Priorità a lungo termine - 2 Samuele 5,1-25
Predicatore: Clay Kannard
Questa è una storia di transizione, di quello che avvenne quando un regno si affievolì, e un altro prese il suo posto. Quando guardiamo il palcoscenico mondiale, non c’è dubbio che quest’anno sia stato uno di transizioni importanti. Abbiamo visto la Bretagna concludere la sua transizione fuori dall’Unione Europea. Abbiamo visto il trasferimento di potere caotico da un presidente americano all’altro. In Afghanistan, stiamo ancora guardando la transizione di potere preoccupante mentre i Talebani riprendono il controllo della nazione. E ora, nella città di Roma, forse stiamo guardando un’altra transizione di potere. Come sapete, in questi giorni i cittadini della nostra città andranno a votare per il prossimo sindaco di Roma.
Mercoledì scorso, ci siamo riuniti insieme per comprendere i candidati e pregare per la nostra città. Una città che, negli ultimi mesi, si prepara per un’elezione. Dappertutto vediamo le pubblicità politiche dei candidati. Stanno sulle nostre TV, sulle nostre radio, dentro e fuori i nostri autobus. In questi ultimi giorni, le campagne si sono intensificate mentre i candidati e i loro impiegati cercano all’ultimo minuto di convincere il popolo che dovrebbero essere loro i prossimi a governare la città. Hanno annunciato le loro più grandi priorità nell’affrontare i problemi di questa città, e nell’elevare lo status della nostra città globale. Alcuni dei candidati guardano al passato per la speranza. Altri guardano in avanti. In generale, i messaggi dei candidati sono super ottimistici per quello che Roma potrebbe essere sotto la loro amministrazione. Roma, una città coraggiosa. Roma, una città inclusiva. Roma, una città seria. Roma, una città green. Roma, come ai giorni dei Cesari e dei papi. Roma, una città funzionante… magari!
Se i sondaggi sono corretti, c’è una grande probabilità che una transizione del potere avverrà. Presto, la sindaca presente potrebbe scendere dalla Piazza del Campidoglio mentre uno nuovo ci sale. Se tutto va bene, fra pochi giorni, tutti noi sapremo i risultati. Una cosa è certa, i problemi della nostra città sono troppo grandi per la miopia. Quindi, chi vince dovrà avere delle priorità a lungo termine per riparare i problemi qui a Roma.
Dico tutto questo perché il nostro testo stasera ha a che fare con qualcosa di simile. Abbiamo appena letto di una transizione di potere. La così attesa transizione di potere dal regno di Saul al regno di Davide era avvenuta e Davide ora è incoronato re. Quello che vediamo in questo capitolo è che il nuovo re d’Israele, Davide, aveva priorità a lungo termine per adempiere la chiamata che Dio gli aveva dato per governare il Suo popolo. In questo capitolo vediamo che, per vivere come una comunità regale, in questa realtà del già e non ancora, siamo chiamati ad avere delle priorità a lungo termine che sono 1) dipendenti dal re pastore; 2) dedicate alla costruzione della città; e 3) solide di fronte all’opposizione.
1. Dipendenti dal re pastore 1-5
Nella scena di apertura di questo capitolo vediamo il re esaltato sopra il suo popolo. Mentre si sottomettevano al volere di Dio riconoscendo colui che Dio aveva dichiarato re, sperimentarono una nuova unità. Mentre guardavano indietro all’ubbidienza di Davide, il popolo di Dio finalmente riconobbe la sua fedeltà, e professarono le cose che Davide aveva fatto per il loro bene… anche quando erano indisposti a sottomettersi a lui come re. Nel versetto due riconobbe che, anche mentre Saul regnava su di loro, Davide era quello ubbidiente a Dio. Era Davide a guidare il popolo dentro e fuori dalla battaglia. Mentre Saul regnava sul popolo di Dio per il suo nome, Davide era come un pastore che lavorava per il suo gregge, guidandoli dentro e fuori dal pericolo alla vittoria. Tutto Israele ora riconosceva pubblicamente quanto era stato prima proclamato da Dio attraverso il Suo profeta Samuele, attraverso Gionatan, e persino attraverso le bocche dei nemici di Davide, Saul incluso. Ovvero, che Dio aveva eletto Davide per essere il re del Suo popolo.
Davide era il re pastore scelto e provato, e ora era confermato attraverso il popolo di Dio. Dio aveva eletto, Davide si era fidato e aveva servito, e il popolo di Dio confermò quello che Dio aveva detto. Si erano finalmente resi conto che il regno di Saul era insufficiente e inaffidabile. Davide, però, ancora prima di essere esaltato come re, aveva già dimostrato di essere la persona a cui il popolo di Dio si poteva affidare. Quindi, avevano ogni motivo per fidarsi e sottomettersi al suo regno. E come vediamo nei versetti 4-5, il suo regno durò una vita. Il regno di Davide non era mai un impegno a breve termine. Era stato chiamato a una vita di servizio come un re pastore affidabile… perché? Per riflettere la venuta di un re pastore eterno.
Amici, Davide è un tipo di Cristo. Gesù è il re pastore di cui aveva parlato il profeta Michea quando dichiarò (Michea 5,3-4):
“Egli starà là e pascolerà il suo gregge con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. E quelli abiteranno in pace, perché allora egli sarà grande fino all’estremità della terra. Sarà lui che porterà la pace.”
Mentre Davide morì, Gesù è ancora vivo, e il Suo regno è un regno di pace ed è eterno. Perciò la nostra dipendenza da Lui è eterna. Proprio come Davide servì il popolo di Dio, anche quando non si sono sottomessi a lui, così fa anche Cristo dando la Sua vita per le Sue pecore, affinché possano dimorare al sicuro ed essere in pace con Dio.
Fratelli e sorelle, anche noi siamo chiamati a una vita di esaltazione di Gesù mentre ci sottomettiamo al Suo regno. È una priorità riconoscere la nostra totale dipendenza da Lui e la Sua parola…per guidarci, per aiutarci a discernere la sua volontà per le nostre vite e la vita della nostra chiesa. È una priorità riunirsi qui come un popolo unito per riflettere e confessare la nostra dipendenza da Lui, per proclamare insieme: “Quando eravamo perduti nei nostri peccati, sei stato tu a salvarci! Quando lottavamo con i nostri dubbi, hai confermato il tuo potere! Quando affogavamo nel lutto, Gesù, è stata la Tua Parola a confortarci! Quando i nostri tentativi di essere giusti pesavano su di noi, per salvare noi stessi, sei stato tu a prendere il nostro fardello! Quando ci nascondevamo nella vergogna e nella sconfitta, hai preso la nostra vergogna e ci hai dati la vittoria! Sei stato Tu! Sei sempre stato Tu! Tu regni, e dipendiamo da te, a lungo termine….per eternità! Grazie a Te, Gesù, siamo passati da un regno di buio… a un regno eterno.”
Amici, da mesi i politici vengono da noi per proclamare i motivi per cui dovrebbero governare il popolo di Roma. Stasera, siamo invitati ad andare a Cristo proclamando i motivi per cui è già Lui a regnare. Ha sempre regnato, regna oggi, e regnerà per sempre come Re. Chiesa, Dio ha stabilito il Suo Re, il nostro re pastore ha dimostrato il suo impegno eterno per guidarci, e facendo ciò ha stabilito una testimonianza del Suo amore e potere al mondo. Le nostre priorità a lungo termine si basano su una completa dipendenza dal nostro re pastore. Senza di Cristo e la grazia di Dio, le nostre priorità sono fuorviate e miopi.
2. Dedicati alla costruzione della città 6-11
Dal versetto 6 leggiamo che uno dei primi progetti di Davide come re è quello di stabilire una nuova città da cui governare il popolo di Dio. Davide scelse la città di Gerusalemme come nuova capitale della nazione. Gerusalemme significa la città della pace, la città di Shalom. Si trovava strategicamente sul confine fra Israele e Giuda, simboleggiando la nuova unità della nazione. Era anche una città ben fortificata. Quindi era la città perfetta per essere la capitale. Ma c’era un problema. Gerusalemme era occupata dai Gebusei. Erano un popolo idolatra che Israele non aveva cacciato dalla terra promessa. Quindi, il primo atto di Davide come Re è stato quello di purgare la terra promessa dai Canaaniti, come Dio aveva comandato a Israele centinaia di anni prima.
Ripensiamo all'elezione. Ogni candidato ha una soluzione per correggere un problema che affligge Roma da, beh, almeno da quando ci sto io. È il problema della spazzatura. Da anni candidati e sindaci hanno giurato di risolvere il problema della spazzatura. È una macchia sulla reputazione di questa città, proprio come l’occupazione dei Gebusei di Gerusalemme lo era stata per Israele. Ma quando si tratta di risolvere il problema, sembra insormontabile. Dopo tanti sindaci e tante promesse, abbiamo ancora la vista offensiva dei bidoni traboccanti, e l’odore che proviene da essi. Sembra un incarico impossibile.
Anche la conquista della città di Gerusalemme dai Gebusei sembrava un incarico impossibile. Così tanto che i Gebusei derisero Davide e i suoi uomini dicendo che persino i ciechi e i disabili avrebbero potuto sconfiggerli. Quando i Gebusei avevano fede nelle loro mura, Davide aveva fede in Dio, e gli uomini d’Israele avevano fede nel loro re pastore. Grazie alla mano di Dio, il Suo popolo finalmente conquistò la città e purgò la nazione dalla malvagità, e la città fu redenta.
I versetti 9 a 12 dimostrano le priorità a lungo termine di Davide di sviluppare la città: per vivere in essa, per fortificarla, per espanderla. Il versetto 10 dice che Davide diventò sempre più grande. Riceveva il favore dei re stranieri che provvidero materiali e talenti per Davide e la sua nuova casa. E a quale scopo? Il versetto 12 ci dice che Davide sapeva che Dio aveva stabilito il suo regno, che Dio aveva esaltato il suo regno. Perché? Per il suo amore e per il bene del popolo di Dio. Davide sapeva che Dio gli avesse dato la città di Shalom come centro della missione di Dio al mondo. Per rendere conosciuto il Suo nome, per redimere il Suo popolo, e per testimoniare della pace che viene conoscendo Dio. E quindi, Davide era dedicato allo sviluppo della città. Similmente, fratelli e sorelle, Cristo è dedicato allo sviluppo della Sua. Sentite quello che Jonathan Edwards disse sulla città di Cristo:
“Gerusalemme fu redenta da Davide, il capitano dell’armata d’Israele, fuori dalle mani dei Gebusei, per essere la città santa di Dio, il posto del suo riposo per sempre, doveva avrebbe dimorato. Così Cristo, il capitano della salvezza del suo popolo, redime la sua chiesa dalle mani dei demoni, per essere la sua città santa e amata.”
Fratelli e sorelle, il nostro re pastore ci ha redenti. Il suo Spirito vive in noi. Ha stabilito il suo trono sui nostri cuori e sta continuando a rinforzarci. Cristo è dedicato al nostro sviluppo attraverso il potere dello Spirito, affinché possa diventare sempre più grande nelle nostre vite. Mentre lo seguiamo, saremo dedicati a vivere, fortificare e rinforzare la sua testimonianza a Roma come la Sua comunità regale. Dio ci ha chiamati a questa città per questo motivo. Ascoltate quello che Timothy Keller dice delle città:
“Dio ci ha dato la città per i suoi scopi, e anche se il peccato l’ha ferita, dovremmo usare le risorse del Vangelo per riparare città spezzate. Gesù stesso andò alla città e fu crocifisso ‘fuori dal cancello della città’ (Eb 13:12), una metafora biblica dell’abbandono. Per la sua grazia, Gesù perse la città-che-era, affinché potessimo diventare cittadini della città-che-verrà (Eb. 11,10; 12,22), rendendoci sale e luce alla città-che-è (Mat. 5,13-16).
Quindi incoraggiamo tutto il popolo di Dio a…riconoscere le intenzioni creazionali di Dio per le città e come ci chiama ad essere la città di Dio nella città dell’uomo.”
…ad essere la città di Dio (la già), nella città dell’uomo (la non ancora).
Chiesa, siamo dedicati allo sviluppo della nostra città? Quando guardiamo la nostra città, i nostri cuori sono pieni di sdegno per essa? Forse siamo così catturati dalla sua bellezza che siamo ciechi agli idoli che la tengono prigioniera. Oppure i nostri cuori si spezzano per essa. Sono le nostre priorità dedicate ad essere la città di Dio nella città dell’uomo? Siamo un popolo che dimostra che ci può essere pace nei nostri cuori anche quando non c’è tanta pace a Roma. Per la grazia di Dio siamo una comunità regale di persone governate dalla Sua Parola, chiamati a vivere responsabilmente, con integrità, per essere amministratori della giustizia, e per lavorare per il bene di Roma. Le nostre priorità a lungo termine devono essere radicate nella nostra dipendenza da Cristo e dedicate allo sviluppo della città per la gloria di Dio. Ma nella nostra città, ci sono quelli che hanno priorità diverse, e una visione diversa di ciò di cui la nostra città ha bisogno.
3. Solide di fronte all’opposizione 17-25
L’ultima sezione del capitolo mostra che lo stabilimento della città di Dio era una minaccia allo status quo della cultura. Dio non ha stabilito il regno di Davide in un vuoto, c’era un conflitto storico, e le forze del male non l’avrebbero lasciato succedere senza combattere. Il versetto 12 dice che quando i filistei sentirono che Davide era diventato re, lo cercarono. Subito iniziarono una campagna militare contro di lui. Solo 7 anni prima Davide e i suoi uomini vivevano in terra filistea e servivano un re filisteo come vassalli. Ora si trova seduto sul trono della nazione che i filistei volevano sconfiggere. Dopo solo un momento come re d’Israele, Davide era stato deriso dei Gebusei, e ora si trovava opposto dai filistei.
I nemici del popolo di Dio non potevano tollerare lo stabilimento, l’esaltazione ed espansione del regno di Davide. Odiavano l’idea di ciò, e vollero opporsi ferocemente a Davide. Parimenti, leggiamo le parole del nostro re Pastore in Giovanni 15,18 quando disse che il Suo popolo sarebbe stato odiato dal mondo. Perché? Perché anche Lui è odiato dal mondo. La validità del regno di Cristo rende invalido il regno mondano. L’espansione del regno di Cristo significa la decostruzione del regno mondano. Come Davide, Cristo fu deriso e opposto, ma è stato fatto dal suo stesso popolo fino alla morte in croce. Gesù dice, che anche i suoi seguaci saranno opposti.
Fratelli e sorelle, mentre cerchiamo di essere fedeli alla nostra chiamata in questa città, in che modi ci sentiamo derisi e opposti? Nei tempi difficili della vita, forse ci sentiamo opposti da un’irrequietezza interiore che ci tenta a cedere, o che coltiva scontento e frustrazione con la nostra vita in città. Forse siete derisi per la vostra fede e il vostro desiderio di vivere in modo responsabile in una città corrotta. Forse bieni opposto mentre cerchi di essere fedele nelle tue relazioni con Dio e con gli altri. Forse sono le tentazioni della carne che ti si oppongono. Forse sono le strutture sociali della città, del posto di lavoro, della scuola che si oppongono alla tua fede. Gesù ci dice di non sorprenderci di questo. La nostra fede sarà opposta. Ma ci dice anche di non perdere la speranza. Perché? Perché come ci dimostra Davide qui, abbiamo qualcuno a cui correre per chiedere aiuto e saggezza su come procedere.
Guardate il versetto 19. Davanti alla minaccia filistea, Davide non fermò il suo lavoro. Non fuggì dalla città. Non si arrese. Non cercò di fare compromessi con il nemico. Invece, Davide chiese al Signore cosa fare, se dovesse andare a combattere, e il Signore guidò la sua strada. Dio disse, “sali, vai a combattere”. Dio diede la vittoria a Davide, e rimossero tutti gli idoli dei filistei dal territorio. Quando arrivarono di nuovo i filistei, Davide chiese di nuovo al Signore dicendo “devo salire?”. Ma questa volta la risposta del Signore fu diversa. Il versetto 23 ci rivela che il SIGNORE gli disse di aspettare. Dio diede un segno a Davide e disse, “aspettami, andrò davanti a te e colpirò l’esercito dei filistei, e tu lo saprai…”.
Fratelli e sorelle, se vogliamo essere solidi di fronte all’opposizione, la parola di Dio e il suo Spirito devono essere la nostra guida. Ci sono momenti in cui gridiamo a Dio nell’opposizione e ci dice “combatti! Già ti ho dato tutto quello che ti serve per vincere!”. Ma ci sono altre volte in cui ci dice “aspettami, sto al lavoro, sii paziente e fidati di me”.
Le priorità a lungo termine del regno di Davide furono solide di fronte all’opposizione. Cercò la volontà di Dio per guidarlo e dirigerlo. S’adoperò per rimanere fedele a quello che Dio lo aveva chiamato a fare. Lo fece in modo imperfetto a volte, e lo vedremo più tardi nella nostra serie. Ma anche in questo capitolo vediamo segni dell’imperfezione di Davide mentre violava il comando di Dio sul matrimonio, prendendo per sé tante mogli e concubine.
Amici, qui vediamo il nostro bisogno di Cristo, il re pastore, perfetto, e senza peccato. Anche Lui fu deriso. Anche Lui affrontò immensa opposizione, opposizione che Lo inchiodò alla croce. Ma rimase fedele fino alla fine. Morì sulla croce al posto dei peccatori come me e come te. Dio rese peccato suo figlio che non conosceva alcun peccato, affinché potessimo conoscere la giustizia di Dio in Lui (2 Cor. 5,21). Gesù pagò la pena per il peccato e la ribellione contro Dio. E poi risuscitò dalla morte, cosicché, attraverso la fede, tutti coloro che credono in Lui sono perdonati, addottati come figli di Dio, e riempiti di pace e speranza. Le conseguenze del peccato e della morte non esistono più per il popolo di Dio. Non sono più condannati. Le forze opposte del regno del mondo stanno svanendo, e il regno di Dio si sta espandendo.
In conclusione. Chiesa, Le priorità di Davide non erano di vivere per sé stesso, ma per la gloria di Dio e per il bene del popolo di Dio. Non visse solo per oggi, con una visione miope della vita e della sua chiamata, fuggendo alla prima vista della difficoltà. Aveva una chiamata a lungo termine sigillata dall’alleanza con il suo popolo, e priorità a lungo termine per guidare il suo popolo in un tempo di pace e stabilità, sotto il regno del Dio della pace, nella città della pace. Similmente, il Figlio di Dio visse per Dio e per il Suo popolo, vivendo una chiamata stabilita nell’eternità passata, in un'alleanza fra Padre, Figlio e Spirito Santo, per estendere la grazia a un popolo senza pace, offrendo la propria vita per redimerlo da un regno morente.
Gesù, il re pastore è venuto. È stato esaltato. Ha stabilito la Sua alleanza con noi per regnare sui troni dei nostri cuori. La sua priorità a lungo termine è quella di rafforzarci. Attraverso la Sua chiesa sta allargando il suo regno a Roma, e in tutto il mondo. Come la Sua comunità regale che vive nella realtà del regno già e non ancora, le nostre priorità a lungo termine devono dipendere dal nostro re pastore, per testimoniare la nostra dedizione all’opera che ci ha dati, stando solidi di fronte all’opposizione. L’opera di Dio attraverso di noi non è per noi soltanto, è un lavoro a lungo termine per il popolo di Dio che verrà. Le nostre priorità a lungo termine ci permetteranno a lavorare per il frutto che Dio produrrà generazioni da oggi in questa nazione. Quindi, non rinunciamo e non facciamo compromessi. Non dipendiamo dai nostri sforzi e dalla nostra saggezza, o da re mondani, … o da sindaci di città grandi, ma dalla grazia di Dio, da Cristo, e Cristo soltanto. Amen.
Preghiamo
Padre Dio, ti ringraziamo per la tua parola. Ti ringraziamo perché attraverso di essa vediamo le tue priorità a lungo termine per redimere il tuo popolo, per aiutarci a vedere il nostro bisogno di essere dipendente al 100% dall'opera di Gesù per salvarci e darci pace. Ti ringraziamo per come ci hai uniti in Cristo, avendolo stabilito come Signore nelle nostre vite. Ti ringraziamo per la tua grazia, e per il tuo impegno a lavorare in noi, a trasformarci nell'immagine del tuo Figlio. Ti ringraziamo Spirito Santo per il tuo impegno ad edificarci, a rafforzarci, affinché possiamo essere una testimonianza per Gesù in questa città mentre lavoriamo per il suo bene. Mentre viviamo in questa città, possiamo farlo per la tua gloria, per il bene del tuo nome e per il bene del tuo popolo. Che le nostre priorità siano a lungo termine e mostrino un popolo dipendente da Cristo, dedicato alla tua opera in questa città, e un popolo solido di fronte all'opposizione che tu hai già sconfitto, cercando la tua volontà mentre affrontiamo le sfide della vita a Roma...le sfide che tu stai usando per formarci, per farci crescere, e per rivelare il tuo amore agli altri. Ti chiediamo queste cose nel nome del nostro re pastore, Gesù Cristo. Amen