Regalità provata (ancora) - 1 Samuele 26,1-25
Predicatore: Leonardo De Chirico
La prima sensazione nel leggere questo capitolo è di averne già letto la storia. Infatti al capitolo 24 ne troviamo una simile di Saul che insegue Davide e Davide che risparmia la vita a Saul. Un titolo del capitolo 26 potrebbe essere allora: “Saul all’inseguimento di Davide 2”. La storia si ripete e, proprio perché si ripete, è riportata dal libro di Samuele per uno scopo. Vedremo tre insegnamenti principali: 1. Dio fa continuare la prova; 2. Dio governa ogni dettaglio della prova; 3. Dio è onorato nella risposta alla prova.
1. Dio fa continuare la prova
Al cap. 24 Saul insegue Davide ma la storia si mette in modo tale che è Davide ad avere la possibilità di vendicarsi di Saul. Invece di dare sfogo alla vendetta, Davide risparmia Saul e si affida alla giustizia di Dio e ai suoi tempi. Non è la vendetta che compie la giustizia divina. Saul ringrazia Davide e sembra aver capito la lezione. Dopo questo episodio, ci saremmo aspettati la fine dell’inseguimento da parte di Saul e la fine della fuga di Davide. Ci saremmo aspettati la conclusione della prova che aveva portato Davide a fuggire, a vivere male, braccato, in terra straniera, costretto a fare il pazzo, con mille guai. Ci saremmo aspettati la fine della prova della sua regalità e l’inizio di un tempo di relativa calma. E, invece, al cap. 26 sembra che niente sia successo prima: Saul è ancora all’inseguimento con tremila uomini armati, Davide è in pericolo più che mai. La prova continua, anzi si fa più difficile perché sta diventando lunga ed estenuante. La fatica, gli stremi, il dolore, i problemi, le preoccupazioni … tutto è diventato più pesante per Davide. Sembrava tutto risolto, tutto composto, tutto a posto e invece … siamo punto a capo con alle spalle ancora più stanchezza! Perché?
Questa domanda ce la facciamo anche noi quando Dio ci mette alla prova. Dopo aver affrontato quello che crediamo essere un picco della prova e averlo, per grazia di Dio, superato, ci aspettiamo che la strada cominci a scendere e che tutti torni presto alla “normalità”. E invece no. La strada continua a salire e le nostre energie non sono più quelle di prima. Dio continua a permettere la prova e la strada è ancora in salita.
Forse oggi stai vivendo un capitolo 26 della tua vita. Pensavi di aver già dato col cap. 24 e che, dopo la cima superata, sarebbe arrivata la pianura. E invece è arrivato il cap. 26: ancora prova, ancora precarietà, ancora difficoltà. Dio è comunque all’opera. A Lui non è sfuggita di mano la situazione. Nella sua provvidenza Dio continua a cesellare e a formare Davide.
Se ben guardiamo, al cap. 24 Davide aveva fermato il desiderio di vendetta contro Saul riconoscendo a Dio il diritto di fare giustizia, ma al cap. 25, di fronte all’affronto di Nabal, aveva reagito in modo vendicativo e di pancia. In realtà, al cap. 24 Davide non aveva veramente capito la lezione. Aveva detto qualcosa di giusto, ma alla verifica successiva aveva mostrato di non averla ancora assimilata. E’ questo il motivo per cui Dio permette che la prova continui? Forse. In ogni caso Dio ha un motivo. Ce l’aveva con Davide, ce l’ha con noi se fa continuare la prova. Quando affrontiamo i cap. 26 della vita, chiediamoci: Signore, cosa devo imparare? Cosa mi vuoi insegnare? Come posso maturare? E, sempre, che capiamo o no i motivi, ringraziamo Dio che, nella sua bontà, non ci lascia a noi stessi ma sta formando in noi una spiritualità regale. Crescere nella regalità, infatti, significa crescere nella resilienza davanti alle prove, nella tenuta nelle difficoltà, nella stabilità nei rovesci della vita. Una comunità regale è una comunità provata e riprovata da Dio per la sua gloria e per essere utile al suo servizio.
2. Dio governa ogni dettaglio della prova
Dunque, l’inseguimento di Saul riprende e Davide deve scappare e nascondersi. Come nel cap. 24, anche nel 26 il pallino sembra essere nelle mani di Saul. Eppure, come nel cap. 24 Saul si trovò ad essere nudo e vulnerabile, anche in questo capitolo, Saul apparentemente sembra all’attacco, ma finisce per mostrare la sua vulnerabilità. Saul sembra forte e Davide debole, ma non è così. Qui Dio fa cadere un sonno profondo su Saul e su tutti i suoi uomini forti (v. 12). Davide può arrivare quasi a toccare Saul, gli porta via la lancia e la brocca d’acqua senza che nessuno se ne accorga. Dormono tutti: il re, il capo dell’esercito, i soldati, ma Dio non dorme (Salmo 121,4) e anzi controlla il sonno di tutti.
Questo dettaglio del sonno profondo caduto su Saul mostra che il vero protagonista della storia è Dio. Lui ha bene in mano la situazione, Lui governa ogni dettaglio. Dio aveva fatto cadere un sonno profondo su Adamo per creare Eva (Genesi 2,21). Dio è il Signore dei nostri cicli di riposo e di sonno. Lui ha in mano ogni dettaglio della nostra vita e della vita di tutti: da quello minimo a quello grande; da quello vicino a quello lontano. Davide è inseguito, ma non è lasciato a sé stesso. E’ Dio che sovrintende ogni particolare. Davide è debole, ma Dio ha la situazione in mano.
Sono certo che anche a voi sarà capitato quello che è capitato a Davide. Nel bel mezzo di una prova difficile, abbiamo tutti sperimentato la cura di Dio in un dettaglio o in una circostanza. E’ Dio che ci assicura che, per quanto la prova prosegua e la difficoltà continui, Lui ha tutto nelle sue mani e sta operando ogni cosa per la sua gloria e per il nostro bene. Il governo di Dio rende ogni situazione vivibile per quanto faticosa, aperta al suo intervento per quanto chiusa al nostro. Vivendo una situazione simile al cap. 26, l’apostolo Paolo poteva dire: “siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi” (2 Corinzi 4,8-9).
Se Dio permette il proseguimento della prova, mantiene allo stesso il pieno controllo su di essa. Al punto che chi la vive, sa di essere comunque nel mondo di Dio, dentro il disegno di Dio Padre, per essere formato all’immagine di Cristo, facendo affidamento sulla presenza dello Spirito Santo.
3. Dio è onorato nella risposta alla prova
Ancora una volta, la situazione si è ribaltata: Davide ha l’occasione di vendicarsi di Saul e Abisai gli consiglia la vendetta immediata (v.8). Ancora una volta, tuttavia, Davide si ferma sulla soglia della vendetta e si affida alla giustizia di Dio per rendere ragione della sua causa contro Saul (v.9). Più avanti, nel corso del dialogo tra Davide e Saul, ci viene detto quale è la posta in gioco di tutto questo lungo, difficile e faticoso avvicinamento di Davide ad essere il re d’Israele. Si tratta di due capisaldi della regalità divina: la giustizia e la fedeltà (v. 23). Saul aveva fallito sia come re giusto, sia come re fedele. Davide stava imparando ad essere un re giusto e fedele. Giusto secondo la volontà di Dio; fedele alla Parola di Dio.
La realtà è che né Saul né Davide sono stati giusti e fedeli. Se per questo, nessuno di noi è giusto e fedele. L’unico re che è stato giusto e fedele è stato ed è Gesù Cristo. Egli è stato giusto al punto da caricarsi su di Sé la nostra ingiustizia e rivestirci della sua giustizia. Egli è stato fedele fino in fondo nel compiere l’opera decisa insieme al Padre e allo Spirito Santo. Grazie alla sua giustizia e fedeltà, noi abbiamo ricevuto giustizia e fedeltà per grazia soltanto per mezzo della fede soltanto. In noi stessi non siamo né giusti né fedeli. Credendo in Gesù Cristo, siamo dichiarati giusti e fedeli. Essendo già giusti in Gesù Cristo e grazie a Gesù Cristo, la nostra vita è un cammino per imparare a sperimentarla sempre e comunque. Come Davide deve imparare a rispondere alle prove della vita in giustizia e fedeltà, così noi dobbiamo crescere in giustizia e fedeltà nel vivere le nostre sfide.
Perché Dio permette che la prova continui? Per farci crescere in giustizia e fedeltà. Come possiamo rispondere alle tappe per maturare nella regalità anche quando sono dure ? Vivendole praticando la giustizia e la fedeltà. Avendo pagato le conseguenze del nostro peccato alla croce e alla resurrezione, il Signore Gesù sta formando un popolo regale che non viva in modo scomposto, disordinato, umorale o altalenante, ma in modo giusto e fedele, oggi e sempre.