Come un meteorite che vola troppo vicino al sole e viene arso dal suo calore radiante, anche Isaia sarebbe stato completamente arso nella gloria radiante della presenza santa di Dio. Era terrificato, e perciò gridò,
“Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Signore degli eserciti!” (5).
Amici, la gloria di Dio rende bambini gli uomini. Come con Isaia, fa tremare le nostre ossa come se ci trovassimo in mezzo al terremoto dei terremoti. Giovanni Calvino disse, “fino a quando Dio si sarà rivelato a noi, non pensiamo che siamo degli uomini, piuttosto, crediamo che siamo degli dei; ma quando abbiamo visto Dio, allora iniziamo a sentire e a conoscere cosa siamo”. Quando Dio apre i tuoi occhi per mostrarsi per chi è –santo, santo, santo, inizi ad essere consapevole di chi sei veramente—peccatore, peccatore, peccatore, che ha bisogno di misericordia, misericordia, misericordia.
Ma quello che succede dopo è incredibile. Dio si era appena rivelato ad Isaia come il Supremo, il Santo. Isaia era immediatamente consapevole della sua indegnità. Sapeva di essere impuro. Sapeva che il suo unico destino sarebbe stato la morte. Isaia identificò il suo peccato, gridando “guai a me”. Stava confessando la sua impotenza, la sua peccaminosità. E in quel momento, Dio rivelò a Isaia che il Dio Supremo e Santo è colui che rende gli impuri, puri.
Il versetto 6 dice che uno degli serafini volò da lui con un carbone ardente che era stato tolto con le molle dall’altare, dove bruciava il fuoco, dove erano posti i sacrifici per morire una morte sostitutiva al posto dei peccatori (6). Uno degli serafini allungò il braccio con il carbone ardente e toccò le labbra impure di Isaia, dichiarando che la sua iniquità era tolta e il suo peccato era espiato, portato via, rimosso (7). In quel momento, Isaia non venne distrutto dalla santità di Dio, ma venne trasformato da essa. I peccati di Isaia non furono semplicemente coperti, ma tolti. Dio, invece di lasciare che qualcuno segnato dalla maledizione crollasse nel timore, gli permise di fare un passo in avanti nella confidenza. Dio portò Isaia da “guai a me” a “lode a te” perché Isaia sperimentò il Dio misericordioso, colui che rende gli impuri, puri. Chiesa, come un popolo reso puro, santificato, stiamo perseguendo e crescendo nella santità di Dio nelle nostre vite? Nelle cose che diciamo, nelle cose che guardiamo, nelle cose che ascoltiamo, nelle cose che pensiamo, nelle cose che ci fanno ridere?
Conclusione
Il resto del capitolo parla di come Isaia rispose alla chiamata di Dio. La sua è stata una vita di servizio e di fedele adorazione a Dio. Isaia va avanti a profetizzare al suo popolo della loro peccaminosità e di Colui che sarebbe arrivato—il Santo di Dio, Colui che avrebbe tolto i peccati del mondo attraverso la propria sofferenza. Stava parlando del Figlio eterno di Dio, Gesù Cristo.
Gesù Cristo, il Figlio eterno, lasciò quel glorioso trono che Isaia vide, venne a proclamare la buona notizia del Regno di Dio, indicando che solo Dio è supremo, che solo Dio è santo, e che siamo tutti colpevoli davanti a Dio e abbiamo tutti bisogno di un salvatore
Venne a proclamare l’unica cosa che può levare il nostro senso di colpa e portare via i nostri peccati. Era il sacrificio della propria vita su una croce, dove venne posto in alto, elevato sopra a tutti. Quando il Padre approvò il suo sacrificio, fu risorto, innalzato e prese il suo posto sul trono di Dio. È l’agnello di Dio, il Re dei Re. Un giorno tutto il popolo di Dio si troverà davanti a Lui con confidenza ad adorare e cantare, “Santo, santo, santo, è il Dio Onnipotente, che era, che è e che verrà” (Apo. 4,8).
Amici, ognuno di noi loda qualcosa, o qualcuno. Ma c’è solo una persona degna della nostra adorazione. Se vogliamo lodare ed adorare correttamente Dio, dobbiamo vederlo per chi è, e questo è possibile solo se, e quando, Dio si rivela a noi. Lo ha fatto attraverso il creato. Lo ha fatto attraverso la Sua parola, e lo ha fatto attraverso Suo Figlio. Un giorno starai davanti a Lui. Sarà con il segno dei tuoi peccati o con il segno di Suo figlio. Oggi, se riesci ad avere uno sguardo su Cristo, allora loderai colui che è elevato. Per tutti coloro che confessano i loro peccati a Dio e guardano il Suo Figlio nella Fede, Gesù diventa come il carbone ardente nella visione d’Isaia. Invece di diventare impuro quando tocca i peccatori, il tocco di Gesù trasforma gli impuri, e li dichiara puliti. Ti pentiresti e chiederesti a Dio di portare via i tuoi peccati, di renderti puro, di portarti a lodare Lui soltanto? Lui soltanto è degno della tua lode e adorazione.
Preghiamo
Signore, grazie per questa rivelazione che hai dato ad Isaia, che troviamo nella tua parola. Grazie per come ci aiuta a vederti per quello che sei. Il Dio Supremo, Santo, e misericordioso. Grazie per come ci aiuta a vedere noi stessi per quello che siamo, indegni di entrare alla tua presenza, in pericolo della tua ira contro di noi peccatori. E grazie per averci mostrato che in Cristo possiamo essere perdonati e resi puri. Grazie che adesso possiamo avvicinarci a te per adorarti. Come Isaia, che nell’anno della morte di Uzzia, vide il Signore. Nel potere dello Spirito Santo, aiutaci a testimoniare che nell’anno in cui colpì il COVID, vedemmo il Signore. Nell’anno di incertezza politica, vediamo il Signore. Nell’anno della nostra sofferenza e difficoltà, vediamo il Signore, perché hai scelto di rivelarti a noi. Abbiamo visto il Signore! E quando ti vediamo per quello che sei, e per quello che hai fatto, adoreremo Colui che è supremo; Colui che è santo, santo, santo; e Colui che rende gli impuri, puri. Passiamo da “guai a me”, a “Lode a Te”. Amen.