Un’estate per...chiederti se stai dando gloria a Dio - Salmo 115
Il testo che abbiamo letto ci spinge a chiederci: “Stiamo dando gloria a Dio”? oppure glorifichiamo noi stessi? Questa estate durante la mia settimana di ferie, ero in montagna con Catrin e abbiamo giocato spesso a scacchi. Adesso sono consapevole di 2 cose, il nord Italia è bellissimo, ma soprattutto mia moglie è brava a giocare a scacchi, perché non ho vinto una sola volta. Infatti, quella settimana e successivamente, ho continuato a perdere. Insomma, non sono mai riuscito ad assaporare la gloria della vittoria. Giocavo sperando di dire “sìììì, “finalmente ti ho battuta, ho vinto io, ma non è mai successo e chissà se mai accadrà, forse dovrei smettere di provarci.
Quando giochiamo ad un gioco da tavola in famiglia, o partecipiamo ad una competizione sportiva, vogliamo vincere per avere quel momento di gloria. Vogliamo vincere perché anche se l’importante è partecipare, quando vinciamo sentiamo quella sensazione di appagamento, quel piccolo peso di gloria, che anche se avete vinto al gioco più insignificante che esista in quel momento è tutto ciò che conta. La gloria è in effetti un aspetto che spinge le persone a praticare molte delle attività in cui sono coinvolte, più in generale possiamo affermare: che la gloria è un aspetto che influenza la nostra intera vita, la nostra persona e le nostre relazioni. Anche se non la menzioniamo spesso, o non ce ne rendiamo conto, (e qui in parte nasce il problema) la gloria è ciò che spinge le persone a fare quello che fanno. Ognuno di noi si gloria in qualche modo o cerca di gloriarsi tramite qualcosa, che può essere lo sport, una passione, la famiglia, il lavoro, le amicizie. Tutte cose eccellenti, lecite che Dio ci ha donato, ma che non ci ha donato affinché ne traessimo gloria per noi stessi. Bensi, Dio ci ha donato tutte le cose per portargli la gloria che lui solo merita. Non a caso l’apostolo Paolo nella 1 lettera ai Corinzi al capitolo 10 v31, ci dice: “fate tutto alla gloria di Dio”. Ora il salmo che abbiamo letto ci mette davanti a questa domanda: “Stiamo dando gloria a Dio”? oppure stiamo glorificando noi stessi? Nei primi versi del salmo 115 capiamo che il popolo di Dio, si trovava nuovamente in difficoltà, era minacciato da altre nazioni e queste si beffavano di loro dicendo: dov’è il vostro Dio adesso? Dov’è adesso che siete in difficoltà? Dove sono le sue grandi opere? Dov’è finita la sua liberazione? I popoli pagani non avevano fede nel Dio di Israele e soprattutto, non avevano memoria di Ciò che Il Signore è in grado di compiere. Si erano dimenticati di come Dio aveva potentemente liberato il suo popolo dall’Egitto. Ciò che questi altri popoli pagani cercavano, era la loro vanagloria come quella che davano ai propri idoli. Il Salmista, tuttavia, non si cura del loro scherno, ed eleva la sua preghiera a Dio:
“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà la gloria per la tua bontà e la tua fedeltà! perché le nazioni dovrebbero dire, dov’è il loro Dio?”
Il popolo di Dio era in difficoltà, sicuramente anche in questa situazione ricercava una vittoria o una liberazione gloriosa dai suoi nemici, per mano del Signore. Israele però non era degna del suo aiuto, Israele come gli altri popoli si era fatto degli idoli, rompendo il patto che Dio aveva stabilito con loro, come leggiamo dall’ esodo capitolo 32. Per questo Il Salmista gli chiede di intervenire, sottolineando: non per noi non per la nostra Gloria, ma per la gloria del suo nome. IL Salmista rifiuta gli idoli che lo circondano, perché inutili. Se questi non potevano nulla per liberarli dai nemici, il vero Dio si, perché in grado di fare tutto ciò che gli piace. Come leggiamo al verso 3 “il Nostro Dio è nei cieli e fa tutto ciò che gli piace”. In ballo c’era di più della gloria del popolo: l’idolatria andava rifiutata e il Nome del Signore andava glorificato.
1. Rifiuta l’idolatria in ogni sua forma
Come al tempo d’Israele, se apriamo gli occhi e le orecchie, nella nostra città il nome di Dio non è glorificato anzi viene bestemmiato. Gli idoli della società seppur non più statue d’oro e d’argento, rimangono opera delle mani e delle menti dell’uomo e prendono ogni tipo di forma, anche ideologica. Anche se non viene detto esplicitamente, viviamo in una società dove la fede nel Dio tre volte santo, in effetti conta poco. Nonostante Roma sia nominalmente cristiana, per molti Cristo è uno sconosciuto a cui nessuno dà la gloria. Coloro che soffrono per la fede in altre nazioni, come è accaduto in Pakistan qualche settimana fa, non sono mai oggetto di notizia o parte delle conversazioni mainstream.
Avere fede è da sempliciotti nei luoghi di lavoro, e per quelli che si battono per la così detta libertà d’espressione la parola di Dio non fa testo.
Anzi ciò che viene considerato e glorificato nella città di Roma, sono le opere delle nostre mani, le idee partorite da menti peccatrici. Idoli d’oro e D’argento: Il successo lavorativo, la dolce vita, il denaro ed il potere, la famiglia, l’esaltazione dell’individuo e l’ozio sono gli idoli della nostra città. Molti di noi, vivono guidati dall’ affermazione professionale, appagano i desideri del proprio cuore, vogliono essere liberi di identificarsi come vogliono. Cerchiamo la gloria in tutte queste cose, ma non ci rendiamo conto delle menzogne dietro le promesse dei nostri idoli. Tutto quello che viene promesso dagli idoli è pura menzogna, confidare in queste cose è follia, perché l’idolatria non è altro che una distorsione di quello che è il piano di Dio per le nostre vite. In ogni sua forma, l’idolatria ci rende sempre più narcisisti, cioè pieni di noi stessi, in costante bisogno di ammirazione da parte degli altri, meno empatici ai bisogni del nostro prossimo e sempre più egoisti. Più ti prostri davanti agli idoli della tua vita, più diventerai simili ad essi, cioè: inutile per coloro che ci sono intorno e soprattutto sarai spiritualmente morto. Ecco perché la città di Roma e il nostro bel paese vivono le loro difficoltà, perché invece di dare gloria a Dio, glorifichiamo idoli morti ed inutili: come leggiamo dal verso 5 all’ 8: “Hanno bocca e non parlano, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano… come loro sono quelli che li fanno e in loro confidano”.
Quali sono i tuoi idoli? stai diventando sempre più narcisista? fuggi l’idolatria diffusa intorno a te ed in tè, perché non c’è vita o alcun bene negli idoli. Sappi che anche se Dio non si manifesta in modo percettibile ai nostri sensi, al contrario degli idoli IL Signore Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, è IL Signore dei cieli; indipendentemente da ciò che percepisci, lui è sovrano, ogni cosa ha origine in lui ed in lui sussiste. Dio è degno di ogni gloria, per la sua bontà e la sua fedeltà. Come chiesa siamo chiamati a combattere il peccato dell’idolatria. Nella difficoltà o nell’abbondanza, guardiamoci bene dall’essere idolatri, perché il rischio è di soccombere agli idoli della nostra città, come accadde al popolo di Israele, con il vitello D’oro. Mettiamo la gloria di Dio davanti al nostro benessere personale, volgiamo il nostro sguardo a Cristo. Diamogli la gloria in tutto quello che facciamo; predichiamo e viviamo il vangelo fedelmente, l’unica speranza e verità per le nostre vite e per le vite di ogni cittadino di Roma. Insomma, Rifiutiamo l’idolatria in ogni sua forma e diamo gloria a Dio.
2. Confida in Dio sempre
Come possiamo portare gloria a Dio? come possiamo rifiutare gli idoli? La parola di Dio, la bibbia ci insegna a farlo. Confidando in Dio in ogni momento e in ogni situazione, confidando in Dio sempre! Al V11 leggiamo: “voi che temete il Signore, confidate nel Signore! Egli è il loro aiuto ed il loro scudo”. Egli è il nostro aiuto ed il nostro scudo, viene ripetuto 3 volte. Molte volte il popolo di Dio, umanamente parlando sembra spacciato. Ripensando all’analogia degli scacchi, Israele era senza difese. Immaginate di avere tutti i pezzi di difesa e di attacco mangiati, avete solo il re, siete ormai sotto scacco. Ma anche se sembrava tutto perso per il popolo, il Re non può esser mangiato, anzi il re dei re, il vero Dio: quando solo sulla scacchiera, vince! non ha bisogno di regine, cavalieri, torri o alfieri. Il risultato poteva essere ribaltato!!! Israele, la casa d’Aronne e tutti coloro che confidano in Dio non avevano nulla da temere, ma erano chiamati a confidare in Dio, perché la partita era già vinta dal loro Re.
La partita che giochiamo non può essere persa. La stessa cosa vale per noi oggi, forse stai affrontando una situazione complessa; con la fine dell’estate ricominceremo le nostre normali attività ed affronteremo le sfide di ogni giorno. Il lavoro, la scuola, le dinamiche familiari, la burocrazia per il tuo permesso di soggiorno ecc. Se con l’estate hai avuto la percezione di poter mettere in stand-by le tue sfide, con l’inizio dell’autunno le questioni irrisolte purtroppo, non si aggiusteranno da sole. Dove hai lasciato le tue sfide, i tuoi impegni e i tuoi problemi, lì li ritroverai. Come abbiamo detto gli idoli in cui confidi non ti aiuteranno ad affrontarle, ma ne aggraveranno ogni aspetto, rendendoti incapace di vivere serenamente. Confida in Dio, Lui non è un Dio sordo o muto, ma è il Dio di ogni cosa, che ascolta le nostre preghiere, che annuncia le sue promesse e le mantiene, che ha braccia per donare e dare conforto a coloro che confidano in lui. In lui puoi “confidare sempre”!!! a differenza degli idoli, Lui Si ricorda di te.
Non sto dicendo che se credi non dovrai più affrontare alcuna difficoltà, ma ogni situazione acquisterà la giusta prospettiva. Una montagna insormontabile diventerà un sassolino davanti alla grandezza e la maestà del Nostro Signore. Come chiesa qui nella città di Roma, siamo chiamati a glorificare Dio, con il nostro culto, attraverso le nostre attività e la nostra testimonianza. Purtroppo, non saremo indisturbati nel recare gloria a Dio. Come leggiamo nella lettera agli efesini capitolo 6 v12:
“Il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze Spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.”
Siamo in una battaglia spirituale, questa non si è mai fermata neanche con l’estate, ed adesso con l’inizio dell’anno accademico si intensificherà; quindi, siamo chiamati più che mai a confidare nel Signore, sempre, anche nei momenti più difficili. Perseveriamo nella preghiera. Preghiamo affinché il vangelo venga sparso e gli idoli della città smascherati. Il peccato che ottenebra le menti, è sotto scacco, perché La battaglia è stata già vinta dal Signore Gesù Cristo, sulla croce. Il Signore è grande!!! Davanti a lui anche le sfide più grandi, come la causa ingiusta per essere un locale di culto, sono insignificanti!!! Confidiamo in Dio sempre anche quando il suo piano non ci è chiaro.
3. Benedici e sii benedetto
V 12: “Il Signore si è ricordato di noi, egli benedirà la casa d’ Israele, benedirà la casa di Aronne, benedirà quelli che temono il Signore, piccoli e grandi”. Dio benedice sempre! Davanti a lui non esistono grandi meriti o qualità che possono farci guadagnare la sua benedizione. Non a caso nel suo piano redentivo; Dio si scelse un popolo, che non brillava per la sua grandezza o per la sua fedeltà. In tutto il piano redentivo Dio mostra come la sua benedizione non dipenda dall’uomo, ma dalla grazia Divina che fluisce dalla sua persona e che lo ha spinto a sigillare un patto. Un patto che più volte. Il popolo ha rotto con la propria idolatria. Nonostante ciò, Dio non ha smesso di benedire, e non ha dimenticato le promesse fatte.
Il Signore “Ha moltiplicato le sue grazie a loro e ai loro figli”, ma le ha estese a noi a tutti coloro che confidano nel suo nome. Tanto che ha mandato Suo Figlio ad adempiere la legge che ci condannava; prendere il nostro peccato ed espiarlo sulla croce. Il Signore Gesù, Dio fattosi uomo ci ha strappati via dal fango del nostro peccato, ci ha liberati dalla vanità degli idoli! Ha aperto i nostri occhi mostrandoci la verità e la vita. Avendo compassione di noi è morto al posto nostro, Infatti:
V 17 “Non sono i morti che lodano il Signore” ma coloro che sono stati risuscitati con Cristo!
Noi Siamo stati risuscitati in Cristo! Benediciamo il nome del Signore! Perché ci ha dato la speranza. Anche se non vediamo ancora ogni cosa sotto l’autorità di Dio il Figlio ha già vinto la battaglia. Il nostro Re ci ha benedetti, sacrificandosi per noi donandoci la vita eterna. Cristo è risuscitato il terzo giorno ed ha vinto la partita al posto nostro. Ci ha benedetti donandoci il consolatore, lo Spirito santo che continua ad operare nelle nostre vite, rendendoci sempre più simili a lui e chiamando altre persone alla vita eterna. Anche se come chiesa non vediamo tutte le cose sottomesse alla volontà di Dio, e la chiesa in altre parti del mondo soffre, confidiamo che al ritorno di Cristo ogni cosa verrà sistemata e tutti daranno gloria al Signore, anche la città di Roma.
Benediciamo il nome del Signore, Già oggi perché Cristo è re sulla terra ed il suo nome sarà benedetto in ogni angolo della terra. Nella lettera ai Filippesi, capitolo 2 verso 9, leggiamo:
“Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio, nei cieli, sulla terra, e sottoterra e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
Gli idoli di Roma verranno spazzati via, ogni ginocchio si piegherà e benedirà il nome del Signore. Chiediamoci, chiediti se stai dando Gloria a Dio? Oppure se stai glorificando i tuoi idoli? Riconoscili e rifiutali! Riconosci il Signore come il tuo Dio e salvatore! Confida in Dio sempre! Benedici il suo nome e sii benedetto nel nome di Gesù. Diamo a Dio ogni gloria, per la sua bontà e la sua fedeltà amen.