Un’estate per affrontare i problemi senza essere schiacciati - Salmo 86

 
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Predicatore: Leonardo De Chirico

Salmi 86 Preghiera di Davide.

1 Porgi orecchio, SIGNORE, e rispondimi, perché io sono povero e bisognoso. 2 Proteggi l’anima mia, perché ti amo. Dio mio, salva il tuo servo che confida in te! 3 Abbi pietà di me, Signore, perché io grido a te tutto il giorno. 4 Rallegra l’anima del tuo servo, perché a te, Signore, io elevo l’anima mia. 5 Poiché tu, o Signore, sei buono, pronto a perdonare e misericordioso verso quanti t’invocano. 6 Porgi orecchio, SIGNORE, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche. 7 Io t’invoco nel giorno della mia angustia, perché tu mi risponderai. 8 Non c’è nessuno pari a te fra gli dèi, o Signore, e non ci sono opere pari alle tue. 9 Tutte le nazioni che hai fatte verranno a prostrarsi davanti a te, Signore, e glorificheranno il tuo nome. 10 Poiché tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio. 11 O SIGNORE, insegnami la tua via; io camminerò nella tua verità; unisci il mio cuore al timore del tuo nome. 12 Io ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il mio cuore, e glorificherò il tuo nome in eterno, 13 perché grande è la tua bontà verso di me; tu hai salvato l’anima mia dal soggiorno dei morti. 14 O Dio, gente superba è insorta contro di me e una banda di violenti cerca l’anima mia, e non pongono te davanti agli occhi loro. 15 Ma tu, Signore, sei un Dio pietoso e misericordioso, lento all’ira e grande in bontà e in verità. 16 Volgiti a me e abbi pietà di me; da’ la tua forza al tuo servo e salva il figlio della tua serva. 17 Mostrami un segno del tuo favore! Così quelli che mi odiano si vergogneranno, vedendo che tu, SIGNORE, mi soccorri e mi consoli.”
(Salmi 86)

Chi non sta affrontando problemi di varia natura alzi la mano! Tutti ne stiamo affrontando. La vita è un continuo esercizio di problem-solving; spesso però i problemi arrivano a grappolo e si sommano creando situazioni di apnea che toglie il respiro e che rischia di farci soccombere. Questo salmo è di Davide ed è stato composto come preghiera nel bel mezzo di una situazione di vita piena di problemi. Come li ha affrontati? Come li affronti tu? Come può la buona notizia di Gesù Cristo fare la differenza nel mondo in cui nuotiamo tra i problemi della vita? 

1. Ammetti ciò che non va
Al contrario di altri salmi più circostanziati sul problema concreto che li ha originati, questo salmo specifica solo in parte quale sia la natura della difficoltà incontrata. Sappiamo che Davide si considera “povero e bisognoso” di protezione (v. 1), forse impreparato e non all’altezza della situazione. Più avanti ci dice che si tratta di una “angustia” (v. 7), una situazione che provoca dolore e affanno. Non sappiamo quale sia, ma sappiamo quali siano i suoi risultati: pena e pesantezza. Più avanti le cose cominciano a chiarirsi: si tratta di “gente superba” che è insorta contro Davide (v. 14), addirittura una “banda di violenti”. Ci sono persone intorno che stanno facendo del male: “odiano” Davide (v. 17) e lo vogliono finito. Non sappiamo a quale episodio della vita di Davide si riferisca, ma ci viene detto che è una storia di odio percepito che è diventata una minaccia e che sta provocando sofferenza.

Anche se in questo salmo Davide non dice nei dettagli quale sia il problema, sappiamo però che la preghiera è anche il primo passo per affrontarlo. Davide ammette che c’è un serio problema esterno e riconosce il suo impatto doloroso nella vita. Anche se non lo descrive con molti particolari, lo verbalizza e ne definisce i contorni. Soffermiamoci un momento: come affrontiamo i nostri problemi? Prima di entrare nel panico e farci sommergere dall’ansia, la preghiera è il dialogo con Dio che ci dà la possibilità di descrivere, fotografare, ammettere il problema. Prima di andare in apnea e non vedere più lucidamente, con la preghiera possiamo guardare al problema identificandolo e analizzandone l’impatto sul nostro cuore. “Non abbiate paura di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche” (Filippesi 4,6). Le alternative sono di non ammettere il problema (e quindi non affrontando la realtà) oppure di andare subito nel panico perdendo lucidità. La preghiera è un dono che ci permette di ammettere ciò che non va davanti a Dio, in dialogo con Lui. E questo è il primo passo. Vediamo il secondo e decisivo passo per non essere schiacciati.

2. Riconosci Chi è e sarà
La svolta si consolida proprio quando Davide, dopo aver ammesso il problema, riconosce il suo Interlocutore divino per Chi lui è. Si rivolge al Signore (v.1), Dio del patto fedele ai suoi impegni tra cui quello di ascoltare il grido di chi si rivolge a Lui. Nel bel mezzo del problema, Davide riconosce che Dio è buono, pronto a perdonare e misericordioso (v. 5), pietoso, lento all’ira e grande in bontà (v. 15). Nessuno è pari a Lui e nessuno è in grado di fare quello che Dio fa (v. 8). Il Signore fa meraviglie ed è grande (v. 10). Cosa sta facendo Davide? Sta celebrando il Dio dell’alleanza, i suoi attributi meravigliosi, le sue opere mirabili. Sta invocando Dio in modo che il problema non sia affrontato senza Dio, non rimanga solo il problema di Davide, ma che Dio sia al centro del modo in cui lo affronta. Dio è chiamato in causa perché Dio si è impegnato ad essere coinvolto nella vita dei suoi figli.

La preghiera è il grido con cui, dopo aver messo a fuoco il problema, lo affrontiamo con Dio, dalla prospettiva di Dio, con l’aiuto di Dio. Non un dio qualunque o un dio immaginario, ma il Dio uno e trino, il Dio rivelato nella Bibbia, il Dio che nella persona del Figlio incarnato in Gesù Cristo è l’Emanuele, Dio con noi e che ha promesso con un impegno solenne di non abbandonarci mai a noi stessi. Salvandoci dall’inferno (v. 13) ha messo un sigillo di appartenenza su chi crede che niente e nessuno potrà togliere.  

Nel vivo del problema e sotto la pressione di gente malvagia, Davide anche pregusta in modo profetico il compimento del regno di Dio quando tutte le nazioni piegheranno le ginocchia davanti al Signore e glorificheranno il suo nome (v. 9). Quel giorno quelli che oggi sono ancora lasciati operare nei loro disegni traviati, riconosceranno che Dio è Signore quando Lui li giudicherà. Ora hanno qualche campo d’azione, ma allora non ne avranno più. Ora, mentre la loro malvagità fa male, Davide anticipa il momento in cui quella malvagità non potrà più fare male. Il presente difficile è vissuto facendo irrompere il futuro vittorioso di Dio nella situazione per portare fiducia, speranza, soccorso e consolazione (v. 17).

Oggi e domani Dio sarà vincitore, come lo è stato ieri. Il credente può vivere le difficoltà di oggi ricordando le grandi cose che Dio ha già fatto e che farà e che continua a fare. Mentre affronta il problema, Davide fa un esercizio di teologia e allarga i suoi orizzonti: celebra chi è Dio, ricorda le sue opere, si apre al suo futuro. Agganciandosi a Dio e al suo piano, la prova diventa sostenibile e superabile. Facciamo noi altrettanto o rimaniamo nella nostra piccola prospettiva, coltivando rancore e ansia? 

3. Ridedicati a ciò che resterà
Avendo messo a fuoco il problema ed essendosi messo dentro il piano di Dio, Davide prende coraggio e non rimane bloccato. Prende risolutamente degli impegni davanti a Dio. La situazione rimane pericolosa, ma non paralizzante. Proprio nel momento del bisogno e della preoccupazione, si apre uno spazio di vitalità, di rilancio, di ripartenza. Con Dio e per Dio, Davide si ridedica alle cose che veramente contano nella vita. Quali sono queste cose? Sono due.

“Io camminerò nella tua verità” (v. 11): oggi, nel tempo della prova, non è il momento del blocco, ma del cammino in avanti nella verità di Dio. Oggi, nel vivo della difficoltà, è un’occasione per crescere, maturare, avanzare, scoprire più profondi percorsi nella volontà di Dio. Qui c’è tutt’altro di una persona schiacciata e paralizzata. Al contrario, c’è una persona che con Dio e per Dio avanza nella verità. Quanti sono i credenti che, di fronte ai problemi della vita, si fermano e non camminano più, piegati dai pesi e delusi da tutto! Oppure fuggono all’indietro o altrove. Non sia così per me e per te. Camminiamo in avanti nella verità di Dio, sempre, perché Dio è Dio e rimane tale anche quando permette a gente malvagia di farci del male per un tempo limitato. La sua verità sussiste per sempre ed è un motivo sufficiente per continuare ad avanzare.

Il secondo impegno è il seguente: “Io ti loderò con tutto il mio cuore” (v. 12). Davide impara che la lode non è il canto del cuore spensierato, ma la risposta continuativa del credente alla verità di Dio in quanto Dio e alla meraviglia del suo piano che prevarrà sui nemici. Impariamo a lodare il Signore non nelle circostanze favorevoli soltanto, ma in tutte le circostanze. Un giorno lo loderemo con tutte le nazioni, ma oggi lo possiamo lodare ovunque ci troviamo, anche in mezzo ai problemi. Siccome loderemo Dio per l’eternità, lo possiamo lodare oggi e domani e per sempre.

Chi di noi sta affrontando un problema? Tutti noi. Oggi abbiamo ascoltato la parola di Dio che ci invita ad ammettere il nostro bisogno, a riconoscere chi Dio è per affrontarlo con Lui e a ridedicarci con fede agli impegni che veramente contano. Ad una teologia povera e frammentata corrisponderà una risposta ai problemi scomposta ed impaurita.

Il salmo si conclude con un appello rivolto a Dio: “mostrami un segno del tuo favore” (v. 17). Il Padre ha dato un segno del suo favore, mandando il Figlio per essere il nostro Salvatore e Difensore e, insieme al Figlio, mandando lo Spirito Santo per essere il nostro Consolatore. Non abbiamo bisogno di segno migliore e ulteriore. Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio ma lo ha dato per noi, non ci donerà ogni cosa con Lui?


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