Resilienza nella prova - Giacomo 1,16-18

 
resilienza nella prova
 

Una delle guide più intense che ho sperimentato è stato il tragitto da Dover a Londra la prima volta che andai in auto. Dovendo guidare a sinistra, quei 100 km furono carichi di tensione: arrivai a Londra con il mal di testa e con i muscoli irrigiditi! La vita cristiana è come quel tragitto. Non è facile guidare dalla parte giusta nel regno di Dio ma diversa rispetto al mondo! Si è provati spesso e volentieri. Oltre a dover affrontare continue prove, Giacomo ci ha detto che la nostra vita è soggetta alle tentazioni del peccato. Mentre Dio ci forma tramite le prove per farci crescere in maturità, il nostro peccato vuole distruggere l’opera di Dio cercando di abbatterci e facendo retrocedere.

La vita cristiana è luogo di gioia, ma è anche un campo di battaglia. E’ facile rischiare di andare in apnea e boccheggiare. E’ facile andare in riserva di energia e correre il pericolo di fermarsi. Questa breve sezione (vv. 16-18) è un incoraggiamento a sviluppare delle strategie di resilienza spirituale, a praticare forme di resistenza cristiana nel vortice della vita, a nutrire la capacità di ripartenza quando il cammino è particolarmente duro. Nel bel mezzo delle prove e della tentazione, non cadiamo nell’inganno (v. 16) di pensare che tutto sia saltato e che l’unica possibilità è lo sfascio. Non cediamo alla rassegnazione e al pessimismo. Al contrario, ci sono pratiche virtuose a cui aggrapparsi per non cadere all’ingiù e per tornare a crescere con Dio e con la chiesa. 

1. Ringrazia per il buono in mezzo alle difficoltà 
Una delle conseguenze possibili delle prove è di sviluppare una percezione malsana della realtà intorno a noi. Sotto stress, il mondo cambia colore: dall’essere colorato diventa in bianco e nero. Non si vede più niente di buono e di bello: solo un misto confuso di triste grigiore. Se non si inverte la marcia, tutto diventa grigio scuro per trasformarsi poi in nero pesto. Ci alziamo la mattina turbati, iniziamo la giornata arrabbiati, ci scontriamo con gli altri, coltiviamo cattivi pensieri, reagiamo in modo scomposto e così via. Sotto stress, la vita è soggetta al piano inclinato del rancore e dell’amarezza. Quando c’è la nebbia della stanchezza è tutto grigio. E’ così per te oggi?

La Parola di Dio ci dice di dedicare del tempo ogni giorno all’osservazione dei buoni doni di Dio e al ringraziamento per essi. Il peso della prova ci può portare a ritenere che tutto è malvagio e che tutto è storto. No: anche oggi, anche nella prova, anche sotto pressione, abbiamo ricevuto e stiamo ricevendo molti doni buoni da parte di Dio. Non è tutto buio. Dio continua a benedirci con i suoi doni generosi, adeguati e completi per la nostra vita. Dio non va mai in vacanza come donatore.

Dio dona la vita, il fiato e ogni cosa (Atti 17,25). Nonostante il nostro peccato, Dio fa alternare le giornate e le stagioni; fa nascere bambini, fa sbocciare i fiori e le amicizie, ispira gli artisti a creare opere d’arte e gli ingegneri a risolvere i problemi. Lui si prende cura dei passeri del cielo e dei fiori dei campi; non si prenderà cura di noi? (Matteo 6,25-31). E’ buona cosa iniziare la giornata ringraziando per i doni ricevuti; è buona cosa riconoscere i doni di Dio prima di mangiare; è buona cosa condividere i doni di Dio con chi ci sta attorno; è buona cosa concludere la giornata benedicendo Dio per averci accompagnato con i suoi doni buoni. Oltre la nebbia temporanea della nostra vita, c’è sempre il sole dei doni di Dio che si prende cura di noi. Non perdiamo mai di vista i buoni, giusti, adeguati ed abbondanti doni di Dio.  

Anche quando facciamo fatica a vederli, ci arrivano da parte di Dio in modo generoso. “Colui – cioè Dio Padre – che non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? (Romani 8,32). Sì, ogni dono buono viene puntualmente e fedelmente da Dio, ogni giorno, anche oggi. 

2. Abbi un punto fermo in mezzo al caos
Le prove portano con sé sconvolgimento e disordine. I punti di riferimento, le certezze del passato vengono scrollate e iniziano a traballare. Si fa esperienza dell’onda sbattuta nel mare in tempesta (1,7), dell’instabilità del nostro passo incerto (1,8) e del fiore che appassisce e secca (1,11). Tutto va a rotoli e si ribalta. E’ facile perdere la bussola e non capirci più niente. E’ facile farsi risucchiare in un vortice e perdere l’orientamento, come quando giriamo su noi stessi molte volte e poi non sappiamo più dove siamo e rischiamo di cadere. 

Oltre a ringraziare Dio per i suoi doni che comunque ci arrivano, Giacomo ci invita ad avere Dio come punto di riferimento stabile e certo. Lui non cambia, non muta (1,17). Anche se la nostra vista è annebbiata, Dio è il Padre del sole e delle stelle e continua ad illuminare il cammino. Si può pensare che Giacomo avesse esperienza di pescatore in quanto fa riferimento al mare in tempesta; qui fa riferimento al Padre delle stelle che sono l’orientamento del marinaio. Il mare può essere mosso mettendo a rischio la navigazione, ma le stelle in cielo continuare a segnare i punti di riferimento per proseguire l’attraversata. Dio non cambia, Dio non cambia posizione, Dio non si perde, Dio non scompare.

E’ stabile il suo carattere; è certo il suo piano; sono fedeli le sue promesse; è vera la sua parola; è sicuro il suo rifugio; è pronto il suo intervento. Tutto il resto può essere sottosopra, ma Dio rimane fermo. Nei momenti in cui i nostri punti di riferimento ballano, torniamo alla stabilità di Dio. Ripartiamo dalla certezza della sua Parola. Mettiamoci sotto la sua volontà e dentro il suo piano. Invece di ballare insieme a tutto il resto per essere sbattuti di qua e di là, aggrappiamoci all’unico punto fermo che non cambierà mai: il Dio dell’alleanza, il Dio uno e trino che dall’eternità e per l’eternità sarà fedele a Sé stesso e alla sua Parola. I chiodi piantati male da noi possono muoversi e far cadere i quadri della vita che vi abbiamo appeso. Il chiodo di Dio è il tassello fermo su cui la nostra vita può trovare stabilità e fermezza anche durante un terremoto. A cosa è agganciata la tua vita? A chiodi instabili e mobili o al Dio dell’alleanza che non verrà mai meno? 

3. Vivi il meglio in mezzo all'ordinario
Dio è un donatore generoso che fa doni buoni. Oltre ai doni ordinari e quotidiani della vita, Dio fa dei doni straordinari e unici. Chi è credente, oltre a beneficiare dei doni continui di Dio, ha ricevuto un dono unico da Lui. E’ stato generato alla vita umana ed è stato rigenerato alla vita eterna (1,18). Questo è il top del top. Questo è il dono supremo e sublime. Oltre a tutto il resto, i credenti in Cristo hanno ricevuto in dono la nuova vita in Gesù. Il meglio del meglio, la crème de la crème. Tutti gli altri doni divini, per quanto buoni e generosi, un giorno finiranno. Alla morte si estingueranno. Il dono della vita eterna, invece, non finirà mai e proseguirà per sempre. 

Siamo le primizie delle sue creature in quanto, rigenerati a nuova vita per mezzo della Parola, anticipiamo l’eternità e la gloria della nuova creazione. Viviamo già la grazia della vita eterna anche in mezzo agli sbattimenti della vita provata di oggi. Non sei uno scarto, ma una primizia. Non sei più schiava, ma libera. Non sei più un estraneo, ma concittadino della città di Dio e membro della sua famiglia. I tuoi sensi possono essere confusi e obnubilati, ma la tua identità è splendida ed assicurata. Invece di imbruttire nel peccato, vivi la tua identità in Cristo! Invece di ripiegarti sotto il gravame del peccato, sii fiero di chi sei in Gesù Cristo e vai avanti con Lui. Questo è il dono più grande e più bello che una creatura possa mai ricevere. E’ un dono di Dio. Non è qualcosa che meritiamo o fatichiamo per ricevere: è un dono che ci viene mediante l’appello della Parola. “Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6,23). 

Oggi, se ascolti la Parola di Dio, non indurire il tuo cuore. Non volgerti dall’altra parte. Non rimanere nella confusione della tua vita. Riconosci i doni di Dio e ringrazialo. Assicurati alla stabilità di Dio e non ti appoggiare sul tuo discernimento malato. Vivi il meglio che Dio ti ha donato in Cristo e non ti accontentare delle soluzioni al ribasso. “Se dunque uno è in Cristo, è una nuova creatura” (2 Corinzi 5,17). Continuiamo a guidare dalla parte di Dio: non sarà facile, ma arriveremo certamente a destinazione. 


 
 

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