L’impossibile regalità contro la Parola - 1 Samuele 28,1-25

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

Le situazioni non risolte prima o poi ritornano e diventano ancora più gravi. Saul aveva avuto ben due occasioni per riconciliarsi con Davide e fare pace con Dio, ma non le ha colte. Invece di fiorire, la sua vita arriva ad un punto di rottura devastante. In questo capitolo, i Filistei si preparano ad una guerra contro di lui. Si sente solo e debole. Ha una crisi cardiaca e un attacco di panico (v. 5). E’ un re che, non avendo risolto mai le questioni del passato, vive le tragiche conseguenze della sua ribellione in modo ancora più scomposto. Ci sono tre cose pericolose che fa e da cui tutti noi dobbiamo guardarci. 

1. Cerchi la Parola “on demand”?
Dopo aver realizzato la forza dei Filistei e la debolezza del suo esercito, Saul cerca disperatamente una parola da parte di Dio (v. 6). Consulta il Signore, lo interpella, cerca di ricevere un messaggio da Dio tramite i sogni, l’estrazione degli urim o tramite un profeta. Gli urim erano due bastoncini tenuti dal sommo sacerdote nel suo pettorale per stabilire la volontà di Dio mediante l’estrazione a sorte (14,41). Ora ha bisogno di una parola che lo incoraggi e gli confermi la presenza di Dio con lui. Qui e subito ha bisogno di udirla. Adesso!

Chiediamoci: come avrebbe potuto ricevere la Parola? All’inizio del libro ci è stato detto che la parola di Dio era rara a quel tempo (3,1). In più, Saul aveva ucciso 85 sacerdoti a Nob (22,18) e l’unico sacerdote sopravvissuto era Abiatar che era scappato da Davide. Lui aveva gli urim con sé. Inoltre, ora che Samuele era morto, il profeta rimasto era Gad che era anch’egli con Davide (22.5). Gli urim erano con Davide, il profeta era con Davide. Per ben due volte Saul aveva respinto la possibilità di riconciliarsi con Davide e ora cercava la Parola di Dio che era con Davide e non con lui! Capite, voleva la Parola quando e dove voleva lui, senza aver fatto pace con Davide. Voleva la Parola come se fosse Alexa! Voleva essere lui a stabilire i tempi e il contenuto della Parola di Dio. Voleva la Parola non alle condizioni di Dio. Dio gli aveva dato più occasioni per fare un passo indietro dalla sua ostinazione, pentirsi del suo peccato, riconoscere Davide e sostenerlo. Se si fosse pentito, Saul avrebbe avuto il sacerdote Abiatar (con gli urim) da consultare e il profeta Gad da ascoltare. La parola di Dio era con Davide, non più con Saul. Saul voleva la parola “on demand”, ma non il piano di Dio per lui all’interno del quale avrebbe trovato anche la parola! Voleva un oracolo, ma non voleva Dio! Voleva un incoraggiamento ma fuori dall’ubbidienza. Voleva una parola click, che arrivasse e finisse, non una Parola che lo riorientasse. 

Quanto è facile per noi cadere nella stessa trappola. Vogliamo essere confortati, incoraggiati, consolati dalla Parola come se fosse una “alexa” qualsiasi, volendo allo stesso tempo continuare a fare quello che vogliamo. Trattiamo la parola come un cioccolatino, un comfort food, una crema emolliente che dia un po’ di sollievo, ma che non metta in discussione i nostri equilibri malsani. La Parola non la riceviamo quando e dove vogliamo noi: non dimentichiamoci che la Parola è di Dio e che la sua pretesa non è solo su un momento, ma su tutta la nostra vita. Oggi stiamo ascoltando la Parola di Dio non solo per un conforto momentaneo, ma per essere plasmati, corretti e modellati dalla Parola di Dio. Noi vediamo il sintomo, la Parola vuole curare la malattia. Noi pensiamo di usarla come pomata esterna, ma la Parola è una lama che penetra sino alle parti più profonde di noi. Noi vogliamo limitarla a quando ne abbiamo bisogno, ma Dio ce la vuole dare perché sia sempre con noi.

2. Forzi la Parola per i tuoi scopi?  
Non trovando risposta alla sua frenetica ancorché ribelle ricerca della Parola, Saul si chiede come e dove trovarla. I mezzi ordinari per quel tempo (sogni, urim e profeti) erano silenziosi perché Saul si era allontanato da loro e non aveva colto le occasioni per avvicinarsi. Il suo panico cresce e allora ha un’idea perversa: quella di cercare la parola in forme vietate e pericolose. 

Si mette in cerca di una evocatrice di spiriti (v.7). Ora, la legge di Mosè proibiva nel modo più assoluto le pratiche occulte che provavano a rompere il tetto che separa il mondo dei vivi da quello dei morti (Dt 18,10-12). Saul stesso aveva eliminato gli evocatori di spiriti (v.3 e 9). Eppure, ora ne cerca uno, mettendosi contro la volontà di Dio e facendo una cosa che lui stesso avrebbe punito severamente. Vive una contraddizione radicale: da un lato dice di cercare la Parola di Dio, dall’altro va contro la Parola di Dio. Vuole una parola andando contro la Parola. E’ un re manipolatore, irrequieto, ma impenitente e ribelle. 

I suoi scopi “forzano” i confini che Dio aveva posto. Si prendono il diritto di andare oltre i confini stabiliti da Dio a protezione della vita. Quello che succede dopo è un episodio molto strano. Alcuni autorevoli commentatori (come Lutero e Calvino) pensano che l’apparizione di Samuele sia stata un’illusione, una suggestione, una apparizione fake. Visto che il confine tra morti e vivi non può essere superato, l’apparizione di Samuele sarebbe stata una allucinazione perversa. Non sappiamo fino in fondo se sia stato così o se sia stata una vera apparizione permessa da Dio, nonostante il divieto. Quello che è certo è che è stato un gesto disperato, manipolatore, abusivo di una persona che, pur di non mettersi in discussione, si prende gioco della legge di Dio e la calpesta per ottenere quello che cerca. 

Anche questo abuso è molto praticato. Quando Dio non risponde alle nostre domande nei nostri termini bisogna fare un passo indietro e chiedersi cosa non va, a quale punto dobbiamo tornare indietro per cucire i pezzi della vita piuttosto di forzare la mano e cercare di sostituirci a Dio entrando in un terreno minato. Ad esempio: Dio ha creato l’uomo maschio e femmina. Punto. Quante manipolazioni della Parola per dire invece che ognuno decide chi e quello che vuole essere. Dire che maschio e femmina sono scelte personali all’interno di molteplici variabili assomiglia all’evocazione dello spirito di Samuele per fargli dire quello che Samuele non ha mai detto. Invece di metterci in discussione secondo la chiara volontà di Dio, preferiamo oltrepassare i confini di Dio per contraffare una parola che confermi la nostra ribellione. 

3. Vuoi modificare la Parola?
I tentativi di Saul di cercare la Parola “on demand” sono fallimentari. I tentativi di Saul di forzare la Parola di Dio sono patetici. Che sia stata una illusione o una apparizione, il messaggio di Samuele per Saul non cambia (vv. 16-19). Saul non si è pentito dai suoi molti errori e Dio ha scelto un altro re: Davide. Dio ha dato a Saul occasioni di confessare il suo peccato e di riconciliarsi con Davide, ma Saul le ha disprezzate. Anche se in preda alla paura, anche se cerca disperatamente una parola diversa, anche se forza i limiti imposti da Dio, il messaggio non cambia. La Parola non può essere modificata a piacimento, piegata ai suoi scopi. E’ stabile, ferma, autorevole. Saul voleva ancora negoziare qualcosa di diverso, ma i conti li deve fare con un Dio fedele alla sua Parola e che mantiene quello che ha già detto. Saul ha ucciso i sacerdoti, ma Dio non può essere fatto fuori. Samuele non c’è più, ma Dio è eternamente vivente. Saul ha cercato di uccidere Davide, ma l’unto del Signore diventerà re. Cieli e terra passeranno, ma la Parola di Dio è stabile per sempre (Matteo 24,35). 

Questo episodio ci parla di una pratica molto diffusa a Roma e nel mondo “cristiano”. Purtroppo nel cristianesimo antico il dialogo coi morti in forma di preghiera è stato introdotto nelle pratiche devozionali diventando un perno della spiritualità romana. Tante persone intorno a noi parlano ai morti, forse anche tu. Attento, attenta! Invece di cercare i morti, cerca il Dio vivente e vero. Cerca il Signore Gesù che è venuto in carne o ossa tra noi (non in un’apparizione), è morto ed è risorto e vive per intercedere per noi. Cerca lo Spirito Santo che parla tramite la Parola scritta. Anche se dai morti qualcuno dovesse venire o parlare, non cambierebbe nulla. E’ alla Parola del Dio vivente che dobbiamo sottometterci e che dobbiamo ubbidire (Luca 16,31). Vogliamo imparare a vivere regalmente non contro la Parola di Dio, ma sotto la Parola e al servizio della Parola? 


 
 

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