Di fronte a minacce montanti - 2 Samuele 14-15
Predicatore: Amos Miguel
Continuiamo con la nostra serie in 2 Samuele riguardo il regno e la vita di Davide. Non ripassiamo tutto ma è importante sapere che Davide ha vissuto una terribile tragedia nella sua famiglia. Suo figlio Absalom aveva ucciso suo fratello maggiore Amnon in reazione a un violento abuso da parte di Amnon verso la sorella di Absalom. Di conseguenza, Absalom era fuggito in un altro paese. A questo punto erano passati tre anni.
In tutti questi episodi permane la promessa di Dio fatta a Davide all’inizio del suo regno (2 Sam 7:16). In questa promessa, Dio ha stabilito il regno di Davide per sempre: tramite la linea di Davide sarebbe venuto il Messia, colui che avrebbe riscattato il popolo di Dio. Quindi, in questo brano – pieno di intrighi, drammi e personaggi– ci sono due minacce montanti contro il trono di Davide. Questa storia ci presenta l’esempio di tre uomini e una donna, quattro persone coinvolte nella storia. Vediamo insieme come ognuno reagì e in che modo e prese parte (o non prese parte) alla promesse che Dio fece a Davide.
La prima minaccia che vediamo è all’inizio del brano. È la mancanza di una discendenza per il trono. Da una parte Amnon, il figlio maggiore di Davide è morto, dall’altra, Absalom, colui che ha il diritto al trono è fuggito, quindi, chi sarà il successore e come? In che modo il regno di Davide potrà continuare?
1. Guarda con una prospettiva eterna
Avendo in mente questo contesto, entriamo in scena con Davide e il primo punto del sermone, “guarda con una prospettiva eterna.” Vediamo di nuovo il versetto 1 del capitolo 14. Davide si placò nei confronti di Absalom. Egli smise di essere arrabito e cominciò a pensare al rapporto con Absalom diversamente perché si rese conto che rischiava di non aver nessun erede al trono. Da un lato, Absalom si era guadagnato la morte a causa dell’omicidio commesso, ma dall’altro, Davide pensava alle sorti della sua casa. Ma purtroppo Davide non visse la sua situazione con una prospettiva eterna.
Purtroppo, l’atteggiamento di passività che Davide aveva assunto nella vicenda di Amnon e Absalom non cambiò. Egli pensò ad Absalom e alla sua vicenda ma alla fine non si mosse per risolvera la situazione. Non ha cercato il Signore. Non ha chiesto il consiglio di qualcuno della sua corte.
Non c’è un senso di prospettiva eterna nella reazione di Davide. Davide guardò solo a sé stesso, pensando solo alle cose immediatamente intorno a lui. Lasciò che il problema di Amnon e Absalom peggiorasse. Dov’era finito l’uomo che aveva combattuto contro Golia in battaglia nel nome del Signore per risolvere la situazione?
Nonostante questa minaccia e la passività di Davide, Dio ha compiuto la Sua promessa mandando Suo Figlio, il Re dei Re che, diversamente da Davide, non è rimasto passivo. No, Gesù era sicuro nella sua chiamata dal Padre. Certo ha sperimentato diversi problemi nella sua vita terrena – problemi familiari, problemi con i discepoli e problemi con i leader di quei giorni. Ma nonostante tutto non è rimasto passivo perché ha semprea una prospettiva eterna. Aveva lo sguardo fisso sul Padre e sulla sua chiamata.
Pensiamo anche a noi stessi. Abbiamo una prospettiva eterna sulle nostre situzioni? Certo, tutti noi affrontiamo situazioni difficili o complesse. Rimaniamo fermi e lasciamo scorrere la situazione rimanendo passivi?
La nostra chiamata ricevuta da Dio va oltre questo mondo. Dio ci chiama ad educare i nostri bambini non principalmente per la nostra convenienza o reputazione, ma per lodare il Signore. Dio ci chiama a cercare un lavoro buono non per la nostra sicurezza economica ma per essere una testimonianza. Dio ci chiama a mantenere l’armonia con i nostri parenti e amici non per evitare lo stress ma per vivere l’amore di Dio. Guarda con una prospettiva eterna.
2. Reagisci con il timore di Dio
Tornando al testo notiamo che oltra a Davide c’era anche Iob. Passiamo al secondo punto: “reagisci con il timore di Dio”.
Anche Ioab notò questa minaccia al trono – la mancanza di una discendenza. Sempre nel versetto 1 del capitolo 14 leggiamo che anche lui si rese conto della minaccia che Davide stava sperimentando.
Quindi, Iaob decise di intervenire. Probabilmente si ricordò dell’episodio tra Natan e Davide e decise di inviare qualcuno per fare cambiare idea a Davide. Forse Ioab si accorse che Davide stava ripetendo l’errore di prima rimanendo nuovamente passivo.
Iaob si comportò bene e riuscì a collaborare con altre persone. Alla fine, Davide si convinse di far tornare Absalom in Israele, ma dopo averlo fatto tornare rimase divenne nuovamente passivo e non risolse completamente la situazione con Absalom.
Ioab diede avvio alla risoluzione del problema ma purtroppo senza risolverlo completamente. Anche se Absalom era tornato in Israele, Davide non volle vederlo e quindi non ci fu una vera riconciliazione. Absalom andò a chiamare Ioab diverse volte per fargli da tramite e permettergli di incontrare Davide. Ioab avrebbe potuto terminare il suo compito e rimuovere la minaccia.
Ma alla fine, quando vide che Davide stesso si era fermato e non aveva agito, decise di fare lo stesso. Il suo timore per Davide fu più grande del suo timore di Dio. Non considerò più la promessa perché era più allineato con Davide che con Dio e di conseguenza le cose peggiorarono.
Grazie Dio che la storia non finì con Iaob, Davide e Absalom. La promessa è stata compiuta. Gesù ebbe un buon inizio e una buona fine. Nonostante la persecuzione e la vergogna, Egli continuò ciò che aveva cominciato. Nonostante la difficoltà personale, si fidò di Dio ed ebbe timore di lui fino alla morte di croce. Comprese la sua relazione con il Padre e si sacrificò sulla croce dando la sua vita.
E noi? Reagiamo alle incombenze avendo timore di Dio? Riconosciamo la santità, la grandezza e l’abbondante grazia di Dio? Avere timore di Dio significa che ci rendiamo conto che il rapporto con il Signore è il rapporto più importante della nostra vita. Non dobbiamo dare più importanza alla stima che qualcun altro ha nei nostri confronti. Dobbiamo essere pronti di “mettere a rischio” un rapporto per non perdere la vicinanza con il Padre. Dobbiamo essere pronti di andare di uscire dalla nostra zona di comfort per essere una testimonianza. Quando le minacce arrivano e le difficoltà si presentano, reagisci con il timore di Dio.
3. Rispondi con la gratitudine e l’umiltà
Passiamo al terzo punto del sermone: “rispondi con la gratitudine e l’umiltà.” Abbiamo parlato di Davide (guarda con la prospettiva eterna) e Ioab (reagisci con il timore di Dio). Adesso, vediamo come Absalom reagì.
Vediamo che Absalom torno in Israele. Finalmente, dope aver manipolato gli eventi, ebbe il permesso di incontrare Davide, di essere perdonato e riprendere il suo ruolo di figlio del re.
È vero che Absalom si era guadagnato la morte per l’omicidio che aveva commesso, però ricevette un atto di grazia da parte di Davide. Come descritto nel testo di stasera, Absalom scelse di rispondere a quest’atto di grazia, agendo malignamente. Invece di mostrare gratitudine e comportarsi umiltà, Absalom usò il perdono di Davide per usurpare il trono del padre.
Quindi, Absalom divenne protagonista di un’altra minaccia decidendo di usurpare il trono. Cercò di prendere possesso del regno senza considerare la promessa fatta da Dio alla sua famiglia. Invece di risolvere i problemi che ha visto nel regno di Davide, sfruttò la sua posizione di rilievo. Non onorò Davide mostrandogli gratitudine ma decise di spargere bugie.
Inoltre, non usò i suoi doni per collaborare con Davide e attenersi al piano di Dio. Secondo me, questa è la parte più triste di questa vicenda perché che Absalom era un uomo pieno di talenti.
Com’è descritto nei primi versetti del capitolo 15, era motivato -- si alzava mattina presto – era pieno di carisma, era in grado di parlare bene, giudicava con saggezza, aiutava gli altri. Ma purtroppo a causa di questo atteggiamento presuntuoso si comportò male. Sprecò i suoi doni, abusò della grazia che aveva ricevuto e si rovinò. Non rispose né con gratitudine né con umiltà.
Grazie a Dio, abbiamo un esempio di un Figlio che ha risposta in umiltà, Gesù Cristo. Egli non considerò l’essere Dio incarnato un vantaggio per non servire e non mostrare l’amore di Dio. Egli è venuto per servire con giustizia in vista di un regno stabilito per sempre. Abbiamo un Salvatore fedele che ha usato i suoi doni e le sue abilità per compiere il suo piano e riconciliarci a Dio. Tramite lui, abbiamo una vera riconciliazione. In questa storia, noi siamo tutti Absalom – peccatori che si sono guadagnati la morte, ma solo tramite Gesù siamo veramente riconciliati con Dio Padre e diventiamo figlio di Dio ripristinati.
Allora, qual è la nostra reazione alla grazia che abbiamo ricevuto? Quale regalità viviamo adesso? Utilizziamo la grazia come permesso per costruire il nostro regno ed esaltare il nostro nome? Questa storia è uno sprone a riconoscere i nostri doni e usarli per la gloria di Dio. Dobbiamo svegliarci giornalmente con il proposito di usare la nostra energia per essere leali e rispettare la chiamata che Dio ci ha dato.
Tramite la vita di questi tre uomini comprendiamo l’importanza di:
Guardare con una prospettiva eterna
Reagire con il timore di Dio
Rispondere con gratitudine e l’umiltà
Per concludere, vediamo l’esempio della donna che all’inizio della storia si presentò a Davide per influenzarlo a riconciliarsi con il suo figlio e risolvere la minaccia che incombeva sul suo regno.
Nella nostra comunità, abbiamo bisogno di donne e uomini come lei. Persone che sono disponibili ad essere voce della verità. Persone pronte con coraggio e saggezza a rispondere alla chiamata di Dio. Persone che compiono il loro ruolo nel regno di Dio con energia e la convinzione.
Ma ciò non è legato unicamente alla comunità. Tutti noi abbiamo bisogno di una voce di verità nella nostra vita personale. Ci serve qualcuno che riveli le nostre lacune, qualcuno che ci indirizzi nuovamente alla nostra chiamata. Abbiamo soprattutto bisogno dello Spirito.
Lo Spirito porta un messaggio migliore di quello della donna del testo di stasera. Lo Spirito vuole far breccia nelle aree che vogliamo tenere nascoste al Signore. Lo Spirito vuole portare verità e saggezza nelle aree di confusione.
Amico, non chiudere le tue orecchie alla voce dello Spirito Santo. Non scegliere la strada di Absalom la quale lo portò alla rovina, ma scegli la strada che ti porta attraversò Gesù alla vita eterna.
Sorelle e fratelli, riconoscete di nuovo la speranza che abbiamo in Cristo. Lo Spirito non solo fa breccia rivelando il nostro bisogno, ma ci dà l'abilità di vivere nel regno di Dio regalmente.
Di fronte alle minacce montanti: Guarda con una prospettiva eterna; Reagisci con il timore di Dio; Rispondi con gratitudine e umiltà.