Saggi nelle vittorie - 2 Samuele 8

 
 

Predicatore: Gioele Di Bartolomeo

Ieri mattina al Senato si è svolta la rassegna “omaggio allo sport tricolore”. Quello del 2021 è stato infatti un anno ricco di vittorie sportive. Il calcio, le olimpiadi e le paraolimpiadi, mai come questa estate si era vinto così tanto. Le vittorie sono un momento di straordinaria euforia, dove il successo appena raggiunto genera un entusiasmo difficile da controllare. Molto spesso le vittorie sono individuali e durano poco più del tempo di alzare la coppa e di darsela in testa per l’eccitazione del momento. Altre volte invece tocca una città o una intera nazione e per qualche giorno le strade sono affollate da caroselli di bandiere. 

Sia che esse dipendano da uno sport, dalla fine di una guerra, da un obiettivo raggiunto o da un duro lavoro, le vittorie sono un momento bellissimo della nostra vita. Senza sminuire l’importanza della gioia e dell’esultanza dopo una vittoria è anche vero che quando queste accadono l’euforia ci guida verso l’esaltazione di noi stessi, ci porta a focalizzarci sulle nostre conquiste ed a godere egoisticamente di quello che ci siamo finalmente guadagnati. 

Il passo che abbiamo appena letto parla di vittorie entusiasmanti. Molto più grandi di quelle che abbiamo descritto poco fa. Davide stravince le battaglie sui nemici che circondavano Israele in tutte le sue direzioni. Non solo il suo regno si era stabilito ma aveva anche tolto i pericoli che lo circondavano. I Filistei, i nemici storici di Israele vengono definitivamente annientati e gli altri popoli ostili vengono ridotti a sudditi tributari. Il nome di Davide e le sue conquiste era note e i Re alleati si congratulavano con lui con doni preziosi. 

Davide era un Re che sapeva gioire e vivere le vittorie con saggezza. Anche noi, chiamati attraverso la salvezza in Cristo ad un ufficio regale, vogliamo imparare ad essere Re saggi nelle vittorie. Impareremo tre lezioni da questo testo.

Sii avveduto, riconoscendo il vero vincitore
Nella serie di avvenimenti straordinari che il testo ci racconta, le conclusioni del versetto 6 e del versetto 14, si ergono come le due colonne portanti dell’intero testo “Il Signore rendeva Davide vittorioso ovunque andava”. Anche se Davide era sicuramente un abile stratega, anche se la sua dedizione, il suo impegno e le sue forze erano stati pienamente sacrificati per la causa del Regno di Israele, ciò che lo rendeva vittorioso era il SIGNORE. Dio era l’autore delle sue vittorie ed il testo lo afferma due volte. Nell’euforia della vittoria, Davide sarebbe potuto cadere nell’autocompiacimento, avrebbe potuto sentirsi il protagonista di queste vittorie, ma così non è stato. Davide è stato avveduto nel riconoscere il vero vincitore, il Signore. Anche noi, la chiesa che il Signore ha chiamato alla regalità, viviamo momenti di vittoria. Abbiamo sperimentato individualmente la vittoria sul peccato, grazie all’opera di Gesù Cristo sulla croce. Sperimentiamo costantemente la cura del Signore nelle nostre vite quotidiane con vittorie in battaglie più o meno grandi. Ed abbiamo provato la vittoria nel vedere uomini avanzare nel servizio come con Clay e Raffaele. Anche se combattiamo contro un certo cinismo che vuole ridimensionare i successi che viviamo, le nostre vite sono piene di vittorie personali, famigliari ed ecclesiali. Come Re chiamati a riconoscere il vero vincitore, la chiesa non tralascia le vittorie ma le esalta proclamando l’opera del Signore in esse. Spesso chi ci osserva ci vede come persone alternative, coraggiose, vincenti nella loro chiarezza e, mentre vorremmo impegnarci a mostrare il vangelo, le nostre vite vengono considerate come il frutto della nostra bravura e determinazione. Senza cadere nell’autocompiacimento, vogliamo essere avveduti e riconoscere il vincitore che permette questo. Gesù è il vincitore che ha cambiato la tua eternità, è Lui che ti ha cambiato il cuore, è Lui che ti ha liberato dalla schiavitù, è Lui che ti dà di vincere il peccato, è Lui che ti ha reso una persona giusta in una società corrotta. Gesù Cristo ha vinto la tua vita e come dice Paolo in Romani, “in lui anche noi siamo più che vincitori”. Grazie all’opera di Cristo possiamo riconoscere le vittorie nelle nostre vite, nelle vite dei nostri fratelli e sorelle. Possiamo gioire delle vittorie sul peccato, delle vittorie nella famiglia, nel celibato, nel lavoro. Vogliamo gioire come chiesa per il riconoscimento di nuove guide, per la fondazione di chiese e per l’avanzamento del vangelo a Roma anche attraverso di noi, ma vogliamo riconoscere che è tutta opera del Signore. Se è il Signore che vince le nostre battaglie possiamo continuare combattere per il Suo regno in questa città a viso aperto, senza timore. Possiamo affrontare le sfide nei campi che ci sono davanti senza timore perché il vero vincitore ha già vinto.

Sii pronto, donando ciò che hai ricevuto
Davide aveva tolto una grande quantità di ricchezze ai suoi nemici, ed altre ancora erano state aggiunte dai suoi alleati. Nel versetto 11 il testo ci dice però che consacrò al SIGNORE tutto quello che aveva conquistato. Il Re d’Israele dona a Dio tutto ciò che le vittorie gli avevano donato. Da subito abbiamo la dimostrazione pratica che Davide aveva compreso pienamente che Dio era il vincitore delle sue battaglie e che a Lui spettava ciò che si era ricevuto. Se il SIGNORE è colui che rende le vittorie possibili è saggio consacrare a Lui ciò che si riceve. Il saggio re d’Israele confidava in Dio e nelle sue promesse ed è stato pronto a donare completamente. Anche noi, come Davide abbiamo ricevuto da Dio. In Gesù Cristo abbiamo ricevuto la libertà dal nostro peccato. Anche se viviamo la regalità del già e non ancora, abbiamo già ricevuto una nuova natura nel Suo sangue, abbiamo già ricevuto il Suo Spirito e la certezza di una eternità di gioia alla sua presenza. Sotto questo cappello di santità, Dio ha vinto per noi delle vite riscattate, ha vinto delle famiglie consacrate, ha vinto un celibato fruttuoso, ci permette un lavoro alla Sua Gloria e si è vinto una chiesa appartata per il Suo Sposo. Davide ci chiama alla saggezza invitandoci a donare ciò che abbiamo ricevuto. Come figli del Padre, riscattati dal sangue del Figlio, vogliamo donare a Dio la libertà che abbiamo ricevuto per essere sempre più uomini e donne domati dal Suo amore. Vogliamo donare a Dio le nostre vite, le nostre famiglie, il nostro tempo, il nostro lavoro, le nostre risorse economiche per l’avanzamento del Suo regno. Possiamo farlo perché Gesù Cristo ha donato tutto di sé stesso come sacrificio vivente per il nostro peccato. Nel vangelo di Matteo al capitolo 6, Gesù considera il donare come un atto abituale della chiesa ed incoraggia i suoi ascoltatori a ricercare il regno di Dio senza temere per le proprie necessità. Ma, attraverso questo testo capiamo ancora di più. Essere pronti a donare ciò che abbiamo ricevuto non è una questione di decime o di impegno mensile economico da sostenere. Gesù Cristo ha dato tutto di sé stesso ed è questo lo standard a cui siamo chiamati. Gesù Cristo ha vinto la nostra vita e siamo chiamati a consacrarla a Lui. Cosa stai risparmiando di ciò che Lui ti ha donato? Cosa stai tenendo per te nel timore di cadere? Dio è colui che ti tiene in vita, è Lui che ti dona l’ossigeno per vivere, il cibo che mangi ed il tetto sulla tua testa. Dio ti ha chiamato qui a Roma per investire tutto di te stesso per l’avanzamento del Suo Regno. Gesù ti ha donato tutto per te perché tu possa essere saggio e pronto a donare tutto di te stesso.

Sii determinato, ricercando la giustizia
Gli ultimi 3 versetti del testo di oggi ci portano davanti al nostro terzo punto. Davide nel versetto 15 risponde alle vittorie ricevute impegnandosi personalmente ad amministrare il diritto e la giustizia. Non si adagia sugli allori e non carica tutto su sé stesso ma si assicura del funzionamento dei ministeri delegando uomini fedeli. La risposta logica ad una serie di vittorie è certamente il riposo, il godersi il momento. Ma Davide nella comprensione del merito divino delle sue vittorie, saggiamente ricerca la giustizia e si assicura che ogni aspetto della gestione del regno sia stabile. Dio ha reso partecipe Davide delle Sue vittorie ed il Re risponde donando e impegnandosi nella giustizia. Gesù chiama anche noi ad essere determinati nel ricercare la sua giustizia. Dio ci ha resi partecipi della Sua vittoria in Gesù Cristo e non possiamo tirarci indietro dall’essere promotori di giustizia. La conversione a Gesù Cristo, il momento in cui comprendiamo di essere stati resi partecipi della vittoria sul nostro peccato è spesso accompagnato da uno stato di euforia che si protrae verso una alienazione da ciò che abbiamo intorno. Ma Gesù Cristo non ci ha salvati perché ci adagiassimo sugli allori. Ci ha donato un cuore nuovo perché comprendessimo la giustizia ed il bisogno che questo mondo ha di conoscerla. Gesù ci ha resi giusti attraverso il Suo sangue e ci chiama ad essere determinati nella ricerca di giustizia. La chiesa è chiamata ad essere portatrice di giustizia. Siamo chiamati a condannare il male, a ricercare il bene, a proteggere i deboli, a cercare la buona politica, a sostenere il buon lavoro, ad incoraggiare i doni per la gloria di Dio. Sii determinato ricercando la giustizia di Cristo in ogni ambiente della tua vita. Sii pronto ad essere saggio nella vittoria che hai ricevuto nel Signore, Gesù Cristo è la piena giustizia e tutto il mondo un giorno la conoscerà. La conoscerà per Grazia attraverso la salvezza o la conoscerà nella condanna del giudizio finale. Ricercare la giustizia vuol dire mostrare al mondo la Speranza di Cristo. 

Gesù Cristo ha vinto sulla croce per il peccato dell’uomo, ha donato tutto sé stesso perché potessimo trovare vittoria nel Suo perdono, si è fatto peccato soddisfacendo la giustizia del Padre e ci ha donato lo Spirito per farci dei promotori della SUA giustizia. Solo in Gesù Cristo troverai la vittoria che ti condurrà ad una vita piena, alla vera vittoria ed all’eternità di Gioia.


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.