La religione provata - Giacomo 1,22-27
Predicatore: Nazario Manduzio
Ogni anno facciamo i conti con una serie di grandi celebrazioni a cui dovremo partecipare. Matrimoni, lauree ed altri. Ogni occasione è importante, e prevede la scelta di un abito più o meno elegante. Ma come capire quale scegliere? Come capire qual è quello giusto?
Recentemente stavo cercando un abito per un’occasione importante. Guardando on-line mi sono fatto un’idea di cosa volevo e pensavo che con quel vestito addosso sarei stato perfetto. Arrivato in negozio però, provandolo, mi sono reso conto che in effetti non mi stava poi così bene. Le sue caratteristiche sartoriali erano perfette, il colore era ottimo ed il commesso sembrava molto propositivo. Tuttavia, guardandomi allo specchio, notai che l’immagine che veniva riflessa non era quella che avevo immaginato. L’abito che avevo scelto non era quello giusto. Sì, ci sono diversi parametri che un abito deve avere, però anche se questi sono tutti rispettati ed anche se il commesso cerca di convincerti della sua qualità, solo lo specchio ti mostrerà davvero la verità. Quando prendiamo un abito la conferma decisiva l’avremo solo davanti a uno specchio.
Nel testo che abbiamo appena letto, Giacomo ci sta dicendo proprio questo: per capire se la tua è una fede autentica o invece ti stai rivestendo di una falsa religiosità, devi specchiarti nella Parola di Dio. Solo essa ti mostrerà la vera immagine di ciò che sei.
Giacomo, come il riflesso di uno specchio, ci dà tre parametri per poter riconoscere se il vestito che stiamo indossando è una falsa religiosità o una fede autentica: Metti in pratica la Parola di Dio? Tieni a freno la sua lingua? Soccorri i bisognosi?
1) Metti in pratica la Parola di Dio? (vv 22-24)
Nei versi dal 22 al 24 Giacomo parla dell’importanza di mettere in pratica la parola di Dio, perché solo ascoltandola, illudiamo noi stessi. Ascoltare soltanto, senza agire corrisponde a qualcuno che specchiandosi dimentica l’immagine contorta di se.
Giacomo non stava scrivendo a sconosciuti, ma la sua lettera era indirizzata a persone che considerava “fratelli”. Scriveva a dei cristiani di origine ebraica che fin da bambini non hanno passato un solo giorno senza parlare di religione ed osservare pratiche religiose. I destinatari della lettera conoscevano molto bene la parola di Dio. Eppure Giacomo in questo testo ci dice che non basta. Essere religiosi non significa nulla. Queste parole sono valide per noi tanto quanto lo erano per gli originali destinatari.
Anche noi che siamo seduti qui ogni domenica conosciamo bene la parola, cantiamo, preghiamo, predichiamo, ma non basta. Mettere in pratica la Parola di Dio significa vivere vite integre. Vite che rispecchiano la nostra fede nelle nostre azioni, negli atteggiamenti, nei nostri desideri, nelle nostre scelte di vita, e ancora da come viviamo le nostre relazioni con il prossimo, che sia a lavoro con i colleghi, a scuola con i nostri compagni, a casa con le nostre famiglie. Mettere in pratica la parola di Dio significa vivere vite con al centro Cristo.
È con al centro Cristo che seduti qui ogni domenica possiamo pregare per glorificare Cristo, cantare per lodare Cristo, predicare per annunciare il vangelo di Gesù Cristo.
Viviamo nella città che viene considerata il cuore della cristianità. Tutti a Roma hanno sentito parlare della parola di Dio. Molti di noi si considerano religiosi, ma quanti di noi effettivamente mettono in pratica la parola di Dio? Perché è da come mettiamo in pratica la parola che vedremo se la nostra religione è un insieme di regole vuote o se è caratterizzata da una fede vera, con al centro Gesù Cristo.
Metti in pratica la parola di Dio? Forse sei passato davanti allo specchio della parola e ciò che hai visto non rifletteva ciò che immaginavi di te, o ciò che gli altri pensavano di te. Non dimenticare ciò che hai visto, la tua religiosità non servirà a nulla, ma rivestiti di Cristo e metti in pratica la parola di Dio.
2) Tieni a freno la lingua? (vv 25-26)
Nei versi 25 e 26 Giacomo va avanti dicendo che chi guarda alla legge perfetta, chi guarda a Cristo persevera. Non è uno che dimentica, ma qualcuno felice in ciò che fa. Invece la falsa religiosità si mostra nel non tenere a freno la lingua.
Giacomo nel capitolo tre approfondisce questo concetto. Dice che la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. È come un fuoco che brucia tutto quello che incontra. È il mondo dell’iniquità. L’incapacità di tenere a freno la lingua è sintomo di una religiosità vuota, dove è evidente che il centro della nostra fede non è Cristo. Davanti allo specchio della parola vediamola necessità di tenere a freno la lingua, ma se non ci specchiamo in essa non sentiremmo la necessità di dover controllare i nostri discorsi, piuttosto saremo illusi da essa.
Anche quando parli, devi specchiarti nella parola devi guardare a Cristo, non nasconderti dietro la tua eloquenza. La nostra lingua se non è tenuta a freno non ha alcun rispetto del prossimo, ma è uno strumento che usiamo per innalzare noi stessi al di sopra degli altri. Con la lingua ci inganniamo cercando di coprire le nostre mancanze, mentre facciamo presto a scoprire quelle degli altri. Quando siamo sotto stress, quando abbiamoscadenze da rispettare o quando affrontiamo dei problemi nella nostra vita quotidiana, usiamo le nostre parole in modo tagliente ferendo così le persone che abbiamo attorno. Ma se la nostra è una fede sincera, le nostre parole non saranno parole piene di egoismo, oscenità ed amarezza, ma saranno parole ripiene della giustizia di Cristo. Specchiandoci davanti alla parola di Dio, invece di dare libero sfogo ai nostri cuori corrotti, le nostre parole saranno rivestite della giustizia di Cristo e diventeranno parole di incoraggiamento e di edificazione.
La realtà che abbiamo attorno, ciò che sentiamo nei nostri confronti in questa città, non sono parole di incoraggiamento o che stimolano in noi gioia. Ma Dio ci chiama ad essere persone che spezzano questo circolo vizioso. Che spezzano la dittatura della lingua.
Tieni a freno la lingua? Se non ne sei capace è la dimostrazione che sei soltanto un religioso, che non conosce la grazia di Cristo.Non ingannarti con le tue parole, ma specchiati davanti alla parola.Metti un freno alle tue bugie e lascia passare la parola di verità.Rivestiti della giustizia di Cristo e quelle parole di verità che hai ricevuto diventeranno anche le tue, cosi potrai incoraggiare ed edificare te e chi ti sta intorno.Rivestiti di Cristo.Rivesti le tue parole della sua giustizia.
3) Soccorri i bisognosi? (v 27)
Ciò che è gradito a Dio padre è la purezza dal mondo e il soccorrere i bisognosi. Giacomo alla fine di questo capitolo sottolinea come Dio Padre: del nostro formalismo religioso non se ne faccia nulla. Davanti a Dio sono graditi solo coloro che hanno una fede vera con risvolti pratici ed una fede caratterizzata dalla purezza di cuore che ci spinge a soccorrere i bisognosi. Questo è il fruttodi una fede provata.Se la fede, come dice più avanti Giacomo, non ha opere…è morta.
Sicuramente hai avuto spesso nel cuore il desiderio di aiutare il prossimo ma, la purezza di cuore necessaria per ogni opera buona è la conseguenza dell’opera di Gesù Cristo per quelli che hanno creduto in lui. Cristo è venuto per soccorrere i bisognosi come me e te. Gesù cristo è colui che si è mantenuto puro, che non ha mai peccato, perché è il figlio di Dio fattosi uomo. Gesù ha accolto la croce e ci è salito per darci una speranza di salvezza. Lui ci ha soccorsi. Non ci ha abbandonati nella nostra miseria. Si è sacrificato completamente ed è infine risorto, mostrandoci la religione perfetta, pura e senza macchia, coerente completamente in accordo con la volontà del padre. Noi eravamo peccatori perduti nelle nostre colpe.Davanti allo specchio della parola Gesù ci ha mostrato tutto il nostro peccato ed il nostro formalismo religioso non bastava a salvarci.
Solo l’opera redentrice di Gesù Cristo ha potuto farlo. È solo attraverso la fede in Gesù Cristo che verrai salvato perché lui è colui che ha pagato il tuo peccato. È solo attraverso Cristo che potrai vivere una religione provata. È solo attraverso l’opera di Gesù Cristo che potrai soccorrere i bisognosi. Gesù Cristo ci mostra chi siamo attraverso la sua parola, ed attraverso la sua opera ci ha resi degni di ogni opera buona. Solo l’opera di Cristo potrà fare la differenza in questa città. Solo Cristo può fare la differenza nella tua vita. Non andare via dimenticando chi sei e il bisogno che hai di Cristo.