Il pendio scivoloso della regalità instabile - 1 Samuele 27,1-28,2 e 29,1-11
Predicatore: Clay Kannard
Finora nella nostra serie su 1 Samuele abbiamo visto il contrasto tra le differenze maggiori della regalità egoista, orgogliosa e ribelle di Saul, e della regalità servizievole, umile e fedele di Davide. E poi quando arriviamo ai capitoli 27 e 29 ci dobbiamo chiedere: cos’è successo a Davide? Non è facile vedere i segni della sua stabilità che onora Dio in questi capitoli. Mentre prima era piuttosto chiaro il modo in cui Davide cercava di onorare Dio in mezzo alle sue sfide, ora restiamo confusi dalle sue azioni, cercando di capire se dobbiamo giustificare o giudicare le sue azioni. Cos’è successo? Dov’è andato il re onesto che cerca sempre la volontà di Dio in questa storia? Come ha fatto Davide a cadere in uno tale stato di instabilità fino a fare compromessi con situazioni eticamente questionabili?
È importante come chiesa lottare con questo. Siamo chiamati ad essere il popolo regale di Dio qui nella città di Roma: un popolo fedele, un popolo responsabile, un popolo onesto, un popolo stabile. Come Davide, anche noi siamo a rischio di scivolare così velocemente in uno stato di instabilità? La risposta è, ovviamente, certo. Ma prima di andare avanti in questo capitolo per capire bene questa deriva, dobbiamo guardare la fine dell’ultimo capitolo in modo da vedere come inizia.
Nel capitolo 26 Davide aveva avuto l’opportunità di togliere la vita di Saul per la seconda volta. Due volte Davide avrebbe potuto uccidere colui che l’aveva costretto ingiustamente all’esilio, che aveva dato la sua moglie a un altro uomo, e che stava cercando di ammazzarlo. Due volte Davide si rifiutò di vendicarsi con le proprie mani. Ma con la conclusione di questa storia, al versetto 21 del capitolo 26 vediamo che Saul si era reso conto di quello che aveva fatto, aveva confessato il suo peccato, e aveva detto a Davide di tornare a casa. Sembrava che Saul si fosse umiliato, ma entrambi se ne sono andati senza risolvere la situazione. Davide se n’è andato da una parte, e Saul dall’altra. Questo era il primo errore che gli ha mandato in uno stato di instabilità. Davide lasciò irrisolte la situazione. È questa la prima di tre domande che ci dobbiamo chiedere mentre cerchiamo i segni di una regalità instabile nelle nostre vite.
1. Lasci irrisolte le situazioni?
Davide aveva appena sentito la confessione del peccato di Saul e il suo invito a tornare a casa. Perché non ha inseguito la risoluzione al conflitto in quel momento? È vero che non aveva motivi per cui fidarsi di Saul, ma le promesse di Dio? Dio non aveva dimostrato costantemente che era fedele e capace di conservare la vita di Davide? Non aveva parlato a Davide attraverso le bocche di così tante persone, incluso Saul, dicendo che sarebbe diventato re? Dio aveva dato a Davide e Saul la possibilità di riconciliare. Ma la situazione è stata lasciata aperta. Davide non ha neanche consultato il Signore come era solito fare. Se n’è andato, stanco e ferito nel cuore dal rifiuto e dalla persecuzione ingiusta che stava vivendo per mano di Saul. Lasciando irrisolta la situazione, Davide iniziò a scivolare per un pendio che portava a una stagione di instabilità ancora più grande. Nel versetto uno vediamo che lo spirito turbato di Davide inizia a dare frutto nelle parole che ha iniziato a dire. Diceva nel proprio cuore che sarebbe morto per mano di Saul. Quindi vediamo che delle ferite da situazioni irrisolte, porteranno a frutti che minano la nostra confidenza e fede in Dio.
Fratelli e sorelle, la situazione incompleta di Davide con Saul lo lasciò ferito, isolato e turbato. Come vedremo in un momento, portò a tanti problemi. Ma prima di andare avanti, dobbiamo esaminare noi stessi. Che situazioni incomplete abbiamo? Nel tuo rapporto con il Signore o con gli altri? Mariti e mogli? Genitori e figli? Sei irrequieto o ferito? Come popolo regale di Dio, siamo chiamati a cercare la risoluzione in queste situazioni aperte. Dio vuole vederci cercare la guarigione, non camminare in giro feriti e turbati. Di quali situazioni incomplete ti devi occupare? Se non ne sei sicuro, esamina le parole predicate dal tuo cuore.
In mezzo alle sfide, quando hai avuto una giornata difficile, una settimana difficile, un anno difficile, cosa dici al tuo cuore? Ci sono delle parole che minano la tua confidenza in Dio? Ci sono delle parole che ammettono la sconfitta? Che contraddicono e silenziano le promesse di Dio? Spesso sono quelle le parole che nascono da un cuore con ferite non guarite e conflitti irrisolti. Se Davide avesse cercato di risolvere la situazione aperta con Saul quando Dio aveva provveduto l’opportunità per farlo, forse non si sarebbe trovato a dire parole disperate nel suo cuore. Le parole che ci diciamo sono degli ottimi indicatori di stabilità o del bisogno di cercare risoluzione e guarigione, e che c’è ancora del lavoro da fare. Ma non è sempre facile o divertente questo lavoro, vero? Risolvere situazioni aperte impiega tempo, vulnerabilità, ed è spesso un lavoro difficile. A volte sembra più facile ignorare tutto ed andarsene, non è vero? Fratelli e Sorelle, lasciate situazioni irrisolte? Questa è la prima domanda. La seconda è…
2. Cerchi situazioni facili ed immediate?
Cerchi situazioni facili ed immediate? So che quando ci troviamo in situazioni difficili, affrontando una sfida o in conflitto con qualcuno, a volte vogliamo cercare una soluzione facile ed immediata. Vediamo qui nel capitolo 27 che Davide lo ha fatto. Al contrario delle promesse di Dio, si era convinto che se fosse rimasto nella terra del Suo popolo, Saul un giorno sarebbe riuscito ad ucciderlo. E quindi disse in cuor suo che avrebbe fatto meglio a fuggire nella terra del loro nemico, i filistei. Le sue parole di scoraggiamento hanno portato all’azione, e Davide si è alzato e ha attraversato il confine nella terra del loro nemico (27,2). Mentre nel passato, Davide aveva sempre cercato la voce del SIGNORE prima di fare decisioni, qui ha ascoltato la voce del suo cuore sconfitto. Questa non era la prima volta in cui aveva dovuto fuggire nella terra dei filistei. Questa volta, però, era molto diverso. Aveva la sua famiglia con lui. Lo seguivano più di 600 uomini con le loro famiglie. Era responsabile per più o meno 2000 persone. È tanta responsabilità da avere in mezzo ad una sfida. È sorprendente che abbia cercato una situazione più facile e più sicura?
Forse ci sono dei modi in cui siamo un po’ come David. Sappiamo che la vita presenterà sempre delle sfide, ma siamo tentati a fuggire o a cedere? In mezzo alle tue sfide, sei turbato e alla ricerca di soluzioni immediate e facili per calmare il tuo cuore? Nella tua lotta con il peccato, e la soluzione immediata e facile è quella di cedere alla tentazione? Quale bugia sottostante in cui credi, ti fa pensare che sarebbe più facile cedere alle tue lotte? Davide nel dire che sarebbe morto per mano di Saul, e che sarebbe stato meglio essere in terra di idolatri, stava dicendo: “Dio non sei fedele”, “Dio non sei abbastanza buono”, “Dio non mi puoi proteggere”, “Dio non mi ami abbastanza da finire questa sfida”. Quel messaggio è frutto di una guarigione incompleta e di un cuore turbato. È un messaggio che è contrario al Vangelo e alla grazia che Davide aveva già sperimentato nella sua vita.
Forse un altro modo in cui siamo un po’ come in Davide, è nel nostro servizio a Dio. Davide voleva servire Dio, ma quando le cose si facevano dure, era tentato di cercare l’erba più verde da cui poter servire. Hai mai pensato che servire Dio sarebbe molto più facile, o che lo potresti fare meglio se la tua vita fosse diversa? Se non dovessi affrontare le sfide che esistono nel posto in cui ti trovi ora? Se la vita fosse più facile e meno stressante? Fratelli e Sorelle, cercate soluzioni facili ed immediate nelle vostre sfide? In che modi cerchiamo l’erba più verde? Quando il gioco si fa duro, una regalità stabile è una che sta ferma nella fede, facendo il lavoro che Dio ha assegnato dentro ai posti difficili in cui lo ha assegnato. Una regalità stabile affronta le sfide con la grazia di Dio e con speranza in essa. Lasci situazioni irrisolte? Cerchi situazioni facili ed immediate? Una regalità instabile cerca l’erba più verde e più vicino, attraversa la linea, e come ha fatto Davide, scivola ancora di più, fino a quando si trova in situazioni compromettenti.
3. Cedi al compromesso?
Ti trovi spesso a cedere ai compromessi? Da una situazione irrisolta e un cuore turbato, Davide ha cercato una soluzione più facile ed immediata ai suoi problemi, ed è finito per cedere a dei compromessi. Nel resto di questa storia, vediamo che Davide aveva trovato favore agli occhi del re dei filistei, Achis. Achis diede la città di Siclag a Davide come un posto in cui il suo popolo poteva risiedere. Durante questo periodo di 16 mesi a Siclag, vediamo un Davide che veramente non riconosciamo. Dai versetti 8-12 del capitolo 27 vediamo che Davide e i suoi uomini avevano iniziato a fare incursioni nelle città che i suoi predecessori non erano riusciti a conquistare. Dice che uccidevano ogni uomo, donna, e bambino, e si arricchivano facendolo. Dopo ogni battaglia Davide condivideva il suo bottino con il re filisteo. Quando Achis chiedeva a Davide dove aveva preso tutto il bottino, Davide lo ingannava in modo da farlo credere che avesse combattuto contro il proprio popolo (27,10).
Ora, se ti trovi a fare quello che ho fatto io la prima volta che ho letto il capitolo, forse ti troverai a cercare di giustificare il comportamento di Davide qui. Cioè, il fatto che stesse combattendo contro i nemici d’Israele, anche quando si trovava in esilio, è una prova che desiderava comunque onorare e servire il SIGNORE. Ma l’uccisione di tutte le persone conquistate non era fatta in obbedienza a un comando divino, era per coprire il suo inganno. Non c’è mai menzione di una consultazione di Dio da parte di Davide prima di una battaglia, come aveva sempre fatto.
Forse Davide pensava che i fini giustificassero i mezzi? Pensateci. A causa del suo inganno, la famiglia di Davide e il suo popolo era al sicuro, erano ancora capaci di combattere i nemici d’Israele, ed era persino riuscito ad ingannare un re nemico; un re che, infatti, era giunto al punto di fidarsi completamente di Davide. Possiamo essere così bravi a giustificare le nostre decisioni, non è vero? Ma come iniziamo a vedere all’inizio del capitolo 28, Achis si fidava COSÌ TANTO di Davide, che ora dipendeva dall’aiuto di Davide per combattere contro il suo popolo, Israele.
Così intricata è la ragnatela dove stiamo, quando all'inganno ci abbandoniamo. Che dilemma! Se Davide avesse combattuto accanto ai filistei, avrebbe tradito il suo popolo. Se si fosse rifiutato di combattere, avrebbe esposto il suo inganno. Vedete, lo spirito turbato di Davide creata da situazioni irrisolte, e la sua fuga da una sfida difficile, portò Davide al punto di dover dire bugie ed ingannare e fare cose che sappiamo essere sbagliate. La sua scivolata per il pendio scivoloso della regalità lo aveva portato a vari punti di compromesso. La sua etica e il suo comportamento erano quantomeno discutibili; la sua testimonianza era discutibile; si trovava in un dilemma che metteva le persone che amava a rischio; e cedeva ai compromessi. Fratelli e Sorelle, ci sono delle aree nelle vostre vite in cui si potrebbe dire lo stesso? Cedete ai compromessi?
Non è stato facile trovare un buon esempio di una regalità divina in questa storia. Sorprendentemente non lo vediamo in Davide, ma nei filistei! È stato un re pagano ad abbracciare un rifugiato di guerra e a dare rifugio a un popolo in pericolo. È stato un re pagano a provvedere sicurezza, aiuti e infrastrutture per permettere a Davide e al suo popolo di prosperare. È stato un re pagano ad onorare Davide e a fidarsi della sua parola. È stato il re pagano, e solo il re pagano, ad aver invocato il nome del SIGNORE in questi capitoli (29,6).
Però, quello che riusciamo a vedere chiaramente in questa storia è la grazia sovrana di Dio al lavoro in mezzo agli errori di Davide. Dio aveva dato del favore a Davide in mezzo al suo popolo, e anche in mezzo ai suoi nemici. Vediamo la grazia di Dio per Davide nel modo in cui provvede una via di fuga da una situazione compromettente. Alla fine del capitolo 29, proprio quando Davide sta per marciare in guerra contro il suo popolo, Dio provvede una via di fuga. Dio preserva la testimonianza di Davide (anche se è probabile che abbia tradito i filistei). Dio liberò Davide da accuse future che si sarebbero potute rivolgere contro di lui per aver contribuito alla morte di Saul. Questa era la grazia sovrana di Dio al lavoro nella vita di Davide. E questa grazia sovrana di Dio è ancora al lavoro oggi.
In questa storia vediamo un uomo turbato e ferito che fallì nel cercare di risolvere una situazione; un uomo che davanti alla difficoltà, fuggì a quello che era più facile, ma facendo ciò finì per fare compromessi. Quello che vediamo in Davide è un re umano, un re imperfetto, un re peccaminoso. Se siamo onesti, forse potremmo vedere un riflesso di noi stessi.
Amici, questa storia ci ricorda del nostro bisogno di un re perfetto; un re che lavora per risolvere conflitti; un re che dice parole di conforto e di una speranza che guarisce; un re che non fugge da situazioni difficile; un re che non fa mai compromessi. In questo periodo di Natale celebriamo il fatto che questo re è arrivato, il suo nome è Gesù. È l’Emmanuele, Dio con noi, che è venuto in un regno instabile per portare stabilità al Suo popolo. Fece ciò risolvendo il conflitto fra un Dio santo e uomini peccaminosi. È il re che parlò parole di conforto e di verità, perché Lui è verità. Non cercò una soluzione immediata e facile, ma accettò di affrontare la croce, dando sua vita stessa come pagamento per i ribelli, per glorificare il Padre, e per provvedere il perdono agli umili e la guarigione agli emarginati e feriti. Per la grazia di Dio riceviamo questo re nel momento in cui ci pentiamo e crediamo nel suo nome. Per fede in Lui, troviamo perdono e stabilità in ogni sfida e stagione della vita.
In conclusione,
Chiesa, non possiamo andare avanti con la nostra visione di Breccia 2030, con la fondazione di più chiese in questa città, se la nostra chiesa è piena di uomini e donne che scivolano per questo pendio come ha fatto Davide; uomini e donne che non sono ancora state guarite; i cui spiriti sono turbati; che non cercano di risolvere i problemi più profondi nei loro cuori e i loro conflitti con gli altri; che non affrontano le sfide della vita con una totale dipendenza da Dio; che troppo spesso cedono a compromessi.
Hai soluzioni irrisolte? Sei senza riposo e turbato? L’Evangelo ci dice che possiamo inseguire la riconciliazione e la guarigione, perché la grazia di Dio ci ha guariti e riconciliati in Gesù Cristo, il nostro Re.
Nelle tue sfide, cosa dici al tuo cuore? L’Evangelo ci dice che possiamo ascoltare le parole dolci e gentili del nostro re che redime ognuno delle nostre parole sprecate, in modo che possiamo confessare in fede la bontà e fedeltà di Dio verso di noi.
Cerchi soluzioni immediate e facili per fuggire dalle tue lotte? Ti trovi in situazioni compromettenti?L’Evangelo ci dice che la grazia di Dio è sufficiente in mezzo alle nostre lotte; che non abbiamo bisogno cercare altro conforto o agio oltre la Rocca della nostra salvezza, che era e sempre è fedele, ed il cui regno è sempre stabile.
Preghiamo.
Signore, riesco solo ad immaginare quello che Davide abbia pensato guardando il suo passato e vedendo la tua grazia sovrana al lavoro in mezzo alle sue sfide, e soprattutto in mezzo ai suoi errori. Adesso sa, e anche noi sappiamo che era per farlo andare avanti, farlo maturare e farlo crescere nella sua dipendenza e confidenza in Te, e per portare gloria al Tuo nome. Preghiamo lo stesso per noi, Signore. Preghiamo che in questa settimana possiamo guardare le nostre vite e pensare ai modi in cui hai lavorato, anche quando non ce lo aspettavamo. Signore, che Tu possa impedire che facessimo una scivolata nell'instabilità, ci possa aiutare a vivere secondo la Tua grazia e ci possa formare come il Tuo popolo regale sotto al regno del nostro Re stabile, in nome del quale preghiamo, il nome di Gesù, Amen.