Sopravvivere all’insonnia - Salmo 77

 
 

Dormi bene di notte? Ti è mai capitato di non riuscire a dormire per l’affollamento di pensieri o per una insolita nervosità? Cosa ha reso le tue notti disturbate? Questo salmo è stato scritto dopo alcune notti in cui il salmista ha dormito male. La ragione del mancato riposo non era stata alimentare o per stress da lavoro. C’erano domande aperte, questioni irrisolte, dilemmi senza risposta. Se non dormi per un disturbo alimentare, controlla i cibi che mangi e registra le tue abitudini. Ma quando è Dio a toglierti il sonno, allora sono notti importanti e decisive perché da esse può nascere uno scatto in avanti che farà la differenza. Spesso nella Bibbia la notte è un tempo in cui Dio parla e in cui succedono paradossalmente più cose che di giorno. Oggi vedremo le sei domande che turbavano il sonno del salmista e il ricordo che lo aiuta a riposare per riprendere il cammino.

 

1. Sei domande che non fanno dormire

Le notti del salmista sono state caratterizzate da afflizioni e da gemiti, da spirito abbattuto e da turbamenti (vv. 2-4). E’ Dio che lo ha tenuto sveglio (v. 4) e sono sorte delle domande (v. 6). Potremmo definirla un’insonnia divina: un tempo che dovrebbe essere di calma e che invece è di esplosione di pensieri e di irrequietezza del cuore. Le ragioni dell’insonnia sono delle domande a cui non sembra esserci risposta (vv. 7-9):

Il Signore ci respinge per sempre? In passato Dio ci ha accolti, ci ha salvati, abbiamo visto Dio all’opera. Ma ora: sembriamo abbandonati a noi stessi, addirittura respinti da Dio. Questo è angosciante.

Non mostrerà più la sua bontà? Tutti noi abbiamo viste ampie e numerose attestazioni della bontà di Dio nel mondo in cui ha provveduto per noi, ci è stato accanto, si è preso cura di noi. Ma ora: la sua bontà ci sembra coperta da nubi spesse. Non la vediamo più e tutto sembra buio.

La sua misericordia è venuta a mancare per sempre? Anche quando abbiamo peccato, abbiamo tutti conosciuto il perdono di Dio. Ma ora: la nostra relazione con Dio sembra essere ingolfata, non sentiamo più la forza del suo perdono. Tutto ciò è lacerante.

La sua parola ha cessato per ogni generazione? Abbiamo ricevuto la legge scritta e abbiamo avuto i profeti inviati da Dio. La sua parola era viva, certa, presente. Ma ora: il cielo sembra silente, Dio sembra essersi ammutolito. Tutto tace.

Dio ha forse dimenticato di avere pietà? In passato Dio è stato fedele ed affidabile. Rispondeva ai suoi impegni e avevamo una certa stabilità. Ma ora: sembra essersi dimenticato delle sue responsabilità. Tutto è sottosopra. 

Ha Egli soffocato nell’ira il suo amore? Abbiamo sicuramente conosciuto l’amore di Dio. Ma ora: ci sembra che l’amore sia scomparso, quasi ingoiato dall’ira di Dio contro di noi. Dio ha conosciuto una mutazione genetica (v. 10)? Ha cambiato carattere? Tutto è in discussione.

Queste domande hanno la forza di togliere il sonno. Non si può riposare con questi interrogativi aperti. Se riusciamo a dormire è perché siamo superficiali o insensibili alle vere questioni della vita. Gli stolti, gli stupidi, nel loro letto dicono: “sono a posto, Dio non m’interessa, posso fare a meno di Lui” (Luca 12,13-21). Stolto, dice il Signore: questa notte la vita ti sarà ridomandata!

Anche se siamo credenti, possiamo vivere in modo assuefatto alla nostra dissociazione profonda. Possiamo vivere senza farci domande, senza riflettere, vivendo da “atei devoti”: apparentemente pii nelle forme e nel linguaggio, ma veramente miscredenti nella vita. Le nostre domande proviamo a risolverle da noi stessi, senza Dio. Se facciamo così, siamo stolti, insensati, preda di un “altro vangelo” rispetto alla buona notizia di Gesù Cristo (Galati 1,6). Quelle del salmista sono perplessità della fede, domande di un credente, interrogativi di chi non si rassegna ad una vita incolore, superficiale, piena di consolazioni a poco prezzo, ma vuota di Dio.

 

2. Il ricordo che aiuta a riposare

Di fronte all’insonnia divina non c’è sonnifero che aiuti. La strategia per affrontarla è il ricordo delle meraviglie antiche che Dio ha compiuto (vv. 11-12). La terapia per l’insonnia spirituale non è contare le pecore, ma ricordare le opere di Dio del passato. Anche in questo caso, la memoria è la medicina del malessere spirituale. Avere una fede che ricorda le opere di Dio è un energizzante della vita e un integratore che fa superare i momenti di stanchezza. Anche nelle notti buie ed insonni, si può ricordare quello che Dio ha fatto nella storia remota, nella storia recente, nella nostra storia. E da lì ripartire per riprendere a vivere e a riposare in Dio, facendosi cullare da Dio stesso. La memoria ci fa riallineare ai tempi di Dio: dalla nostra confusione alla sua provvidenza. La memoria rimette in asse la nostra vita sconquassata. Ci fa tornare sulla strada dopo una sbandata pericolosa.

In particolare, è ricordato un evento centrale della storia del popolo di Dio: la traversata del Mar Rosso (vv. 16-20) dalla schiavitù d’Egitto alla libertà verso la terra promessa. L’evento dell’Esodo è ricordato come un cataclisma: una storia che ha impattato i mari, i venti, gli oceani, le saette, i tuoni. Dio in pieno controllo non solo dei dettagli della mia vita, ma di tutto l’universo. Nell’Esodo tutto il mondo era nel pugno di Dio. Dio è stato totalmente in controllo, pienamente protagonista, intenzionalmente attivo nello spezzare le catene della schiavitù, nel liberare un popolo afflitto, nello sconfiggere un esercito potente, nel compiere il miracolo dell’apertura del mare, nel far passare tanta gente su un terreno melmoso, nel farli giungere nella terrà della libertà.

La memoria di quell’Esodo antico ha rimesso a fuoco la vita del salmista. Nel suo letto di agonia, il ricordo dell’opera di Dio ha riportato in equilibrio la nave della vita che sembrava sul punto di rovesciarsi. L’Esodo è un’immagine viva dell’opera compiuta da Gesù Cristo per chi crede. Con la sua venuta nel nostro mondo schiavo del peccato, Gesù aperto il mare che ci separava dalla libertà. Pagando Lui per i peccatori, ha sconfitto l’esercito del diavolo. Risorgendo dai morti, ha inaugurato la strada della libertà verso il riposo di Dio. Torniamo alle domande del salmo e rileggiamole nel segno dell’Esodo realizzato da Gesù Cristo:

Il Signore ci respinge forse per sempre? No: Gesù è la dimostrazione che Dio non si è dimenticato di noi.

Non mostrerà più la sua bontà? No: Gesù è la dimostrazione che la bontà di Dio è stata mostrata allora ed è mostrata ora.

La sua misericordia è venuta meno? No: Gesù è la prova che Dio usa misericordia verso chi crede, non imputando più i peccati a chi crede.

La sua parola ha cessato per sempre? No: Gesù è la Parola di Dio fatta carne, vivente e permanente.

Dio ha forse dimenticato di avere pietà? No: Gesù è la prova che la pietà di Dio continua ad essere viva e profonda.

Ha egli soffocato nell’ira il suo amore? No: sulla croce Gesù ha affermato e fatto incontrare l’ira e l’amore di Dio. L’ira sul peccato che Lui ha pagato, l’amore per il suo popolo di cui Lui ha preso il posto. 

L’Esodo antico si è realizzato nel vero Esodo: la persona benedetta di Gesù Cristo e la sua opera di salvezza compiuta con la sua morte e la sua resurrezione per noi. Credi tu in Gesù Cristo? Sei tu parte del popolo dell’Esodo? Sei in cammino verso la terra della libertà? Allora puoi ritrovare il riposo, anche nelle notti insonni, anche nelle tempeste della vita.  Roma è una città che può essere caotica e togliere il sonno, ma chi confida nel Signore fa memoria della sua opera e troverà riposo.