Regalità di fronte a situazioni estreme - 1 Samuele 23

 
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Predicatore: Clay Kannard

Quando pensiamo alla condizione del nostro mondo ora, non è così difficile riconoscere le situazioni estreme che stiamo vivendo. Transizioni di potere politico, disordine civile, e una pandemia globale che ha ucciso più di un milione di persone e devastato l’economia globale. Ora una seconda ondata di infezioni sta colpendo la nostra nazione e non abbiamo neanche recuperato dalla prima. I capi di governo e le autorità civili stanno litigando su come gestire la situazione presente in modo da proteggere il sistema sanitario e prevenire altri lockdown. Ogni settima c’è un nuovo decreto che impatta in qualche modo le nostre vite quotidiane.

Sentiamo che sempre più persone che conosciamo sono state contagiate dal COVID. Alcune delle scuole dei nostri figli sono aperte, altre no, e poche sembrano essere preparate a provvedere i loro servizi. Alcuni di noi devono restare in isolamento, alcuni dei nostri amici sono in quarantena o stanno soffrendo in ospedale. Conosciamo persone senza lavoro, dei business che sono chiusi definitivamente, amici che hanno dovuto fare decisioni difficili per pagare le bollette. Come se la città di Roma non fosse già un posto difficile in cui vivere, le situazioni di oggi hanno amplificato la sfida! Ma resta sempre vero che, con o senza la pandemia globale, dovremo tutti quanti affrontare situazioni estreme nelle nostre vite, infatti credo che siano necessarie. Però forse senti che non fai altro che passare da una situazione estrema a un’altra. Oggi Dio ha qualcosa da dirci, che non ci ha abbandonato senza i mezzi necessari per navigare in situazioni estreme.

Fratelli e Sorelle, siamo una chiesa a Roma che è chiamata a servire la città come un popolo regale in ogni situazione, soprattutto in quelle estreme. In questo prossimo capitolo della nostra storia osserviamo il re Davide trovarsi davanti ad una situazione estrema. Quello che vorrei che vedessimo oggi è che la regalità davanti a situazioni estreme: 1) ricerca la volontà di Dio; 2) Rafforza il popolo di Dio; e 3) si rifugia nella grazia di Dio.

1.     Ricerca la volontà di Dio (1-14)
All’inizio del capitolo 23 continuiamo a vedere questo grande scontro fra regni. Davide si trova nella terra di Giuda e si nasconde nella foresta di Cheret. È qui che il profeta Gad gli aveva detto di rifugiarsi dalle persecuzioni di Saul. Dall’altra parte, Saul rimane sul trono aspettando l’opportunità che stava cercando per trovare ed eliminare il re promesso a Israele. Quindi, a questo punto della storia, Davide viene servito dal profeta, e ora l’unico sacerdote rimanente che era riuscito a sfuggire l’ira di Saul era arrivato per servire Davide (6). Lo smantellamento del regno di Saul stava continuando, mentre Dio era al lavoro per provvedere a Davide i mezzi necessari per essere un re di successo: una voce profetica per proclamare la parola di Dio, un sacerdote fedele per discernerla, e un Re fedele che non desiderava altro che la volontà di Dio.

Nel primo versetto vediamo che era giunta la brutta notizia che i Filistei stavano combattendo contro i parenti di Davide nella città vicina di Cheila (1). Quindi Davide consulta il Signore per chiedergli se avrebbe dovuto aiutarli e il Signore risponde dicendo di si. Ora prima di parlare di come Davide ha deciso cosa fare, pensiamo al fatto che in primo luogo lui ha considerato di fare qualcosa! Davide era un fuggitivo in esilio con un piccolo gruppo di uomini che si stava nascondendo in una foresta; un uomo che già stava affrontando una situazione estrema; un uomo che era predato da un re e che si stava nascondendo per sopravvivere. Sembra ridicolo che Davide avrebbe considerato di combattere! Dal versetto 3 sembra che i suoi uomini non fossero d’accordo con la scelta di Davide. Erano troppo stanchi ed impauriti per andare a combattere. Però Davide consultò di nuovo il Signore e ricevette la conferma di Dio per andare ed un messaggio per calmare i cuori degli uomini impauriti. Quindi, la regalità non permise che la difficoltà della sua sfida determinasse le sue azioni, permise che la parola del Signore lo guidasse. E quella parola assicurò Davide che Dio gli avrebbe dato la vittoria (4). Davanti ad una situazione estrema, Davide cercò la volontà del Signore, gli obbedì e Dio rimase fedele alla Sua parola (5).

Ora posso solo immaginare che questa vittoria aumentò la confidenza degli uomini di Davide nella sua guida e nella loro fede in Dio. Però guardate quanto velocemente tutto potrebbe collassare da un momento all’altro. Erano appena passati dal nascondersi nella foresta alla sicurezza di una città, solo per ricevere la notizia che il nemico stava arrivando per distruggerli (7). Probabilmente stavano ancora recuperando dopo aver ubbidito alla chiamata di Dio a proteggere una città che ne aveva bisogno. Per fede si erano addentrati in una situazione difficile, attraverso la potenza di Dio avevano sperimentato la vittoria, eppure si trovavano davanti ad una nuova sfida!

Quindi cosa fa Davide? Ricerca la guida di Dio e la Sua volontà. Si sarebbe dovuto fidare degli uomini (che aveva appena salvato), o si sarebbe dovuto fidare di Dio? La risposta di Dio nel versetto 11 ci ricorda che la parola degli uomini fallirà, mentre la parola di Dio è sempre fedele. Lo stesso popolo che Davide aveva appena salvato era disposto a darlo nelle mani di Saul pur di sopravvivere. Però cercando la volontà di Dio, Davide e i suoi uomini scapparono. 

In questa sezione della nostra storia sia Saul che Davide ricevono una notizia che li costrinse a fare decisioni importanti e consequenziali. Quello che diventa ovvio è la differenza tra come fanno queste decisioni. L’uomo ingiusto cercava la propria volontà. L’uomo giusto cercava la volontà di Dio. L’uomo ingiusto cercava l’affermazione per perseguire la propria volontà personale attraverso uomini ingiusti con motivazioni personali. L’uomo giusto trovava l’affermazione della volontà di Dio attraverso gli uffici del profeta e del sacerdote di Dio, in comunione di preghiera con Dio. L’uomo ingiusto interpretava la provvidenza di Dio con sé stesso al centro. L’uomo giusto la interpretava con Dio al centro, perché davanti alle situazioni estreme, in ogni situazione, la regalità ricerca la volontà di Dio.

Fratelli e Sorelle, a cosa o a chi ci rivolgiamo per ricercare la volontà di Dio per la nostra vita? Davide guardò all’ufficio del profeta e del sacerdote. Noi guardiamo alla parola di Dio ed a Cristo, la Parola stessa. In quanto popolo regale, cerchiamo la volontà di Dio in situazioni estreme.

2.     Rafforza il popolo di Dio (15-24a) 
La prossima cosa che vediamo è che la regalità rafforza il popolo di Dio in ogni battaglia. In ogni situazione, in ogni sfida, in ogni battaglia, Davide ricercò la parola di Dio, e la parola di Dio lo sostenne. Il versetto 14 dice che Saul lo cercava continuamente, ma Dio non diede Davide nelle sue mani. Saul lo cercava continuamente. Dio sostenne Davide continuamente. Concentratevi sulla prima parte per un attimo: Saul lo cercava continuamente, …continuamente, …ogni giorno. Sembra estenuante non è vero? Riesci ad immaginare che peso enorme aveva la fuga costante per Davide e i suoi uomini?

Per Davide, Dio non provvide solamente la sua parola e un modo per determinare la sua volontà davanti a questa situazione estrema. Provvide anche un popolo per aiutarlo e rafforzarlo nei suoi momenti più bui e difficili. Davide era fisicamente, mentalmente e spiritualmente esausto. E Dio, nella Sua cura provvidenziale, provvide quello che serviva: incoraggiamento attraverso un amico dell’alleanza.

Anche qui troviamo un contrasto fra regni. Il versetto 15 ci dice che quando Gionatan sentì che Davide si stava nascondendo, si alzò e andò a incoraggiare Davide. Il versetto 19 ci dice che quando i Zifei salirono da Saul per tradire Davide, Gionatan si affrettò per incoraggiare il suo amico in crisi. I Zifei si affrettarono in una situazione comoda per abbattere Davide. Gionatan era pronto a sacrificarsi nel suo servizio a Davide. I Zifei servivano solo sé stessi. Gionatan lasciò il suo comfort personale per aiutare un amico bisognoso. I Zifei stavano cercando di proteggere il loro posto in un regno fallito, tradendo un amico bisognoso.

Nuovamente troviamo la differenza fra come l’uomo ingiusto e l’uomo giusto rispondono davanti ad una situazione estrema. E nuovamente vediamo la mano provvidenziale di Dio che provvede per il suo popolo, esattamente quello di cui aveva bisogno, proprio nel momento giusto.

In verso 17, Gionatan ricordò a Davide le promesse di Dio per rafforzarlo dicendo: Non temere! Dio ti sosterrà! Non aver paura! Sarai tu il re! Dio sarà vittorioso! Non ti fermare ora! Il nemico sarà sconfitto e lo sa! Dio è la tua guida, Dio è la tua forza, Dio ti ha dato la Sua grazia! Vai avanti!

Chiesa, questa è la nostra chiamata a Roma. Dio ci ha chiamati, redenti, e resi parte del suo popolo dell’alleanza. Quando vediamo che i nostri fratelli e le nostre sorelle stanno affrontando le battaglie fisiche, emotive e spirituali della vita, siamo chiamati ad affrettarci e rafforzarli NEL SIGNORE. A dire, non temere! Dio ti sosterrà! Cristo è il tuo Re! Lui ti sosterrà! Lui è vittorioso! Non ti fermare ora! Ricordati delle promesse di Dio! Dio ti sta preparando alla Sua gloria! Ti sta rafforzando! Stiamo qui accanto a te nel tuo cammino! Dio sosterrà con la Sua grazia! Andiamo avanti! (Col. 1:23).

Non è questa la testimonianza di cui ha bisogno di vedere la nostra città?...vedere un popolo regale che affronta le situazioni estreme, e nelle battaglie più difficili della vita, che si affretta ad avvicina a chi si trova in situazioni difficili per rafforzare il popolo NEL SIGNORE? Davanti alle situazioni estreme, in ogni battaglia, la regalità rafforza il popolo di Dio, ricordandogli delle promesse di Dio, e del rifugio che abbiamo nella grazia di Dio.

3.     Si rifugia nella grazia di Dio (24b-28)
Questo ci porta al punto finale della predicazione. La regalità davanti alle situazioni estreme si rifugia nella grazia di Dio. La fine di questo capitolo si conclude con un inseguimento epico. Davide e i suoi uomini hanno lasciato il loro nascondiglio e stanno fuggendo, scendendo dall’altra parte di una montagna. Saul e il suo esercito li stanno inseguendo dalla parte opposta della montagna. Proprio quando i due stanno per incontrarsi in cima a questa montagna, Dio interviene e fa tornare indietro Saul.

Il versetto 27 dice che Saul riceve la notizia che i filistei avevano invaso la nazione e che doveva abbandonare il suo inseguimento. Questo posto viene chiamato Sela-Ammelecot, conosciuto come la Roccia della Separazione, o la Roccia della Fuga (29). È un ricordo fantastico della grazia di Dio, e il filo della grazia di Dio che scorre attraverso tutta questa storia.

Abbiamo visto l’abbattimento di un re che cerca di costruire il proprio regno alle spese del suo popolo. L’altro re viene innalzato attraverso una servitù sacrificale verso Dio e il suo popolo. Un re abbandona i suoi doveri ed espone il suo regno a degli attacchi, dimostrando la sua chiamata falsa. L’altro re è fedele ai suoi doveri e viene approvato come l’unico vero re che aveva salvato e poteva salvare il suo regno dagli attacchi nemici.

Fratelli e Sorelle, la grazia di Dio fu dimostrata attraverso quella Roccia della Fuga, ed è anche dimostrata a noi oggi. Gesù è la Roccia della Fuga attraverso cui Dio non solo fece allontanare la maledizione del peccato, ma attraverso la quale sconfisse e smantellò il regno del peccato dalle nostre vite. 

Però Gesù non è soltanto la Roccia della Fuga, è il Re fedele che questa storia sta indicando. Gesù è il re che avrebbe affrontato le situazioni più estreme, prendendo il posto dei peccatori, per far si che potesse trovare perdono e libertà. Gesù è il re che avrebbe lasciato il Suo regno celeste e si sarebbe affrettato a venire in aiuto di un popolo per servirlo, un popolo che lo avrebbe così facilmente tradito per l’autopreservazione.

Se siamo onesti, noi siamo come Saul. Eravamo come il popolo di Cheila. Eravamo come i Zifei. Eravamo privi della vera speranza in situazioni estreme perché non cercavamo la volontà di Dio, perché cercavamo invece la nostra. A volte stiamo ancora alla ricerca dei nostri regni personali. Non servivamo gli altri in modo sacrificale, servivamo solo noi stessi. Non ci eravamo rifugiati nella grazia di Dio, ma nei nostri idoli distruttivi. Ma il vero Re, Gesù Cristo, rimase fedele alle promesse di Dio e al Suo popolo. 

Amici, Dio ci mostra la Sua grazia in Gesù e ci offre un posto nel Suo regno. Se non lo hai ancora fatto, pentirti dei tuoi peccai, credere nell’opera di Cristo e diventare un figlio della grazia in una famiglia di grazia. Corri verso la Roccia della Fuga, Gesù Cristo, e rifugiarti nella grazia di Dio

In conclusione:
Fratelli e Sorelle, in mezzo alle situazioni difficili di Davide, Dio stava formando il Suo re: un uomo scelto, un uomo riempito dallo Spirito di Dio, un uomo secondo il cuore di Dio, che si trovava comunque davanti a situazioni estreme, ma che si fidava di Dio affinché lo guidasse. Oggi, in mezzo alle nostre situazioni estreme, Dio sta formando il Suo popolo regale sotto al regno del Suo figlio: come un popolo scelto riempito dallo Spirito Santo, un popolo con un nuovo cuore, in mezzo a situazioni difficili, ma che ha ricevuto la parola di Dio, la grazia di Dio e la fede affinché si fidasse del proprio Re. 

Per la grazia di Dio siamo sfuggiti alla morte. Per la grazia di Dio e per il Suo profeta, abbiamo l’accesso alla parola per determinare la volontà di Dio. Per la grazia di Dio e il nostro Sommo Sacerdote, facciamo parte del popolo dell’alleanza che cammina insieme attraverso le sfide di questa vita, e che si rafforza a vicenda nel Signore. Per la grazia di Dio e il nostro Re possiamo essere il popolo regale che Dio ci ha chiesto di essere a Roma. Abbiamo tutto quello che ci serve per affrontare le situazioni più estreme della vita. Come un popolo regale a Roma…Ricerchiamo la volontà di Dio in ogni circostanza? Rafforziamoci a vicenda in ogni battaglia? Rifugiamoci nella grazia di Dio in ogni sfida? Spero di Si.


 
 

Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.