Perciò non ci scoraggiamo - 2 Corinzi 4,7-18

 
 

Predicatore: Clay Kannard

Tutto è cambiato in queste ultime settimane. È stato necessario per tutti cambiare le nostre routine giornaliere. Una delle mie nuove routine è andare online alle 18:00 per vedere il numero dei casi, morti, e curati. E finora, con i miei occhi, vedo brutte notizie di sofferenza, più casi, e più morti…mentre con le mie orecchie, i miei vicini di casa cantare gioiosamente dalle loro finestre. È come se qualcuno abbia sbagliato la colonna sonora del film che stiamo vivendo. È così facile scoraggiarsi.

Insieme all’incremento del numero dei casi e dei morti arrivano i sentimenti di incertezza. Arrivano tante domande in questo periodo. Quanto a lungo saremo in quarantena? Quando potremo tornare a scuola? Quando posso andare al parco? Quando potrò rivedere i miei amici, mia famiglia? Fino a quando ce la farà l’economia? Avrò un lavoro alla fine di tutto questo? Quando potremo lodare e celebrare la cena del Signore nuovamente insieme? È così facile scoraggiarsi. Almeno in una guerra puoi trovare il conforto e l’abbraccio dei tuoi vicini e della tua famiglia.

In questo momento sentiamo il peso della nostra fragilità davanti alla sofferenza. Sentiamo il peso delle incertezze della vita. In questo momento, desideriamo una spiegazione per l’avversità che vediamo ed affrontiamo. Molto presto, se non già, la domanda sulle labbra di tanti sarà: “Dov’era Dio in mezzo a tutto questo?” 

Forse senti il peso del momento. Forse ti senti scoraggiato. Forse già stai facendo quella domanda a Dio. Voglio che sappiate, fratelli e sorelle, che possiamo trovare una risposta a questa domanda, che ci dà speranza ed incoraggiamento nel nostro tempo di bisogno. In Seconda Corinzi capitolo 4, vediamo che Paolo fu un uomo che capiva le sue debolezze, e sopportò tanta sofferenza, ma non era scoraggiato.

Quello che scopriamo qui è che Paolo era un uomo afflitto, ma capiva che la sua avversità non era senza uno scopo più grande di sé stesso e della situazione presente. Ci dà almeno 4 motivi qui per cui il popolo di Dio non deve perdere coraggio nelle sue afflizioni, anzi, può essere incoraggiato perché…c’è potere nella nostra debolezza, c’è vita nella nostra morte, c’è grazia per la nostra città e il nostro mondo, e c’è certezza nell’incertezza.

 

1.     C’è potere nella nostra debolezza. Perciò non ci scoraggiamo!

In questa crisi presente ci vengono ricordate le nostre debolezze. Siamo degli esseri fragili che deperiscono velocemente. È quello che Paolo ammette nel versetto sette quando disse che siamo i vasi di terra. I vasi di terra non costavano molto, si rompevano facilmente, e non duravano tanto tempo. Però Dio aveva scelto di fare qualcosa di miracoloso con un recipiente così debole. Dio ci ha messo un tesoro dentro. Il tesoro è il messaggio stesso del Vangelo e conoscenza di Gesù. La salvezza di Dio che brilla nel cuore del suo popolo. È il messaggio che attraverso la vita, la morte e la risurrezione del Suo Figlio Gesù, c’è perdono dei peccati e una nuova vita abbondante. Però perché Dio ha messo un tesoro così grande in vasi di terra? 

Dove mettiamo di solito i nostri tesori? Solitamente in una cassaforte, nella banca, in qualche posto forte e sicuro. In questo tempo incerto, il peso della crisi dell’economia mondiale sta causando il dubbio in molti delle istituzioni che mantengono i nostri tesori. Vogliamo che i nostri tesori siano custoditi in un posto forte e potente. Non metteremmo mai i nostri tesori in un contenitore debole e decadente. Però Dio l’ha fatto. Perché? Paolo disse nel versetto sette, perché il potere di Dio viene mostrato attraverso la nostra debolezza. Dio mette questo tesoro in vasi di terra, cosicché la sua grande potenza potesse essere evidente, in modo da essere glorificato Lui stesso, e non i vasi.

Fratelli e sorelle, c’è potere nella nostra debolezza! E non è il nostro potere, non dipende dalla nostra forza, è la potenza di Dio. L’unico vero messaggio di speranza e la vita di Cristo, Dio ha messo in noi… in recipienti deboli. Ci sono molte afflizioni che ci ricordano della nostra debolezza, però per i figli di Dio, c’è il potere di Dio in esse. Quindi non ci dobbiamo scoraggiare! Perché questo tesoro è già al lavoro dentro di noi, nella nostra debolezza c’è il potere di Dio, e questo potere sta producendo vita nella nostra morte!

 

2.     C’è vita nella nostra morte. Perciò non ci scoraggiamo!

È attraverso la nostra sofferenza che ci relazioniamo a Cristo e che l’opera di Dio viene manifestata in noi (10). Fratelli e sorelle, prima di ricevere il tesoro del Vangelo, stavamo morendo nella morte. Eravamo morti viventi, senza alcuna vera speranza per sfuggirla. Però ora, siamo morti a noi stessi, veniamo trasformati attraverso la vita di Cristo dentro di noi. Ogni passo più vicino alla morte è un passo più vicino alla gloria di Dio. Lo sappiamo perché la morte non ha fermato il nostro Re. Gesù risuscitò dalla morte, sconfisse la morte per coloro che, come Paolo, avevano sentito e creduto in quel messaggio (13). Condivideremo nella stessa risurrezione. Questo ci dà la forza e l’incoraggiamento in tempi di sofferenza. Permette di abbracciare le nostre afflizioni perché, nonostante quanto siano difficili, Dio è al lavoro in noi, attraverso il dolore, per produrre vita e glorificare suo Figlio. La vita di Cristo è il nostro antidoto allo scoraggiamento che potremmo sentire in questa pandemia. 

Calvino disse questo: <<La vita di Gesù è l’antidoto migliore alle avversità --- che come la morte di Cristo è il cancello alla vita, sappiamo che una risurrezione benedetta sarà per noi la terminazione di ogni miseria, dato che Cristo ci ha associati a sé stesso in questa condizione, che tutti partecipassimo alla sua vita, se in questo mondo ci sottomettiamo per morire con lui.>>

Fratelli e sorelle, abbiamo la vita di Cristo all’opera in noi. Ogni afflizione e passo verso la morte è un’opportunità di sperimentare la grazia di Dio mentre guardiamo alla vita che abbiamo davanti. Perciò non siate scoraggiati! Nella nostra morte, c’è la vita di Cristo! Attraverso la nostra sofferenza ci relazioniamo a Cristo e la grazia di Dio viene conosciuta in noi. E viene anche fatta conoscere agli altri attraverso di noi.

 

3.     C’è la grazia per la nostra città e il mondo. Perciò non ci scoraggiamo!

Come Paolo, mentre scegliamo di vedere la potenza di Dio all’opera nella nostra sofferenza, mentre abbracciamo le afflizioni e poniamo la nostra speranza in Cristo, altri vedranno la grazia di Dio che opera nelle nostre debolezze, e glorificheranno Dio (15)! Quando tutti i conforti della vita ci vengono strappati, altri vedranno la grazia di Dio all’opera per calmare i nostri cuori e le nostre menti, e la sua grazia sarà estesa a loro! La nostra testimonianza per Cristo sarà ancora più visibile di prima. Abbiamo già visto la dimostrazione di questo quando il Signore prese Kyra. Luca ed Helena videro la grazia di Dio ad opera nella vita della chiesa… ed in quel momento doloroso, la grazia di Dio si è estesa a loro.

L’antidoto per l’avversità che Calvino menzionò è quello di cui ha bisogno la nostra città. Mentre preghiamo per un antidoto, un vaccino per combattere il virus, abbiamo già l’antidoto di cui questa città e questo mondo ha bisogno. La potenza di Dio e l’Evangelo siano sempre più proclamato nella sofferenza quando tutti cercano un aiuto, una speranza, ed antidoti alle afflizioni! Quindi Paolo abbracciò le sofferenze con una prospettiva diversa ed amore per gli altri. 

Chiesa, avremo lo stesso atteggiamento di Paolo in mezzo a questa crisi? Saremo capaci di dire… Signore, se dovremo affrontare avversità affinché più persone potranno sperimentare la tua grazia, così sia? Signore se dovremo rimanere in quarantena cosicché la tua grazia possa abbondare in questa città, e più persone venissero a vedere la loro debolezza e ti trovassero in mezzo a questa pandemia, ci sottometteremo e non ci scoraggeremo? Fai breccie nei cuori delle persone qui a Roma, anche se dovessi usare nostre vite per abbattere il muro! Non ci scoraggeremo! 

Dio è al lavoro fratelli e sorelle, sia che ce ne rendiamo conto o no. Perciò non siate scoraggiati! In questa pandemia, c’è grazia per noi, grazia per la nostra città, e grazia per il nostro mondo.

 

4.     C’è certezza nell’incertezza. Perciò non ci scoraggiamo!

Insomma, Paolo non era scoraggiato dalle sue afflizioni perché sapeva che c’era qualcosa di migliore che doveva ancora arrivare. Nel versetto 17 dice che queste afflizioni leggere e momentanee ci stanno preparando per il giorno in cui saremo con Dio in tutta la Sua gloria. Quello che Paolo intende qui per “momentanea” non è semplicemente un breve periodo di tempo nella nostra vita, ma la vita intera. L’afflizione è inevitabile, non si può fuggire dalla sofferenza. Però quello che capiva qui Paolo è che Dio è sovrano e lavora attraverso quelle afflizioni. Non sono prive di senso.

Fratelli e sorelle, nel panorama più grande dell’eternità, ci dobbiamo ricordare che la nostra vita è momentanea, come un vapore (Giacomo 4:14). Nel piccolo spanno di tempo in cui soffriamo, siamo sopraffatti da tanta incertezza. Però per il popolo di Dio una cosa è certa, ed è questo: che Dio è sovrano sulla nostra sofferenza. Perciò, ci possiamo fidare che nelle nostre afflizioni, ci sta preparando per qualcosa di ancora più grande, un’eternità alla Sua presenza.

In quel momento, tutto il peso che sentiamo oggi volerà via come una piuma. Le nostre afflizioni non compariranno al peso della gloria di Dio che sperimenteremo. Guarderemo indietro e ci meraviglieremo di tutto quello che Dio ha fatto attraverso questa pandemia. Ora i nostri occhi stanno soffrendo il dolore causato dalla pandemia, ma con gli occhi della fede, anche noi possiamo vedere le nostre afflizioni come Paolo (18). Anche nei momenti di incertezza come adesso, c’è la certezza. Dio è al lavoro nelle nostre afflizioni, e possiamo abbracciarle mentre rimaniamo fermi nella certezza che Dio è fedele. Perciò, non ci dobbiamo scoraggiare!

Siamo afflitti, però non ridotti all’estremo. Siamo perplessi, però non disperati. Siamo perseguitati, però non abbandonati. Siamo atterrati, però non uccisi. Siamo in quarantena, però non siamo soli. Stiamo in lutto per questo paese e per questo mondo, però non siamo senza speranza. 

Grazie all’opera di Dio che ci dà la vita attraverso la sofferenza e risurrezione di Cristo, c’è un però non per ogni afflizione. In Cristo, per ogni afflizione c’è un però non. Perciò non siate scoraggiati! Dio ha il controllo. C’è potere nella nostra debolezza, il potere di Dio! C’è vita nella nostra morte, la vita di Cristo! C’è grazia per la nostra città e per il nostro mondo, la grazia che salva! E c’è una certezza nell’incertezza, un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria.

Amico, se non conosci Gesù Cristo come il tuo Signore e Salvatore personale, sei senza speranza, e questo è certo. Forse questa pandemia ha esposto la tua debolezza. Forse ti ha derubato delle cose che ti danno la speranza, lasciandoti instabile. Preghiamo che la Grazia di Dio possa estendersi su di te, che tu possa pentirti dei tuoi peccati e fidarti dell’opera di Gesù Cristo soltanto per essere salvato. Che tu possa morire a te stesso oggi, che tu possa invocare il nome di Gesù per essere salvato, e che tu possa sperimentare la vita che solo Lui ti può offrire.

 

Preghiamo.

Signore, veniamo a te con cuori pesanti per questa città, questa nazione, per in nostro mondo. È così facile scoraggiarsi. Abbiamo bisogno del Tuo aiuto. Chiediamo il Tuo intervento in modo potente ora. Mentre preghiamo, questo paese ha bisogno di vederti al lavoro, guarendo, ristorando, e soprattutto, salvando i peccatori. Preghiamo che tu ci aiuteresti ad affrontare questa afflizione con speranza, di fidarci che tu stai al lavoro nella nostra debolezza. Grazie per la Tua parola e per la vita di Cristo che sta al lavoro in noi in mezzo alla morte e alla sofferenza. Ti chiediamo di estendere la Tua grazia a chi sta nella nostra città, in questa nazione e nel mondo, anche se dobbiamo spendere le nostre vite per farlo. Che potessimo guardare in avanti con speranza ed essere incoraggiati, che questa afflizione immensa potesse essere leggera come una piuma in confronto al peso della gloria futura che sperimenteremo nella Tua presenza. Nel nome di colui che la garantisce, Gesù Cristo, amen.