Fidarsi del giudizio di Dio - Salmo 75

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

Quando si fa un trasloco si apprezza l’invenzione dell’ascensore. Con una semplice pressione di un bottone, si può andare in alto o in basso senza fatica. L’ascensore è una metafora della vita. Pensiamo che sia in nostro potere salire in alto nella scala sociale attivando il nostro impegno, ingegno ed ambizione. Se siamo più determinati, possiamo farcela. Non è del tutto vero, tuttavia. Molte persone sono là in alto senza avere fatto granché e molte persone sono in basso pur impegnandosi con tutto loro stesse. L’ascensore non funziona in modo semplice. Per alcuni è bloccato, perennemente guasto; per loro la vita è fatta di una faticosa e costante salita carica di pesi. Per altri, l’ascensore va su e giù in modo continuo. Per altri ancora l’ascensore va su a prezzo di sgomitate, disonestà ed ingiustizie.

Forse oggi ti stai domandando: a che punto della scala sono? Chi comanda l’ascensore della vita? Ho speranze di salire? Devo avere paura di andare giù? Porterò sulle spalle tutti i pesi della vita? Questo salmo, ben prima dell’invenzione dell’ascensore, ci dice che, prima o poi, l’ascensore della vita porta tutti allo stesso piano: quello del giudizio di Dio. Prima o poi, con percorsi frenetici su o giù o con una sola salita o discesa, si arriva al piano del giudizio di Dio. Tutti, nessuno escluso, noi compresi, arriveremo a quel piano: il piano dove faremo i conti con Dio. Questo salmo ci offre tre insegnamenti per prepararci.

 

1. Sii fiducioso nei tempi di Dio

Allora come ora, se ci guardiamo intorno e se guardiamo onestamente a noi stessi, vediamo tanta agitazione, tanti movimenti scomposti, tante frenesie, tante ansie, tante frustrazioni. La salita della vita è accompagnata da tensioni costanti, delusione, fatiche. “La terra si agita” (v. 3) pensando che la somma delle agitazioni produca di per sé un avanzamento, un miglioramento. Non è sempre così. In più, in tutti questi movimenti, tanti rimangono feriti, abbattuti, esclusi. L’agitazione di per sé non garantisce il successo e lascia molte vittime sul campo: i poveri, quelli con meno opportunità, gli svantaggiati. Talvolta, rispondiamo all’agitazione del mondo con un’agitazione nostra aggiuntiva, col risultato di far impazzire ancor più la situazione. Cosa fare allora? 

Il salmo ci dice che Dio ha in mano la situazione e che giudicherà con giustizia. Il mondo non è in preda al caos o al destino o in potere delle multinazionali o di Soros o della mafia o della Cina. Il mondo, la tua vita, è nelle mani di Dio che determina i movimenti dell’ascensore della vita. Fidati dei tempi di Dio. Non appoggiarti sulla tua capacità di salire e non amareggiarti per quelli che, per salire, sfruttano gli altri. Prima o poi, ci ritroveremo tutti davanti al piano di Dio che farà giustizia. Impegniamoci quindi nelle nostre vocazioni, sempre fiduciosi nella giusta sovranità di Dio.

 

2. Sii docile alla volontà di Dio

Nella corsa frenetica della vita, siamo costantemente alla ricerca di ricette, soluzioni, scorciatoie che ci permettano di avanzare. Il salmo ne parla in termini geografici: la gente guarda a est, ovest, nord e sud per innalzarsi (v. 6). Cerchiamo tutorial per tutto nella speranza di diventare più sani, più ricchi, più potenti. Nel dimenarsi a destra e a manca, irrigidiamo il collo (in segno di durezza contro Dio) e alziamola testa (in segno di sfida a Dio). 

Non è questo il modo giusto di vivere. Lasciando Dio fuori dal nostro sguardo e limitandolo solo ai nostri punti di riferimento, accumuliamo nozioni ma non cresciamo in sapienza; accumuliamo frammenti ma non cogliamo la visione d’insieme. Dio è colui che fa salire e scendere (v. 7). Dio ha in mano l’ascensore della vita. Dio ha in mano tutto. 

Certamente, il salmo non sta dicendo di vivere in modo passivo e fatalista. Al contrario: fidandosi di Dio ed essendo docili alla sua volontà, diventiamo creativi, pro-attivi, energici. E’ Dio che giudicherà alla fine; è Dio che muove ogni cosa da sempre e per sempre. Invece di innervosirti, fidati di Lui; invece di muoverti in modo confuso ed indipendente, segui ed asseconda i movimenti di Dio. “Dio resiste i superbi ma fa grazia agli umili” (1 Pt 5,5-6). Fatti trovare al punto giusto nel momento giusto: cioè nella volontà di Dio. La sua volontà è il posto migliore per te.

 

3. Sii grato a Dio che ha fatto bere la coppa ad un Altro

Dio ha in mano i pulsanti dell’ascensore della vita e, a suo tempo, farà terminare la vita di tutti sul suo piano, dove saremo soggetti al suo giudizio. A questo punto, il salmo dice come lo farà. Arrivati al piano del giudizio, Dio accoglierà tutti con una coppa in mano (v. 8), simbolo della sua giustizia e del suo giusto giudizio. Tutti dovranno bere da questa coppa, fino all’ultimo sorso. Le coppe dell’ira d Dio sono anche descritte nell’Apocalisse (cap. 16) come simboli del suo giudizio.

Arrivati al piano del giudizio, non ci sarà un “welcome drink”, ma la coppa del giudizio. Non sarà un brindisi di festa, ma un lutto perché i nostri peccati saranno giudicati. Ora, il simbolo della coppa dell’ira di Dio sul peccato è importante per capire l’opera di Gesù Cristo per noi. Gesù, vero Dio e vero uomo, è venuto per bere LUI la coppa dell’ira del Padre al nostro posto. Davanti all’imminenza della morte sulla croce, ha detto: “allontana da me questo calice, ma la tua volontà sia fatta” (Lc 22,42). Quello che si apprestava a fare era di bere la coppa del giudizio al posto nostro, caricandosi i nostri peccati e pagandoli al nostro posto. Lui ha bevuto la coppa di cui parla il salmo: soffrendo e morendo per i peccatori, Gesù ha bevuto al posto loro la mistura del giusto giudizio di Dio.

Per chi crede in Gesù Cristo, questa coppa di giudizio è già stata bevuta dal nostro Salvatore! Ai credenti, avendo lui già bevuto la coppa del giudizio, Gesù ha offerto il calice della salvezza (Sal 116,13), la coppa del nuovo patto nel suo sangue (1 Cor 11,25). Lui ha bevuto la coppa d’ira per noi e ci offre la coppa dell’amore di Dio. Per i credenti, il giudizio è già avvenuto in Gesù Cristo; arrivati al piano finale ci sarà il calice della festa, il brindisi della salvezza (Lc 22,18).

Quale drink ti aspetta al giudizio di Dio? La coppa dell’ira o il calice della salvezza? Tutti meritiamo la prima; per chi crede in Gesù Cristo ci sarà il secondo. Credi tu di essere un peccatore, meritevole del giusto giudizio di Dio? Credi tu che Gesù Cristo ha preso il posto dei peccatori? E’ Lui il tuo Signore e Salvatore? Allora potrai festeggiare sin da ora la sua salvezza e vivere fidandoti di Lui, negli alti e bassi della vita.