Alla larga da intrighi perversi - 2 Samuele 2,7 – 4,12
Predicatore: Gioele Di Bartolomeo
Dalla scorsa domenica ci siamo avventurati nel secondo libro di Samuele. Abbiamo visto l’annuncio a Davide della morte di Saul e Gionatan. Abbiamo considerato la fragilità della regalità di Davide, che sebbene proclamata, era ancora in crescita, ed in fine abbiamo visto nelle situazioni incomprensibili la speranza nella fedeltà del Signore Gesù Cristo e dell’opera di salvezza.
Oggi la storia va avanti e la regalità di Davide comincia a rafforzarsi ed a stabilirsi nella città di Ebron. La storia dell’avanzamento del regno si intreccia a dinamiche politiche complesse e perverse. L’autore del libro ci racconta di un vero e proprio golpe dove Is-Boset, figlio di Saul, viene fatto re d’Israele sotto la pressione del capo dell’esercito Abner. Ci racconta della guerra sanguinaria e la morte drammatica ed assurda di uomini valorosi come Asael. Ci mostra le decisioni politiche di Abner, il suo cambio di fronte e la sua morte per mano di Ioab, capo dell’esercito di Davide e fratello di Asael. Infine, descrive la tragica fine di Is-Boset per mano di due mercenari.
In queste situazioni politiche Davide è ancora debole, tuttavia, il Re di Giuda, invece di cavalcare l’onda delle occasioni che avrebbero potuto accelerare l’instaurarsi del regno e rafforzare la sua regalità, si fa portatore della giustizia di Dio. Davide è aperto al dialogo con i suoi nemici ma senza compromettersi con intrighi perversi. Non gioisce per la morte meschina di Abner, ma fa cordoglio, ed in fine fa giustizia degli assassini del nemico Is-Boset.
Anche la chiesa, nell’opera di Salvezza di Gesù Cristo è chiamata alla regalità. Siamo portatori del regno di Dio e, come Davide, siamo stati unti attraverso il sangue del Re Gesù Cristo ad una regalità avanzante, in attesa del Suo ritorno e della completa instaurazione del Suo regno. Vogliamo vedere perciò, come questi capitoli influenzano anche le nostre regalità deboli, in crescita, ma alla larga da intrighi perversi. Ci sono 3 punti che il testo ci suggerisce: Avanza per il regno, senza scorciatoie; combatti per il regno, senza immoralità; attendi il regno, nei tempi di Dio.
Avanza per il regno, senza scorciatoie
Il versetto 7 del capitolo 2 ci mostra la consapevolezza di Davide della sua regalità. Saul è morto, i suoi fedeli erano rimasti senza la loro guida e Davide sarebbe stata la risposta naturale a questo buco di potere. Il Re di Giuda avrebbe potuto riunire il regno spezzato e finalmente instaurare una nuova stabilità per Israele, ma così non fu. Abner, il capo dell’esercito d’Israele mise Is-Boset, figlio di Saul a regnare sul regno del nord, fermando in questo modo ogni speranza di unione ed inaugurando una lunga guerra. In questi anni di battaglie Davide si fece sempre più forte, e mentre ad Ebron ebbe figli, il suo esercito riportava vittorie sulla casa di Saul che diventava sempre più debole. La regalità di Davide si era trovata davanti ad un momento propizio. La morte di Saul portava con sé un’occasione ghiotta per poter avanzare velocemente nella regalità, ma sebbene chiamato ad essere Re, Davide non fece della sua unzione un pretesto per scendere a compromessi ricercando scorciatoie politiche. Il buco di potere venne riempito dalla strategia politica di Abner e Is-Boset divenne Re, chiudendo così ogni possibilità di instaurazione del nuovo regno. La regalità di Davide non fu messa in discussione dagli eventi e dalle possibilità. L’occasione mancata non lo scuote, non lo spinge a cercare strategie veloci per impossessarsi di un regno facile. Davide si fida dell’unzione ricevuta e non la trasforma in un pretesto per compiere intrighi perversi. Davide avanza per il regno senza scorciatoie e continua ad esercitare la sua debole regalità in Ebron, dove il Signore lo fa prosperare e dove vince le sue battaglie. Il nostro Signore Gesù Cristo ha perfezionato ciò che il Re Davide ci sta mostrando. Gesù, come ci dice Paolo in Efesini 2, non fece del suo essere uguale a Dio un pretesto per la Sua regalità, ma svuotò sé stesso prendendo forma di servo e diventando sacrificio per noi, affinché ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore. Gesù non ha cercato scorciatoie, ma è avanzato fino alla croce per la salvezza dei suoi figli, inaugurando il suo Regno. Come suoi figli anche noi siamo chiamati ad avanzare per il regno di Dio in attesa del Suo ritorno. Siamo stati unti dal sangue di Gesù Cristo e siamo stati salvati dalla perdizione per esercitare una regalità santa e fedele. Troppo spesso le chiese sono guidate dalla convenienza e dalle scorciatoie. Dio ci ha chiamato ad avanzare in un contesto di minoranza, con risorse limitate e con forze razionate ma, nella sua unzione non abbiamo bisogno di confidare in altri. Non ci raccontiamo come chiesa di successo per ricevere fondi, non ci raccontiamo tribolati per attirare attenzione, confidiamo nelle promesse del Signore Gesù Cristo per la nostra città. Nelle difficoltà della regalità, Dio ci sta plasmando all’immagine del Salvatore, per essere una luce nel contesto in cui il Signore ci ha chiamato. Fratelli e sorelle, non cadiamo nella dinamica delle ‘Porte Aperte’. Non scegliamo ciò che è più semplice, ciò che più ci aggrada, non prendiamo scorciatoie alla regalità giustificandole come occasioni imperdibili che Dio ha aperto. Avanziamo per il regno, con la fede nel vangelo di Gesù Cristo senza scorciatoie.
Combatti per il regno, senza immoralità
Mentre la guerra tra la casa di Saul e la casa di Davide proseguiva Abner prendeva potere. Dopo aver innalzato Is-Boset a Re d’Israele, il capo dell’esercito aveva deciso di abbandonarlo per siglare un’alleanza con Davide. Il Re di Giuda accettò questa alleanza ponendo come condizione la restituzione di Mical sua moglie e figlia di Saul. Is-Boset accettò di riconsegnare Mical, ed Abner riconobbe il re di Giuda come l’unto del Signore, pronto a seguirlo come Re. Abner era il comandante che aveva reso Is-Boset Re, ed era anche il condottiero che aveva combattuto contro la casa di Giuda. Abner era l’uomo che aveva ucciso in battaglia Asael e perciò, con un inganno, in un momento di pace, venne colpito a morte da Ioab, capo dei guerrieri di Davide. Il re di Giuda condannò l’immoralità di questo omicidio e fece cordoglio. L’autore del racconto ci pone davanti ad uno stato di guerra dove gli eserciti si scontrano, dove gli uomini cadono in battaglia e dove i giochi politici e le alleanze sono in continuo mutamento. Abner e Ioab erano i capi degli eserciti coinvolti nella guerra ed entrambi si caratterizzano per l’immoralità delle loro azioni. Davide è in mezzo a queste situazioni corrotte e sebbene alcune potessero recargli un vantaggio, il Re di Giuda ricerca la giustizia e condanna profondamente la loro immoralità. La regalità di Davide non si piegò al vantaggio ed alle strategie corrotte. Anche se le conseguenze di certe azioni potevano portargli beneficio, Davide non nasconde il male ma lo condanna ricercando la giustizia e punendo la corruzione. Davide combatte per il regno, fa alleanze per avanzare ma senza immoralità. Il nostro Signore Gesù Cristo ha combattuto per il Regno di Dio fino alla morte in croce senza mai peccare. Gesù ha vissuto una vita perfetta in compagnia dei peccatori, dei perduti, di persone immorali, senza mai cadere nel peccato. Nel mondo che ci circonda ‘il fine giustifica i mezzi’ e la furbizia, la scaltrezza, il cambio di fronte in favore di un avanzamento è premiato. Roma è la città dei compromessi, dove per avanzare nel proprio lavoro si cede all’immoralità, dove le relazioni sono tenute in piedi da falsità, dove i matrimoni sono scatole piene di tradimenti e indecenze. Nel regno di Dio no. Il regno di Dio avanza per la sua Grazia, avanza per la Sua volontà. Non c’è spazio per l’immoralità. Come Davide anche noi siamo chiamati a sconfiggere l’immoralità nelle nostre vite, ad estirparla dalle nostre chiese, a condannarla nel mondo. Dio ci chiama a combattere per l’avanzamento del vangelo senza scendere a compromessi ma confidando in Lui, nella provvidenza e nella sua Grazia.
Attendi il regno, nei tempi di Dio
Dopo la morte di Abner, Is-Boset cadde nello sgomento. Così due capi dell’esercito Recab e Baana uccisero il Re nel sonno e portarono la sua testa a Ebrom. Davide non accettò l’uccisione di Is-Boset e condannò a morte i due uomini. Sebbene questo atto potesse essere l’ennesimo vantaggio per Davide di diventare Re su tutta Israele, il Re di Giuda non accettò la corruzione dietro quello che era appena accaduto. Recab e Baana avevano offerto a Davide una via facile e veloce per diventare Re, ma hanno pagato con la vita la loro corruzione. Davide ci dimostra la sua convinzione e fiducia nei tempi di Dio. Gesù Cristo ci ha mostrato la pazienza e la fede nei tempi del Padre. Nel deserto Gesù fu tentato a scegliere una strada più facile e veloce ma scelse di non perseguirla. Pietro aveva cercato di dissuadere Gesù dalla sua dolorosa opera di salvezza, ma il Signore lo ha azzittito portando fino in fondo il suo compito sulla terra. Ci sono momenti in cui le nostre vite scorrono lente e non vedono l’avanzamento del regno di Dio. Ci sono stagioni che sembrano più complesse, più statiche e dubitiamo di ciò che il Signore ci ha chiamato a fare. Dubitiamo del nostro lavoro, delle nostre vocazioni, diventiamo concentrati su noi stessi e sulle nostre idee di ‘tempi di Dio’. Ma il Padre attraverso il sangue di Cristo ci ha unti ad una regalità fedele che riconosce la sua sovranità e la veridicità delle sue promesse. Grazie all’opera dello Spirito Santo in noi possiamo adoperarci per il vangelo anche quando tutto ci pare fermo. Il riformatore Lutero, pensando ai tempi ed ai modi di instaurazione del regno di Dio disse: “se il Signore dovesse tornare domani, io oggi pianterei un albero”. Davide non si è fatto accecare dal vantaggio di poter tagliare i tempi della sua regalità ma ha scelto di perseguire la giustizia ed i tempi di Dio. Se hai conosciuto Gesù Cristo puoi fidarti di Lui, puoi fidarti dei suoi perfetti tempi e puoi avanzare nell’attesa del suo Regno. Grazie all’opera di Gesù Cristo possiamo avanzare per il regno, senza scorciatoie, possiamo combattere senza immoralità e possiamo riconoscere i suoi tempi.
Se non hai conosciuto ancora il Signore Gesù Cristo ti invito a farlo ora. Gesù è morto sulla croce ed è risorto pagando per il tuo peccato. Gesù ha investito tutto se stesso per il Regno di Dio ed un giorno tornerà per instaurarlo completamente. Gesù Cristo ci sta chiamando ad un ufficio regale dove potremo avanzare e combattere per i Suo regno, nella completa certezza dei suoi tempi e del suo ritorno per una eternità di gioia.