Scontro tra regni - 1 Samuele 22,1-23
Predicatore: Leonardo De Chirico
In questi capitoli Dio sta continuando a formare Davide come re. Non è bastata l’unzione ricevuta al cap. 16. Quella è stata solo l’inizio di una formazione alla regalità. Tutto il libro racconta come Dio prepara, modella, forma Davide ad essere re secondo il cuore di Dio. La scuola divina è iniziata ancora prima dell’unzione e prosegue per tutta la vita di Davide. Dio continuamente ci forma alla regalità attraverso tappe, prove e verifiche che ci espongono alle situazioni più diverse, talvolta difficili, per far crescere in noi la dipendenza da Lui, la maturità, la fedeltà e la responsabilità.
In questi capitoli Davide si trova davanti a situazioni estreme ed è lì che Dio continua a formarlo: al cap. 21, la fame lo porta a sfamarsi del pane consacrato, l’essere senza armi lo porta a scoprire la provvidenza divina della spada di Golia. Deve addirittura sperimentare una forma di “follia” per capire in anticipo quello che sarebbe stata la pazzia dell’evangelo di Gesù Cristo. Potevamo pensare che le prove avessero raggiunto il loro punto più intenso e invece no. Ce ne sono ancora e di molto impegnative. Dio continua a lavorare ai fianchi in modo da formare un re secondo il suo cuore. Lo stesso vale per noi. Se pensiamo che essere una comunità regale significhi essere nella stanza del trono tra gli agi e i lussi della reggia, ci sbagliamo. Significa invece fare esperienza della caverna, fare i conti con la paranoia del sospetto e vedere gravissime ingiustizie accadere intorno a noi. Anche così Dio ci forma. Vediamo come.
1. Un popolo si forma nella caverna
Prima di arrivare al trono, Davide deve passare dall’esperienza di profugo in terra filistea (21,10) e ora dall’esperienza della caverna (22,1). Non ha un luogo sicuro dove stare: Dio deve essere la sua sicurezza mentre sperimenta la precarietà della vita. La caverna è il luogo più improbabile per un re: buia, fredda, con l’aria pesante, senza via d’uscita, ma è lì che trova riparo temporaneo. Nella caverna di Adullam succede un’altra cosa importante: i suoi famigliari si uniscono a lui e, con loro, tanta altra gente si aggrega a Davide (22,2). Si forma una comunità di persone vicine. Non sono persone scelte da Davide secondo criteri morali o sociali: al contrario, sembrano essere persone raccogliticce, problematiche, con debiti, scontente. Eppure si uniscono a Davide e formano la sua comunità.
A ben vedere una cosa simile accadde al nostro Signore. Intorno a Gesù si formò una compagnia di personaggi non sempre raccomandabili: pubblicani e peccatori (Matteo 9,11), tanto da suscitare il commento critico dei benpensanti farisei. Gesù si è circondato di persone stanche a cui dare riposo, deluse a cui dare speranza, consapevoli del loro peccato a cui donare perdono. Anche l’apostolo Paolo, osservando la realtà della chiesa di Corinto, dice che nella comunità cristiana non ci sono molti potenti o nobili (1 Corinzi 1,26). Alcuni sì, ma la maggior parte è gente semplice alla ricerca di una svolta nella vita, gente svuotata dalla vita del peccato e desiderosa di essere riempita dalla vita del Signore. Dio forma la sua chiesa in modo “originale”, non seguendo i criteri del mondo, ma guardando al cuore e invitando tutti coloro che sentono il debito del loro peccato e desiderano riscatto, che sono poveri di spirito e vogliono essere rivestiti della ricchezza di Cristo, che si sentono indifesi e vogliono trovare in Dio il loro rifugio. E’ una comunità “pazza” secondo i criteri mondani della regalità che Dio trasforma in una comunità regale secondo il suo cuore. Nel crogiolo della prova, non solo Dio forma il nostro carattere, ma Egli altresì modella la chiesa.
Chi pensa di essere a posto, sufficiente a sé stesso, capace di barcamenarsela da solo, non sarà attratto nel regno di Dio: cercherà qualche regno umano o rimarrà nel proprio regno. Ma chi si sa di essere in difficoltà e cerca aiuto in Dio, troverà nel regno di Dio la sua casa, anche se momentaneamente è in una caverna e non nel palazzo reale.
2. Un regno si autodistrugge nel sospetto
Mentre la comunità regale si forma nella caverna, con un re fuggiasco e una famiglia di persone in difficoltà, alla corte regale ufficiale è in corso un processo involutivo e distruttivo. Il re Saul è in preda alla paranoia del sospetto e intorno a lui c’è una comunità di persone che non sa più correggerlo. Saul ha paura di tutto e di tutti. Sospetta che Davide gli trami contro, sospetta di Gionatan che sia alleato di Davide, sospetta dei suoi cortigiani che non lo aiutino e nascondano segreti, sospetta dei sacerdoti di Nob che gli siano contro. Non si fida di nessuno, è malato di vittimismo, vede cospirazioni dappertutto. Si è costruito un modo fatto di sospetti, sganciato dalla realtà. Infatti, Davide non vuole eliminarlo, Gionatan gli è fedele, i sacerdoti di Nob sono al servizio di Dio e del popolo. I fatti dicono una cosa, ma Saul la pensa all’opposto.
Il sacerdote Achilemec prova a farlo ragionare sulla base di fatti (22,14): tutti sanno che Davide è affidabile, Davide è il genero del re, Davide ha un’alta carica militare, Davide è onorato a corte. Non c’è nessun segno di cospirazione. Eppure, contro l’evidenza, Saul è convinto del contrario e si sente vittima di una cospirazione. Davide è il suo nemico e tutti gli amici di Davide diventano nemici di Saul. Anche chi non dice niente gli è nemico.
Che tragedia quando un popolo, una chiesa, una famiglia è guidata da persone sospettose, incapaci di mettersi in discussione, sganciate dalla realtà e totalmente immerse nel loro mondo di risentimenti rancorosi. In questo caso, il popolo intorno a Saul non esercita la responsabilità regale che, in altre circostanze, aveva esercitato (14,45). Qui, invece di riprendere Saul, sta zitto e lo lascia fare. E’ un fallimento del re sospettoso ed è un fallimento regale del popolo che non parla quando dovrebbe. Che tragedia quando la regalità diffusa non viene esercitata e il popolo segue in silenzio i propri responsabili nelle loro paranoie distruttive ! Mentre un popolo nella caverna si forma intorno al re fuggiasco, un popolo si distrugge intorno ad un re paranoico.
3. Un prezzo di sangue viene pagato
Saul è in preda alla sua follia. A questo punto vuole colpire qualcuno, vuole eliminare qualcuno, vuole far pagare a qualcuno la sua sete di vendetta. Doeg fa la spia e dice che Davide era stato presso il sacerdote Achilemec (22,9). Proprio dopo questo episodio, nel Salmo 52 Davide mette in guardia dall’uso malvagio della lingua quando va a colpire gli altri. Non solo Doeg fa la spia, ma quando Saul ha decretato di uccidere il sacerdote e tutto il villaggio di Nob, lui è anche l’esecutore materiale della strage (22,18-19).
E’ una strage spietata: 85 sacerdoti, più altri uomini, donne, bambini, persino animali (22,19). Ricorda la strage dei bambini ordinata da Erode nel tentativo di uccidere Gesù bambino (Matteo 2,16-18). Ricorda la violenza del combattimento che talvolta si scatena contro il popolo di Dio quando viene perseguitato. E’ uno scontro violento tra regni: quello di Saul che non vuole riconoscere quello di Davide e che fa una strage per impedire la sua crescita. Ricorda lo scontro avvenuto alla croce tra il Re dei Re, il Signore Gesù indifeso e innocente, e le potenze del male che gli si sono scagliate contro. Così come il sacerdote Achimelec era innocente, anche Gesù lo è stato. Così come il sacerdote Achimelec è stato ucciso al posto di Davide, anche Gesù ha pagato con la vita il prezzo del nostro peccato.
La storia tragica tuttavia si conclude con un segno di speranza: un sacerdote, Abiatar, figlio di Achimelec, scampa alla strage e si salva unendosi a Davide e alla sua comunità (22,20). Nella sua follia perversa, Saul sembra vincere, ma in realtà perde tutti i sacerdoti ed è invece Davide che ne accoglie uno. Sarà il regno di Davide, pur in mezzo a mille difficoltà, quello in cui il culto a Dio sarà celebrato in modo fedele e dove il disegno di Dio si compirà. Dopo la morte di Gesù c’è stata la resurrezione a nuova vita! Il regno di Dio vince sempre, anche quando passiamo da prove difficili. In quale regno vuoi vivere? In quello perdente e violento di Saul o in quello vincente di Gesù Cristo, morto e risorto per i peccatori?