Celebrare l'eredità dei figli di Dio – Salmo 92
Predicatore: Amos Miguel
Quando pensi a un’eredità come la valuti? È basata solo sul suo valore in euro? Sulla sua grandezza o quantità? Se altri ne scrivono sul giornale significa che è più importante? Che dire dei casi in cui l’eredità è costituita da oggetti a cui sono legati dei sentimenti? Hanno più valore se c’era più rapporto con parenti lontani o antenati?
In questo salmo, lo scrittore canta dell’eredità di Dio, cioè le opere delle Sue mani. Vediamo come l’ha valutata.
Questo salmo è uno di gratitudine e di lode. Si cantava durante il sabato, il giorno dedicato al Signore. In questo Salmo, si toccano delle emozioni di gioia, ringraziamento, timore del Signore, e celebrazione. Nella bellissima poesia vediamo Dio al centro e noi come i suoi figli che godiamo dell’eredità.
1. L'eredità si scopre nella lode (vv. 1–5)
Il salmo comincia subito con le lodi al Signore. È un atteggiamento di cui lo scrittore non può fare a meno. La lode è il modo di scoprire l’eredità da Dio, le grandi opere del Signore. Queste opere riflettono il Suo carattere e la Sua grandezza. In questi primi cinque versetti, possiamo seguire la guida dello scrittore.
“il mattino e la notte” (vv. 2)
Nella poesia del salmo, lo scrittore dice che le lodi vengono tutta la giornata. Non dividiamo il nostro tempo in quando lodiamo il Signore e quando no. È una lode che facciamo da quando ci svegliamo a quando andiamo a letto. Non è un vincolo quando è permesso lodare il Signore. È possibile farlo in qualsiasi momento e in qualsiasi posto.
“lira e dieci corde, sulla cetra, l’arpa” (vv. 3)
Le opere di Dio sono così grandi che bisogna includere altri strumenti o altri elementi per la lode e non solo la voce. E anche coinvolge in certi tempi gruppi di persone nel cantare insieme.
Un esempio di questo è il nostro culto. Abbiamo un tempo per la musica. Ma anche gli altri elementi del culto sono intenti a lodare il Signore. Per esempio, l’invocazione, la confessione del peccato e l’annuncio del perdono, il tempo per la lode e testimonianze. Dio è così buono, così profondo, le Sue opere sono così meravigliose che servono più modi per lodarlo.
“rallegrato con tutto il cuore” (vv. 4)
Lo scrittore riferisce che le lodi vengono dal centro di noi: il cuore che va oltre la conoscenza. Lui esprime un rapporto molto personale e intimo con Dio. La lode non è solo un’espressione della voce o delle mani, è una cosa che viene dal cuore, dal suo essere. Quando pensa alle opere del Signore, cioè l’eredità, lo scrittore è pieno di gioia e poi vengono fuori le lodi.
Vedendo questo modello di lode, può sembrare difficile seguirlo. Ammetto che la mattina, non penso fin dall’inizio a lodare il Signore. E la notte, di solito vengono le preoccupazioni.
Ma è bello quello che è scritto nel versetto cinque, “come son grandi le tue opere, O Signore!” È un incoraggiamento anche per noi di riflettere sulle opere del Signore nella nostra vita. E’ necessario solo qualche minuto per vedere quanto è facile creare una lista delle cose per cui siamo grati al Signore: la famiglia, gli amici, il cibo quotidiano, la casa, la salute, ecc.
Pensiamo anche all’opera più bella, l’opera redentiva quando Gesù è venuto sulla terra – non per vivere ma per morire poi risorgere. Nel nostro peccato, abbiamo offeso Dio e si è allontanato. Ma nella Sua grazia, ha provveduto un modo per la riconciliazione. Questo ci porta la gioia. Questo rallegra il cuore. Che da quest’opera, per chi ha messo la fede nel Gesù, abbiamo l’opportunità di essere chiamati figli di Dio.
Nella lode scopriamo questa eredità di Dio. Ma questa eredità non è per tutti. L’eredità è riservata ai figli di Dio.
2. L’eredita non è per tutti (vv. 6–9).
Nella seconda sezione, dal versetto 6, lo scrittore introduce un altro personaggio, lo stolto, l’uomo insensato, il malfattore. Lui o lei è una persona che non loda Dio. Magari ha una conoscenza di Dio ma sceglie di vivere per sé stesso/a.
Per un tempo la sua vita sembra fiorire. Per un tempo sembra funzionare. Ma qui lo scrittore dice bene che la loro fine è la distruzione. Lo scrittore usa la metafora dell’erba, che cresce bene nella primavera germogliando subito ma nel caldo dell’estate, muore immediatamente. Vediamo lo stesso in città.
Pensando ad un altro esempio di questo a Roma, mi vengono in mente i tanti imperatori antichi che sono vissuti. Durante il loro tempo, hanno conquistato paesi, hanno avuto pensieri profondi, hanno costruito edifici grandi, hanno fatto cose incredibili e c’erano tantissime persone sotto il loro potere.
Ma adesso… i confini dei paesi sono cambiati, i loro edifici sono in rovina, non hanno il potere di cambiare niente, i loro pensieri per la maggior parte non sono ricordati. Viene in mente, soprattutto, il mausoleo di Augusto che da poco è stato riaperto al pubblico. Di tutti gli imperatori sepolti nel mausoleo solo un’urna è stata ritrovata. È stato trovata in un mercato antico dove i mercanti la usavano come unità di misura per il grano. La loro fine era la distruzione.
Sei tra questi? L’eredità non è per tutti. Amici, se non conosci Dio - per te, se non è chiaro chi è Gesù, considera i pensieri di Dio – così profondi. Considera Dio che siede in alto per l’eternità. Considera quanto sono grandi le opere del Signore.
Fratelli e sorelle, c’è anche un avvertimento qui in questa sezione. Anche se non siamo stolti – siamo figli di Dio, sicuri in Cristo -- c’è ancora la tentazione di vivere come loro. C’è la trappola di non lodare Dio e invece cercare il “10 e lode” per noi. In certe situazioni o in certe aree delle nostre vite, c’è la bugia che se prendessimo lo sterzo noi, i risultati sarebbero migliori di quelli di Dio. C’è la trappola di mettere in alto i nostri pensieri al posto di quelli di Dio. C’è la tentazione di costruire qualcosa per il nostro nome invece di quello di Dio.
È anche buono per noi ricordare la fine degli stolti, la fine degli empi. In quali aree viviamo come gli stolti o come l’uomo insensato o come un “piccolo imperatore”? Quali sono le aree in cui ci dobbiamo crescere e in cui ci dobbiamo affidare di nuovo al Signore?
Ringraziamo il Signore per la Sua grazia, per questa parte dell’eredità. L’eredita non è per tutti, ma è riservato per i figli di Dio.
Vediamo in questo salmo che la lode scopre l’eredità. Ricordiamo che l’eredità non è per tutti. Terzo, l’eredità inizia oggi e si completa domani.
3. L’eredità inizia oggi e si completa domani (vv. 10–15).
Nella terza sezione, lo scrittore descrive come inizia l’eredità -- in abbondanza e con stabilità.
La frase, “mi dai la forza del bufalo (vv. 10)” parla non solo dell’abbondante energia di fare cose per Dio ma anche dell’onore di far parte della famiglia di Dio. L’essere cosparso con olio dà l’immagine della ricchezza della terra. L’eredità di Dio inizia in modo abbondante.
Questa sezione parla anche di come l’eredità inizia con la sicurezza. Quando è scritto che siamo come piante che sono piantate nella casa di Dio significa che Dio si prende cura di noi. Siamo suoi. E le sue opere continueranno a nostro beneficio.
L’eredità inizia oggi con l’abbondanza e la sicurezza e l’eredità si completa domani.
Anche se le piante sono piccole o sono appena nate, la loro posizione di sicurezza non cambia. Loro rimangono nella casa di Dio. Sono piantate nei cortili del Signore. E Lui continua ad avere cura di queste piante.
È cominciato da Dio e Dio lo porterà ad un buon fine. In un senso, è un già ma non ancora. È già benedetto ma il meglio deve ancora arrivare. Oggi forse non c’è frutto sulla palma ma domani ci sarà. Oggi, il cedro è piccolo ma domani diventerà grande. Ci vuole tempo.
Ancora non vediamo la fine, ma ci fidiamo che Dio completerà l’eredità. Lo scrittore riconosce questo fatto quando usa parole come “bontà” del Signore e “fedeltà” del Signore (vv. 2). La bontà del Signore è il far parte della Sua eredità. La fedeltà del Signore è il rimanere nella Sua bontà.
Pensiamo ancora alle due piante menzionate: la palma e il cedro. Queste sono piante che sono sempre verdi nonostante la stagione – caldo, freddo, pioggia, siccità ma anche dall’inizio fino alla maturità – sempre verdi, sempre crescenti. Sono l’opposto dell’erba menzionata prima. Il “non ancora” viene quando la palma fiorisce e quando il cedro cresce. Richiede tempo ma è sempre nelle mani di Dio.
Per noi, che viviamo in questo “già ma non ancora”, non è sempre facile. Magari, siamo in una fase in cui le nostre radici devono crescere più profonde ancora prima della fioritura o della crescita. Anche questo richiede fede e pazienza.
Ma non ci scoraggiamo. Riconosciamo il fatto che siamo piantati nella casa del Signore. Dio non ci ha abbandonati—no -- infatti è l’opposto, ci fa crescere. Abbiamo iniziato con l’abbondanza e la sicurezza di Dio e Dio porterà a termine quanto ha iniziato. Nonostante la fase della nostra crescita, c’è sempre motivo per lodare il Signore.
Personalmente, io penso a questo anno passato. È stato un anno difficile – per alcuni di noi lo è ancora, ma non ogni momento lo è stato. Per la maggior parte di noi è stato un anno di crescita. Un tempo per approfondire la nostra conoscenza del Signore e quello che significa la Sua fedeltà. Abbiamo speranza in Cristo che la nostra eredità inizia oggi e si completa domani.
Seguendo questo Salmo, celebriamo che si accede all’eredità tramite la lode. Ma teniamo in mente che l’eredità non è per tutti, è riservata ai figli di Dio. Ed è un tipo di eredità che inizia oggi e si completa domani.
Concludiamo come conclude lo scrittore leggendo il versetto 15.
“per annunziare che il Signore è giusto; egli è la mia ròcca, e non v’è ingiustizia in lui.”
L’eredità non è una cosa da tenere solo per noi. Non è una cosa che rimane dentro questa sala. È una cosa da portare fuori. Abbiamo un’opportunità profetica in questo per annunciare la buona notizia di questa preziosa eredità.
Per quelli che conosciamo o incontriamo, c’è l’opportunità di lodare il Signore tramite una chiacchierata o un messaggio per raccontare la bontà e la fedeltà del Signore.
Chiediamo al Signore di guidarci di parlare con amore e con grazia allo stolto, all’uomo insensato, al malfattore. Che possiamo cogliere l’opportunità di parlare dell’eredità ricevuta.
Ricordiamo con gioia l’eredità del Signore, le opere delle sue mani.