Un'estate per ... ascoltare la sinfonia della salvezza - Salmo 103
Predicatore: Leonardo De Chirico
Tutti abbiamo nelle orecchie delle sinfonie che sono entrate nel patrimonio quasi comune della cultura. La nona sinfonia di Beethoven è una di queste, ma si potrebbero ricordare le sinfonie di Mendelssohn, Brahms, Stravinskj. La sinfonia è una composizione per orchestra in cui c’è un tema musicale dominante e ripetuto intrecciato a vari momenti: moderato, forte, allegro, ecc. Anche il salmo 103 può essere paragonato ad una sinfonia: la sinfonia della salvezza. C’è Ouverture, poi ci sono alcuni temi che vengono intrecciati e poi c’è il gran finale che va in crescendo.
La salvezza che Dio ci ha donato è un gioiello che può essere cantato in vari modi. La sinfonia è un modo per far suonare diversi strumenti per celebrare il Dio della salvezza. Siamo pronti per l’ascolto della sinfonia?
1. L’Ouverture (1-2): senti che non è una composizione qualunque?
Il salmo inizia con un appello che parte dal risveglio dell’anima propria (1). Non è esterno. Non si può scimmiottare, non si può imparare meccanicamente a memoria. Deve coinvolgere l’anima in profondo. Deve essere autentica lode della mia e della tua anima. Si estende a tutta la persona (1b). Se tocca l’anima, tocca tutta la persona. L’appello è rivolto a tutta la persona in tutte le sue facoltà. La lode per la salvezza mette in moto la risposta di tutto la persona: parole, canto, professione, cuore, pensieri, braccia, mani, gambe, orecchie, averi, ecc. Non è una musica qualunque: è la musica del cuore che diventa la musica della vita. E’ l’ouverture della tua giornata? E’ il modo in cui iniziamo la settimana? E’ la musica della nostra vita?
2. I Movimenti (3-19): apprezzi la loro meraviglia?
Spurgeon scrisse che Davide sceglie alcune delle perle di gran valore nello scrigno dell’amore divino, le inserisce nel filo della memoria e le cinge al collo della gratitudine. Queste perle sono i motivi della sinfonia.
Primo movimento: Il perdono di tutte le colpe (3). E’ la condizione forense, legale, penale della salvezza. E’ l’enfasi principale del salmo. Come se dalla dimensione legale dipendessero le altre dimensioni. Come se l’aspetto legale fosse il perno su cui ruotano gli altri assi della salvezza. C’è un grappolo di questioni legate al perdono delle colpe. il quadro è la giustizia di Dio (6), le conseguenze del peccato sono l’ira di Dio (8), la punizione è il castigo di Dio (10). Le giuste conseguenze del peccato sono l’ira di Dio che si manifesta nella punizione. Questa è giustizia.
Il Signore agisce con giustizia (6) ma la sua giustizia. Non è una giustizia assolutoria e indulgente. E’ unilaterale perché non agisce in presenza di reciprocità, anche se chiama i giustiziati a vivere secondo giustizia, a temerlo (17), a mantener il patto (18) e a mettere in pratica i comandamenti (18b). Non è proporzionale all’entità del peccato commesso contro di Lui. Non ci tratta secondo le nostre colpe (10). E’ intrinsecamente legata alla pietà, alla misericordia, alla compassione di Dio (8.13). L’ira di Dio, la giustizia di Dio, il castigo di Dio sono correlate alla sua misericordia paterna. Non c’è un paradosso o una divinità schizofrenica, ma la pienezza della persona di Dio giusta e compassionevole. Il giudizio di Dio per i suoi figli è quello del Padre compassionevole. L’ampiezza di tale perdono è’ grande come la distanza che separa l’alto dal basso: cieli-terra. Ha allontanato il peccato tanto quanto è lontano l’oriente dall’occidente.
Secondo movimento: la guarigione di tutte le infermità (3). Una conseguenza del peccato è l’infermità, la malattia, lo sconvolgimento della vita creata mediante l’introduzione di una sindrome distruttiva e deteriorante. La salvezza è vista come guarigione dalla corruzione del peccato in tutte le sue manifestazioni. La salvezza è vista in chiave medicinale, terapeutica. Nel peccato si è malati, con la salvezza si è guariti. Nasciamo malati, riceviamo in Cristo la guarigione e impariamo a vivere da guariti. Una guarigione che inizia ora e si completa allora. Una guarigione integrale, diffusa, progressiva, a cascata, con sempre più estese ramificazioni.
Terzo movimento: la salvezza dalla fossa (4). Un’altra conseguenza del peccato è l’inesorabile destino della morte, qui simboleggiata dalla fosse dove la vita umana finisce. Il luogo della morte rappresenta la morte stessa. Nell’AT c’è un orrore di fronte alla prospettiva della decomposizione, al ritorno in polvere della vita come conseguenza della morte. Dio sa che siamo polvere (14). La salvezza interrompe l’inesorabile percorso verso la fossa. La salvezza è l’interruzione del viaggio verso la distruzione mediante un’inversione di rotta che porta alla vita. La fossa non è più la destinazione finale. Gesù Cristo è morto ma il suo corpo non ha subito la decomposizione. Con la resurrezione è tornato in vita, il primogenito dai morti che apre la strada alla sua progenie. Nel peccato siamo morti, con la salvezza siamo tornati a vivere, destinati alla resurrezione ed alla nuova creazione di Dio.
Quarto movimento: la scossa alla vita (4b-5): dato che una conseguenza del peccato è la penuria, la scarsità, l’indigenza della vita, la salvezza appaga, riempie, sazia, soddisfa. La nuova nascita implica una ripartenza, uno stare al mondo in modo nuovo, un re-imparare a vivere. La rigenerazione è una sorta di ringiovanimento in cui si è messi su un cammino di crescita e di maturazione, ma partendo da una nascita dall’alto. Si vedono le cose con gli occhi del bambino che apprende, si sperimentano forze fresche per vivere le vocazioni e onorare il mandato, si può contare su una freschezza giovanile che dà slancio, si riceve un vigore nuovo.
3. Il Gran finale (20-22): stai partecipando anche tu?
Dopo l’ouverture e l’intreccio dei movimenti, finalmente si arriva al Gran finale (20-22). C’è una progressione nell’appello: parte dall’anima, chiama tutta la persona, ma si conclude con un appello universale alla lode per la salvezza: angeli (20), eserciti celesti (21), opere della creazione (22), ovunque esse si trovino (22b). La direzione è dal personale al cosmico, dall’anima all’universo, da qui a là, dal soggettivo all’intersoggettivo, da me al mondo, da più vicino a più lontano. Non solo coinvolge tutta la persona, ma chiama a raccolta l’universo intero a rendere omaggio all’Iddio della salvezza.
La salvezza ricevuta da Dio Padre in Gesù Cristo per mezzo dello Spirito Santo non si risolve nella mia biografia. Non è individualista e accentrata sul sé come in certe espressioni dell’evangelicalismo contemporaneo. La salvezza collega la mia storia di salvezza per cui rendo lode alla storia della salvezza cosmica, celestiale, universale che chiama tutte le creature a rendere lode al Signore. La salvezza induce ad esercitare una ginnastica della lode, uno stretching della celebrazione, un collegamento tra me, tutto me ed il mondo, tutto il mondo. Dal canto personale al coro universale. Dalla terra ai cieli. Dalle creature visibili alle invisibili. Nel segno della celebrazione della salvezza che tocca tutta la realtà.
C’è una sinfonia di strumentisti, di soggetti graziati dalla salvezza. C’è un’orchestra umana e celestiale, creaturale e cosmica che suona la lode di Dio. Sei tu parte di questa orchestra con lo strumento della tua vita o sei uno spettatore passivo o disinteressato?