La Misericordia che ci contraddistingue - Luca 13:10-35

Predicatore: Gioele Di Bartolomeo

Sapreste dirmi qual è la causa più comune di dolore al mondo? Il mal di schiena. Le nostre colonne vertebrali sono un capolavoro dell’ingegneria divina; 33 vertebre, 31 paia di nervi spinali, 4 curve fisiologiche, muscoli ed articolazioni che permettono al nostro corpo di fare movimenti impegnativi su tutti i piani. Ma non sempre tutto funziona in maniera così ottimale. Con il tempo le curve che danno la mobilità si riducono, arrivano i dolori, le rigidità, arrivano le posizioni di compenso e poi arriva la fisioterapia.

Nei primi versetti del testo che abbiamo appena letto Luca ci presenta la descrizione di una donna con i sintomi di una sospetta spondilite anchilosante alla colonna vertebrale. Questa malattia fonde le articolazioni, appiana le curve fisiologiche, impedisce il movimento normale della colonna e nel dolore accompagna ad una posizione cifotica. Così, il respiro si fa pesante, non riesci più a tirarti su e non puoi vedere altro che i tuoi piedi e qualche centimetro oltre.

Come con la nostra schiena, può accadere con la nostra salute spirituale. Attraverso la fede nel Salvatore Gesù Cristo siamo stati chiamati dalla morte alla vita, ma quando rifiutiamo la guida e la volontà del Signore nelle nostre vite, quando abbassiamo le difese contro il peccato, esso altera la nostra postura spirituale. In poco tempo ci ritroviamo piegati su noi stessi, respirando a fatica fino a focalizzarci solo sui nostri passi senza poter guardare oltre. Tuttavia, nel regno di Dio non c’è spazio per il peccato, non c’è tempo per una vita claudicante, non c’è motivo valido per una visione cifotica della realtà. Il Salvatore attraverso questi versetti ci mostra cosa significa essere uomini e donne guarite. Siamo Peccatori salvati che hanno sperimentato la misericordia di Dio Padre attraverso il sangue di Dio Figlio e che ora guidati da Dio Spirito Santo guardano al bene del prossimo. Vogliamo ascoltare allora il Signore Gesù Cristo ed imparare ad essere una chiesa di cittadini del regno di Dio contraddistinti dalla misericordia frutto di schiene guarite, spiritualmente dritte e che guardano in avanti.     

Vigila sulle (tue) priorità (10-17)

Gesù insegnava in una sinagoga nel giorno del sabato, il giorno del riposo in cui agli Ebrei era proibito fare qualsiasi attività lavorativa (10). Mentre esponeva la Parola, il Signore vide una donna inferma, piegata su sé stessa da uno spirito che la teneva intrappolata in questo stato di malattia (11). La chiamò, la toccò e la guarì. Ciò indignò il capo della sinagoga perché Gesù aveva fatto una guarigione di sabato (12-14). Ma il Signore condannò l’ipocrisia del cuore di questi uomini pronti a prendersi cura dei propri asini in giorno di sabato ma altresì pronti a condannare l’aiuto verso chi era nella sofferenza (15-16). Gli oppositori si vergognarono e la folla gioiva per ciò che vedeva (17). Nella prospettiva del capo della sinagoga, fare una qualsiasi attività lavorativa di sabato significava rompere il comandamento di Dio sul giorno del riposo (Es 20,8-11). Durante lo Shabbat, donne, uomini, bambini ed animali dovevano cessare ogni attività e riposare come fece Dio nella creazione il settimo giorno. Il sabato era stato fatto per il bene dell’uomo (Mc 2,27), ma ora i farisei avevano invertito le priorità ed il giorno del riposo era stato cambiato in giorno di onerosi regolamenti che accecavano l’evidenza della realtà. Persino l’atto miracoloso di guarire una donna afflitta da 18 anni da uno spirito che la rendeva inferma era stato di scandalo. Anche se il capo della sinagoga la prende larga e non attacca Gesù direttamente la cifosi spirituale del peccato viene fuori mostrando l’alterazione delle priorità. Gesù rompe, condanna questi schemi perversi e svela la distorsione delle priorità del capo della sinagoga. Il Messia che è la raffigurazione vivente del riposo a cui i figli di Dio sono invitati attraverso la croce (Ebrei 4), cerca primariamente il bene del suo prossimo. La postura Spirituale del Signore è perfetta per vedere oltre il pulpito della sinagoga e per praticare la misericordia di Dio amando, toccando e guarendo la donna nella sofferenza, ma anche condannando l’ipocrisia delle priorità del capo della sinagoga. I cittadini del regno di Dio sono contraddistinti dalla misericordia che vigila sulle proprie priorità e condanna l’ipocrisia e l’ingiustizia delle priorità perverse. Nella fede in Gesù, lo Spirito Santo opera rendendo la nostra postura Spirituale, dritta e mobile permettendo vite non piegate su sé stesse ma protese verso il prossimo. Hai fatto una valutazione posturale delle tue priorità? Vigila su te stesso. Chiediti se stai vivendo una vita piegata ed incentrata solo sui tuoi passi che non ti permette di guardare oltre. Chiediti se come il capo della sinagoga vivi una vita a cassetti dove la misericordia di Dio e limitata ai giorni in cui ti senti nel mood. Cosa provi quando vedi l’ingiustizia e la sofferenza in questa città? Come comunità che vuole fondare chiese in questa città stiamo studiando la Parola, ci stiamo preparando teologicamente, stiamo predicando, ma non andremo da nessuna parte se la nostra postura è incentrata su noi stessi. Stiamo sacrificando nostro tempo e le nostre energie per l’avanzamento del vangelo a Roma ma non andremo da nessuna parte se non siamo un popolo che vive la misericordia del Salvatore (Mt 9,13). La misericordia che contraddistingue il popolo di Dio è quella Regale che vigila sulle priorità perverse della società, svergognando la falsità (17) offrendo la verità del Regno e che si attiva per il bene del prossimo. Vigila sulle priorità    

Confida nei mezzi ordinari (18-21)

Diceva ancora che il regno di Dio è simile ad un piccolissimo granello di senape che una volta seminato cresce e diventa un albero in cui gli uccelli trovano riparo (18-19). Il regno, continua il Signore nel versetto 21, è come una piccola quantità di lievito che permette a tutta la farina di lievitare. Dopo lo scandalo della guarigione di sabato e la condanna della perversione delle priorità, Gesù continua il suo discorso dando due rappresentazioni del Regno di Dio. Le priorità e la misericordia di cui abbiamo parlato nel primo punto non possono essere prese ed estrapolati dal Regno di Dio. Tutto il mondo parla dell’importanza della gestione delle priorità. Tutti si riempiono la bocca della parola misericordia, ma solo il contesto del regno di Dio da ad esse il vero significato. La misericordia che ama, che cura e guarisce non può esistere senza la giustizia di Dio nella persona e nell’opera di Gesù Cristo e non può esistere una santa gestione delle priorità senza la guida dello Spirito Santo che cambia la postura della nostra visione. Il popolo di Dio vive queste realtà alla luce del Regno inaugurato dal Salvatore. Un regno partito come un piccolissimo granello di senape ma che ha raggiunto geograficamente il mondo intero (Atti 1,8) e che continua ad avanzare spiritualmente attraverso la potenza del Vangelo. Il Regno di Dio avanza attraverso il lievito della Sua Parola che cresce il suo popolo che convince di peccato e che guida al ravvedimento. Nella sua saggezza il Signore ha scelto di fare avanzare il suo Regno attraverso l’ordinarietà. Ha preso pescatori, pubblicani, peccatori e li ha trasformati in predicatori potenti del suo Vangelo. Il Salvatore Gesù Cristo ha preso noi, quando eravamo ancora morti nei falli e nei peccati ed attraverso il suo sangue ci ha inserito in una relazione pattizia con Dio Padre per essere portatori sani del Suo regno. Come dice l’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, Dio ha posto il suo tesoro “in vasi di terra, affinché questa grande potenza sia attribuita a Dio e non a noi”. Dio ha scelto l’ordinario per manifestare la sua straordinaria potenza. “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; 28 Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, 29 perché nessuno si vanti di fronte a Dio” (1 Co 1,27-29). La misericordia che ci contraddistingue sia affida ai mezzi ordinari della grazia riconoscendo in essi la potenza del Dio straordinario. A cosa ti stai affidando, in cosa stai confidando? Cosa aspetti prima di cominciare a fare la volontà del Signore. Possiamo vivere la misericordia del Regno, possiamo vigilare sulle priorità anche senza la capacità di scacciare demoni, anche senza straordinarie risorse economiche o mentali ma confidando sulle promesse e l’opera del Signore. Il regno di Dio avanzerà in questa città anche se ci sentiamo come piccoli semi di senape, avanzerà anche se ti sembra di non avere tempo, anche se ti sembra di non esserne capace perché è il Signore che ha scelto l’ordinario per mostrare la Sua Gloria. La nostra misericordia è quella sacerdotale che, con la postura dello Spirito investe, si affida ai mezzi ordinari e lavora per il bene del prossimo portando la gioia della misericordia di Cristo nella sofferenza. Confida nei mezzi ordinari

Investi nel vangelo (22-35)

Interrogato sul numero dei salvati, Gesù sposta il focus della domanda teologica/speculativa e la rende personale: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti cercheranno di entrare e non potranno” (24). Un giorno il Signore chiuderà le porte della Salvezza e da quel momento nessuno potrà più entrare (25). Non ci sarà scusa che terrà. Non basterà essere “nati cristiani”, non basterà aver vissuto come dei credenti o delle brave persone. Non basterà essere nati in una famiglia fedele, non basterà essere stati battezzati o aver sposato una persona che ama il Signore (26). Non basterà neanche avere avuto dei motivi ragionevoli, delusioni, amarezze o dubbi per aver rimandato i conti con il proprio peccato (27). Nel giorno in cui il Signore tornerà per chi è fuori dalla sua salvezza ci sarà il pianto e lo stridore dei denti, mentre chi ha creduto in Gesù Cristo da qualunque parte del mondo sarà a tavola nel Regno di Dio (28-30). Il focus del regno di Dio, il centro della misericordia che ci contraddistingue è la buona notizia del Vangelo. Eppure, dalle parole di Gesù non sembra una buona notizia vero? Sembra più la minaccia di un futuro funesto. Ma il vangelo non è una pillola dolce, esso è  la buona notizia della salvezza ma passa attraverso la comprensione della pessima notizia della nostra condizione davanti a Dio. Con il peccato di Adamo abbiamo perso la relazione con Dio, siamo diventate creature morte spiritualmente, incapaci di vivere la misericordia di Dio, incapaci di riconoscere le priorità del regno, incapaci di vedere il regno di Dio avanzare nell’ordinario, incapaci di salvarci dalla certa perdizione eterna. Così Gerusalemme rigettava costantemente la salvezza di Dio (34) e così Roma oggi fa lo stesso. Ma in Gesù Cristo tutto cambia, tutto si trasforma. La buona notizia è che, come dice l’apostolo Paolo in (1 Co 15,21-22), in Cristo siamo stati vivificati. La Croce è stata l’apice di tutto. Gesù è l’apice della storia. L’incarnazione, la vita, la morte e la resurrezione di Dio fattosi uomo ribalta ogni cosa. La misericordia ci contraddistingue come cittadini del regno perché non è altro che l’estensione dell’effetto del vangelo per il peccatore. Vivere nel regno di Dio significa investire tutte le nostre forze ed energie per l’avanzamento del vangelo che trasforma. Sei qui a Roma oggi per questo, per ascoltare il vangelo di Gesù Cristo per vivere la chiamata Profetica dell’annuncio della Parola, per ravvederti della tua postura egocentrica e per riconoscere il bisogno del Salvatore. Fratelli e sorelle, la misericordia che ci contraddistingue come cittadini del regno di Dio è quella che vigila sulle priorità proprie e del mondo, è quella che confida sui mezzi ordinari e tutto sulla verità stupenda e tremenda del vangelo di Gesù Cristo. Se abbiamo permesso al peccato di piegare il nostro spirito, se abbiamo guardato solo ai nostri piedi ed al nostro piccolo mondo, ora è il momento per alzare le nostre teste alla luce del la buona notizia del perdono in Cristo. Come cittadini del regno di Dio ora è il momento di guardare alla nostra città, al bisogno della salvezza, al bisogno di una riforma spirituale avanzando nello Spirito, nel nome del Signore Gesù Cristo come popolo regale, sacerdotale e profetico.

Amico, amica che ancora non sei entrato nella porta della salvezza, ascolta bene. Oggi è il momento per investire tutte le tue energie nel cercare il volto del Salvatore. Oggi, adesso, domani potrebbe essere troppo tardi. Non ascoltare le ragioni del tuo peccato, non ascoltare le scuse del tuo cuore, ascolta la Parola di Dio, investi le tue energie nel comprendere la buona notizia del vangelo per te, ravvediti dal tuo Peccato e conoscerai la misericordia di Dio e la gioia eterna per la Gloria di Dio.

Amen


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.