Regalità lacunose, regalità virtuose - 1 Samuele 25,1-44

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

E’ capitato a tutti di trovarsi ad un incrocio stradale e vedersi offrire il servizio di pulizia dei vetri dell’auto. E’ capitato a tutti di trovarsi al supermercato e vedersi offrire il carrello per la spesa. Questi servizi non richiesti sono seguiti da una richiesta di denaro che spesso mette in imbarazzo. Dare o non dare? In un certo senso, l’episodio iniziale descritto in questo capitolo assomiglia a queste circostanze che tutti affrontiamo. Davide richiede un contributo a Nabal per un servizio di protezione dei suoi beni. Nabal si rifiuta di riconoscerlo con una donazione. Il rifiuto scatena una reazione forte di Davide che vuole vendicarsi. Solo l’intervento di un anonimo servitore e poi quello decisivo di Abigail fermano questo proposito scellerato.

In questo capitolo ci sono 4 personaggi principali: Nabal, Davide, il servitore anonimo e Abigail. Ognuno di loro svolge un ruolo regale. Due di loro lo svolgono in modo pessimo e malato. Due di loro lo svolgono in modo redento e virtuoso. Nell’analizzarli brevemente, impareremo come evitare regalità incompiute, scomposte e carnali e come esercitare regalità guarite, mature e risolute. 

RL 1: Pensi solo ai tuoi interessi?
Il primo personaggio è Nabal. Il suo nome la dice lunga sul suo carattere. E’ un uomo ricco di beni ma povero di umanità. E’ un uomo totalmente appiattito sulle sue proprietà. Lui è il suo gregge, la sua lana, il suo pane, la sua carne (v.11). Tra lui e le sue cose non c’è differenza. 

Cerchiamo di capire le sue ragioni: certamente, lui non ha l’obbligo di dare qualcosa a Davide. Non c’è stato nessun contratto né accordo. In più, Davide è un personaggio pericoloso: è un fuggitivo e un ricercato. Chi lo ha aiutato in passato, come il sacerdote Achimelec di Nob (cap. 22), è stato massacrato da Saul. Sostenere Davide avrebbe potuto compromettere le sue proprietà e la sua stessa vita. Lui non vuole correre rischi e pensa solo a sé stesso e agli interessi della sua azienda. 

Di fronte alla richiesta di Davide, Nabal non aveva obblighi formali o contrattuali, ma l’occasione di uscire dal suo mondo dominato dai suoi affari e affacciarsi ad un mondo più grande: quello che Dio stava costruendo intorno al re Davide e alla sua gente. Nadal vuole conservare quello che già ha e non rischiare per avere quello ancora non ha. Si aggrappa al suo business e non si apre ai movimenti di Dio. La sua regalità non “vede” i movimenti di Dio, non rischia di entrare nel piano di Dio: preferisce stare nel suo e difendere quello che ha. 

In realtà, la sua persona sembra essere molto razionale, ma è affetta da momenti di sballo e di ubriachezza (v. 36). Quanti imprenditori di successo, così dediti al loro successo, hanno vite spezzate, doppie e vuote! La fine di Nabal è tragica: ha un infarto e dopo poco muore, colpito dal giudizio di Dio. Nella Bibbia, spesso la figura del ricco è associata alla stoltizia di chi ha uno sguardo piccolo e auto-centrato, di chi vive in una bolla fatta a sua immagine che prima o poi scoppia (Luca 12,16-21). Quella di chi pensa solo ai propri interessi e non sa guardarsi intorno secondo la prospettiva di Dio è una regalità malata e fallimentare da cui dobbiamo guardarci.    

RL 2: Rispondi alle delusioni in modo vendicativo?
Il secondo protagonista è il re Davide. Il suo ruolo nella storia mostra una regalità regressiva e instabile, ancora bisognosa di stabilizzarsi. Nel cap. 24, risparmiando Saul, aveva mostrato di saper distinguere la giustizia di Dio dalla vendetta personale. Qui, al contrario, reagisce in modo scomposto al rifiuto di Nabal di dargli un contributo. Si accende d’ira e organizza la vendetta immediata (v.13). E’ pronto a fare una strage. 

Cerchiamo di capire le sue ragioni: la sua vita e quella della sua gente è appesa ad un filo. Fuggendo da Saul, il suo gruppo non ha entrate stabili né fonti di sostentamento certe. Se non raccoglie risorse qua e là corre il rischio di morire di fame. Il rifiuto di Nabal mette in pericolo la sopravvivenza del gruppo di Davide. Questo spiega la reazione veemente, ma non giustifica il senso di vendetta. La vendetta personale non compie mai la giustizia di Dio. Davide deve imparare a confidare in Dio anche nei momenti di rabbia, di pericolo e d’incertezza. Dio si è preso un impegno con lui e lo ha fatto ungere re. Dio sarebbe stato Colui che avrebbe provveduto ad ogni bisogno anche in tempi di difficoltà. Davide deve imparare a fidarsi di Dio anche di fronte ai rovesci della vita, alle situazioni inaspettate. Davide deve imparare a calmare i moti del cuore facendoli domare dalla giustizia e dalla grazia di Dio. Alla fine, Nabal è colpito dalla giustizia di Dio, senza che Davide abbia compiuto la sua vendetta. Il nostro cuore è una pentola che bolle di rabbia. Dio si è preso carico della giustizia e, nella nostra regalità, affidiamoci a Lui spegnendo i nostri fuochi vendicativi, malvagi e inutili. 

RV 1: Sai leggere la realtà in modo adeguato? 
Il terzo personaggio è un anonimo servo. La sua figura, per quanto senza nome, è in realtà strategica nella storia. E’ grazie a lui che la stoltizia di Nabal e la vendetta di Davide vengono fermate nelle loro conseguenze devastanti. Questo servo, capita la situazione e compresone i rischi, la riporta ad Abigail (vv.14-17). 

Il servo svolge un importantissimo servizio regale: lui raccoglie i dati, li mette insieme, li collega e li interpreta. Legge la realtà in modo adeguato. Nabal li vedeva dalla sua prospettiva soltanto, Davide dalla sua prospettiva soltanto, ma questo servo ha una visione d’insieme. Inoltre, capisce quali dinamiche si sono messe in moto e quali saranno le conseguenze prevedibili. 

 Quanti disastri nella vita si compiono perché non si capisce la realtà intorno e ci si limita a guardarla da una sola prospettiva! 

Il compito regale è quello di interpretare la realtà in modo adeguato: la realtà della nostra vita, delle dinamiche famigliari, della vita della chiesa, del lavoro, della società, della città. Come credenti abbiamo la “mente di Cristo” (1 Corinzi  2,16) per interpretare i fatti della vita non in modo solo emotivo o episodico, ma collegato, informato, realista e progettuale. 

RV 2: Sai risolvere i problemi in modo giusto? 
Infine, Abigail. Il libro di Samuele ha già riconosciuto ad Anna il ruolo di apripista di una svolta nella storia stanca del popolo d’Israele. Qui è un’altra donna ad essere la persona secondo il cuore di Dio. Samuele, il profeta, è morto (v. 1), ma la parola di Dio arriva a Abigail. Davide, il re Davide è ancora instabile, ma la regalità divina è testimoniata dalla saggezza di Abigail.

Abigail è una bella persona in senso pieno (v. 3). Raccoglie l’interpretazione dei fatti del servitore anonimo (v. 14), capisce la gravità della situazione, organizza una risposta alternativa che ferma la spirale della vendetta e porta Davide a benedire il Signore (v. 32 e 39). Lei svolge una regalità pratica, concreta, spirituale, utile. Lei chiede a Davide di comportarsi all’altezza di un uomo di Dio ricordandogli che la scorciatoia della vendetta al ribasso è una vergogna. Invita Davide a tenere alti gli standard della regalità secondo Dio e a non farsi sopraffare da standard carnali (v. 26). Provvede in modo generoso e ricco ai bisogni della gente di Davide (v. 18). Riconosce che il piano di Dio prosegue in Davide (vv. 29-30) e pensa alla sua vita all’interno di questo disegno (v. 31b) diventando moglie di Davide (vv. 39-42). 

La regalità del marito Nabal è fallita. La regalità del re Davide è instabile. Eppure la regalità di Dio non è terminata. Sono il servo anonimo e Abigail ad essere i veri re della storia. Abigail è un’immagine di Cristo e della chiesa. E’ immagine di Gesù Cristo che entra in una storia dominata dall’orgoglio e dalla vendetta come la nostra e porta giustizia pagando il prezzo necessario e donando abbondanza di vita. E’ immagine della chiesa che è la sposa del re, unita per sempre a Colui che Dio Padre ha scelto per essere il nostro Signore e Salvatore. 

Oggi, in una Roma dominata dall’egoismo di Nabal e dalla rabbia di Davide, vogliamo essere una comunità regale che ha la mente di Cristo e una comunità regale che beneficia dell’opera di Cristo ed è per sempre legata a Lui? 


 
 

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