La sopravvivenza nelle prove - Giacomo 1,19-21
Predicatore: Joel Hardman
Avete mai avuto una terribile, orribile, abominevole ma veramente bruttissima esperienza? Ho avuto un'esperienza così, qualche anno fa qui a Roma. Io ed Amy stavamo andando a un evento dove avremmo filmato la testimonianza di un’amica, Damaris. Per farlo bene, abbiamo comprato una nuova macchina fotografica e l’avevo in mano. Eravamo quasi arrivati, dovevo solo attraversare una stradina, passando attraverso un paio di auto parcheggiate, quando un motorino, uscito dal nulla (almeno non l’avevo visto), mi ha suonato il clacson e mi ha spaventato. Sono stato così arrabbiato contro il motociclista, che ho fatto un passo sul marciapiede girando per urlare contro di lui. Ero ancora furioso quando mi sono girato che sono inciampato sul piccolo recinto (che non vedevo), dove una volta c'era un albero e sono caduto dentro quel quadro di terra recintato. Ho avuto un livido qui, la nuova macchina fotografica è stata danneggiato e giaceva a terra. Mi sono sentito ferito, frustrato, imbarazzato e molto arrabbiato. Peggio ancora, Amy era preoccupata per la rapidità con cui mi fossi arrabbiato.
Le prove vengono. A volte affrontiamo una prova, e invece di considerarla una grande gioia, ci arrabbiamo, solo per scoprire che la nostra rabbia ci ha fatto inciampare e cadere (a volte abbastanza letteralmente) sulla prossima prova che è proprio dietro l'angolo.
Stasera, continuiamo la nostra serie sul libro di Giacomo intitolato: Come funziona la fede? La settimana scorsa Leo ci ha ricordato che “ La vita cristiana è luogo di gioia, ma è anche un campo di battaglia.” So per me, in quel momento, quando mi trovavo sulla terra, arrabbiato e ferito, sentivo che la vita cristiana era stata più un campo di battaglia che un luogo di gioia.
Giacomo ha scritto la sua lettera alla chiesa del primo secolo, che si trovava in un campo di battaglia. Ora guardiamo tre motivi perché Giacomo l’ha scritta. Uno, per incoraggiare la chiesa a sopravvivere alla battaglia, due, per incoraggiarla a sopravvivere nel nuovo luogo in cui si trovava, e tre, per incoraggiarla a passare da sopravvivere a fiorire. La lettera di Giacomo, che è stata scritta alla chiesa di quel tempo, è valida ancora per la chiesa di questo tempo. Leggiamo la parola di Dio, che parla ancora a noi stasera.
19 Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira; 20 perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio. 21 Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.
Giacomo 1,19–21 NR06
1) Sopravvivere alla battaglia
Ricordate l’immagine della guida a sinistra? Prima che una persona diventi cristiana, è abituata a vivere in un certo modo (alla destra), ma quando una persona diventa cristiana, ha un prerogativa di vivere in un altro modo (alla sinistra). Mentre stiamo imparando a guidare dall'altre parte, prestando molta attenzione ai segni che ci indicano le nuove regole, sarebbe fantastico se potessimo imparare a guidare come neopatentati con una grande P sul vetro posteriore, che segnala agli altri autisti di darci tanto spazio. Però non percorriamo la strada da soli. La condividiamo con altri autisti, alcuni che come noi stanno imparando a guidare dall’altre parte, altri che ancora guidano alla destra. Attenzione! Ci saranno delle prove!
Quando affrontiamo la prova, quando ci imbattiamo con altri per strada siamo abituati a reagire alla difficoltà con la rabbia, dicendo frettolosamente delle cose con una certa frustrazione, pensando di capire il problema che ci circonda e di chi è la colpa (certamente non è colpa mia).
Vuoi superare la prova? Giacomo ci dá qualche consiglio per sopravvivere. Non seguire il tuo istinto, come prima. Invece sii pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all'ira. Come un segno stradale: Rallentare! Dio sta al lavoro, prestare attenzione a ciò che sta facendo.
Quando rallentiamo, siamo meglio in grado di capire che Dio sta lavorando, che ci aiuta a rallentare la nostra rabbia e ci impedisce di parlare per frustrazione. Questo ci dà lo spazio per essere pronti ad ascoltare la voce di Dio attraverso la sua parola. Nel Salmo 119:11 è scritto: ”Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te.” Lo stress ci mette sotto pressione e rivela ciò che c'è nel nostro cuore. Se abbiamo conservato la parola di Dio, essa può trasformare il modo in cui rispondiamo a quello stress così da non peccare contro Dio.
In altre parole, la prova mette in evidenza ciò che è nel cuore. Gesù ha detto “dall'abbondanza del cuore la bocca parla” (Matteo 12,34). Quando ci imbattiamo in altre persone o in una prova, le nostre reazioni rivelano ciò che c'è nel nostro cuore. Le prove sono esterne, ma la battaglia si svolge nel cuore.
Se sono onesto, non mi è piaciuta la rabbia che è uscita dal mio cuore quel giorno o la rabbia che esce fuori quando i piccoli membri della mia famiglia non mi ascoltano o quando c'è un conflitto con i colleghi. E tu? Cosa ti fa arrabbiare?
C’è una battaglia che si svolge nel cuore ed è troppo facile auto giustificare la nostra rabbia. É per questo motivo che Giacomo dice che l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio. Il suo punto e semplice: “La rabbia umana non produce un comportamento gradito a Dio.”
Perché? Perché nella maggior parte dei casi, quando affrontiamo una prova, la nostra reazione è di sterzare il volante alla destra, diventare arrabbiato e frustrato come abbiamo sempre fatto. Ma ora, siamo chiamati ad un comportamento diverso, un altro modo di reagire che è gradito a Dio. Ora, siamo stati trasferiti ad un altro luogo.
2) Sopravvivere nel nuovo luogo
Le persone a cui Giacomo ha scritto la sua lettera erano dispersi nel mondo a causa della persecuzione. Si trovavano davanti alle varie e numerose prove in un nuovo luogo; in una nuova cultura. Forse per alcuni di noi ci sono delle somiglianze; ti sei trasferito da un altro luogo a Roma o da una cultura all'altra e stai affrontando varie e numerose prove.
Il popolo di Dio dal primo secolo è stato trasferito da un luogo fisico ad un altro, ma non solo. Noi, come loro, siamo stati trasferiti da un regno ad un altro e per sopravvivere alle prove abbiamo bisogno che ci venga ricordato a quale regno apparteniamo.
Siamo stati trasferiti dalla morte alla vita. Paolo ha scritto alla chiesa di Efeso: “Eravamo morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati, ma Dio, che é ricco in misericordia, ci ha vivificati con Cristo” (Ef 2,1 & 5).
Siamo stati trasferiti dalle tenebre alla luce. Alla chiesa di Colossesi, Paolo ha scritto: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (Col 1,13).
Il cuore di pietra è stato trasformato in uno di carne. Nell'antico Testamento Dio ha dato questa promessa “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne” (Ezechiele 36,26).
Quando una persona diventa cristiana, non vuol dire che dal quel punto in poi sarà facile e senza problemi. Significa che è stata trasferita da un regno all'altro e che il suo cuore è trasformato.
Siamo abituati a vivere secondo le vecchie normative. Però, con un nuovo cuore possiamo vivere secondo le normative del nuovo regno, lasciando da parte le vecchie abitudini. Giacomo ci dà un'immagine che ci aiuta a capire questo: Togliersi i vestiti vecchi e sporchi . Ci incoraggia a spogliare lo stile di vita che abbiamo vissuto prima, a deporre ogni impurità e residuo di malizia. Quello é stato il modo in cui abbiamo vissuto nel passato.
Ancora e ancora gli scrittori del Nuovo Testamento ci dicono di deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e bandire la menzogna (Efesini 4,22 & 25) e di deporre … ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene (Colossesi 3,8). Nel passato, ci siamo comportati in un certo modo, Giacomo ci ricorda che dobbiamo togliere questi vecchi e sporchi modi di comportarci per vivere secondo le regole del nuovo regno.
Io ed Amy torniamo negli stati uniti ogni tanto. Mentre l'aereo sta atterrando, Amy mi fa un discorso di incoraggiamento che fa così: Joel il modo in cui guidi a Roma non è consentito sulle strade americane. A Roma si può guidare come i Romani ma qui, devi smettere di guidare in quel modo e guidare seconde il codice della strada Americano. Durante la nostra permanenza, devo ricordarmi più e più volte di togliere i vecchi modi di comportarmi sulla strada.
3) Da sopravvivere a fiorire
Cari amici, succedono cose difficili e le prove che affrontiamo sono dure. A volte sembra che arrivano uno dopo l'altra, onda dopo onda. Potrebbe essere difficile considerare una grande gioia quando veniamo a trovarci in prove svariate.
Dio non ci promette una vita facile. Al contrario, ci viene detto che ci saranno delle sfide. Ma la buona notizia del vangelo è che siamo stati salvati e che nelle prove Dio è con noi. Siamo stati salvati e veniamo salvati. Quando una persona diventa cristiana, viene salvata dai suoi peccati. È compiuto una volta per sempre. Nella vita cristiana c'è una salvezza progressiva, cioè la santificazione. Come uno cesello nelle mani di uno scultore, Dio usa le prove che affrontiamo per santificarci, per renderci più simili a lui.
Giacomo dice così: “Ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.” Gesù ci invita: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11,28-30).
Vi sentite affaticati? Oppressi? Vieni a Gesù, e vi darà riposo alle vostre anime. Gesù ci dà riposo in mezzo alle prove. Non le toglie, ma ci invita a gettare le nostre preoccupazioni su di lui e di trovare riposo in lui.
Quando veniamo a Gesù, passiamo da sopravvivere a fiorire.
Gesù ha detto “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto” (Giovanni 15,5). Che bella immagine.
Mamme che sono troppo stanche, venite a me e io produrrò frutto nella vostra vita. Studenti che sono troppo stressati dagli esami, venite a me e io produrrò frutto nella vostra vita. Celibi o nubili che desiderano sposarsi, venite a me e io produrrò frutto nella vostra vita. Coppie che stanno vivendo un conflitto nelle vostre relazioni, venite a me e io produrrò frutto nella vostra vita. Non tolgo le sfide, ma produco dentro di voi: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine e autocontrollo. Passa da sopravvivere a fiorire.