Facciamo spazio al regno - Luca 2,1-20
Predicatore: Leonardo De Chirico
Il sipario si è incominciato ad aprire e si intravede qualcosa. Elisabetta, Zaccaria e Maria hanno raccolto una voce che prometteva l’inizio dello spettacolo e hanno assistito all’apertura del tendone. C’è stato l’annuncio ripetuto che presto sarebbe cominciato. Poi col Magnificat di Maria e il Benedictus di Zaccaria la musica dell’orchestra è partita. L’orchestra ha iniziato a suonare una musica di lode e celebrazione che crea un senso di attesa, stupore e meraviglia. Ora si accendono le luci sul palco. Il sipario è aperto, l’orchestra suona, il protagonista può entrare. Siamo pronti ad incontrarlo?
Il testo che abbiamo letto è l’ingresso del protagonista della storia. Anche questa volta, come nel primo capitolo del vangelo di Luca, il protagonista non si presenta come ce lo aspetteremmo, cioè in modo spettacolare. Invece, è una presentazione modesta, quasi anonima, ma che a ben guardare prende possesso della scena.
1. Il vero Augusto è Gesù
L’entrata in scena del protagonista sembra ripetere una scena già vista e rivista. Apparentemente tutto è come è sempre stato. Al centro c’è l’imperatore romano, Cesare Augusto, nel pieno del suo potere. Il nome “augusto”, sommo, magnifico, indica la grandezza auto-attribuita. È lui che governa, è lui ad avere i sottoposti (Quirino) che esercitano l’autorità nelle province dell’impero. È lui che “ordina” e gli altri ubbidiscono. Tutto sembra normalizzato e sotto controllo di altri. Sembra un impero stabile, forte, potente. Niente può cambiare in provincia e in chi è fuori dai giri di potere. Anche a noi sembra di vivere in una situazione che sembra essere più grande di noi, gestita da altri, dove altri hanno il coltello dalla parte del manico, dove la nostra unica possibilità è sperimentare costrizione e stare dentro un sistema imposto da altri e governato da lontano.
A ben vedere, però, mentre c’è l’imperatore Augusto a Roma, arriva un altro re. All’inizio non sembra tale, perché è un bambino che nasce in una mangiatoia. Nasce in un villaggio ai confini dell’impero. Nasce quasi nell’anonimato. Eppure, da subito ha dei nomi particolari. Il suo nome è Gesù “Dio salva”. Viene subito riconosciuto come “salvatore” (v.11): una persona che libera, rigenera, rialza, rilancia. Viene chiamato anche “Cristo” (v.11): inviato, mandato, scelto da Dio. C’è un progetto divino nella sua persona e una missione da compiere. Oltre a questo, viene subito identificato come “Signore” (v.11): un titolo ingombrante (che anche Cesare Augusto rivendicava) perché segnala un’autorità, una grandezza, una potenza straordinaria. Il vero Signore non è nella villa imperiale a Roma ma nella mangiatoia di Betlemme.
Già, Betlemme. Questo luogo dove nasce Gesù è un villaggio piccolo e senza fori impressionanti, templi grandiosi e ville romane. Però è la “città di Davide” (v.4), la città del più grande re d’Israele, la città da dove sarebbe venuto il Re divino. La capitale dell’impero allora non è Roma, ma Betlemme. Il re vero non è Cesare Augusto, ma non è nemmeno Davide: è questo bambino Gesù. Lui è il vero grande, Lui è il vero Augusto. Il vangelo ci invita a guardare le cose a partire da Lui. Ci invita a riorientare la nostra visuale e comprensione del mondo a partire da Lui. Gesù è il centro. Gesù salva. Gesù è il Signore. Gesù è Dio! Da Lui e grazie a Lui tutto è cambiato e tutto può cambiare. Il mondo non è in mano agli augusti umani, ma è nel pieno controllo del vero “augusto”: Gesù Cristo. Anche il nostro mondo, per quanto sia dentro un sistema imperiale dove noi ci sentiamo piccoli e insignificanti, è il mondo in cui Gesù è il Signore e il Salvatore. Quando ci sentiamo impotenti, quasi schiacciati da come va il mondo senza potere far niente, intoniamo il Magnificat e il Benedictus invece di rimanere dentro il frastuono dell’impero e torniamo a Betlemme per riconoscere il vero Signore. Grazie a Lui le cose sono cambiate e cambieranno. La vera grandezza non sta a Roma, ma a Betlemme. Non confidare nell’impero, ma affidati al Regno di Dio. Non essere tu l’augusto della tua vita, ma riconosci che il vero e unico augusto (grande, sommo) è Gesù.
2. Il vero decreto è una buona notizia
Uno dei modi per Cesare Augusto di mostrare il suo potere è di decretare un censimento della popolazione di tutto l’impero. Il censimento è lo strumento per rafforzare il controllo e per raccogliere le tasse. Questa decisione impatta tutto il territorio, tanto che anche un’anonima famiglia ebrea, come “tutti” (v.3) del resto, deve andare a registrarsi (v.4). Anche qui, sembra che sia il decreto di Augusto a far girare tutto il resto. Il decreto è annunciato e, in forza della sua autorità, cambia le cose e la vita delle persone. La nostra vita è profondamente condizionata dai “decreti” che le autorità umane emanano e che sono volti a mantenere il controllo e a trarre beneficio per sé. Oltre a ciò, la nostra vita è sottoposta al “decreto” del peccato che ci è ostile e nei confronti del quale nulla possiamo. Dobbiamo sottostarvi anche con costi umani, spirituali, famigliari ed economici ingentissimi.
Tuttavia, il racconto ci dice che c’è un altro annuncio che viene promulgato. È un angelo del Signore che lo divulga (v.9), circondato da una moltitudine di angeli (v.13). Il contenuto dell’annuncio è “una buona notizia” che porta “grande gioia” e la porta “a tutto il popolo” (v.10). I decreti umani portano spesso cattive notizie: più tasse, più obblighi, più controllo. L’annuncio di Dio è una buona notizia che regala gioia a tutti coloro che lo accolgono perché è un annuncio di salvezza, di guarigione, di vita. L’imperatore umano esige qualcosa dai suoi sudditi; invece, il Re divino è venuto per dare la sua vita per il popolo. L’imperatore sta fermo e gli altri devono muoversi; invece, il Re divino è venuto dalla gloria per portare salvezza.
Questa buona notizia è rivolta per primi a umili pastori, gente normale, non l’élite, non i privilegiati, ma le persone comuni come siamo noi. Loro poi la divulgano agli altri (v.17) tanto da diventare contagiosa. Con questa buona notizia, tutto cambia. La musica cambia, la storia cambia, è entrato il Protagonista! È Gesù entrato anche nella tua vita? Hai ascoltato questa buona notizia? Sta scaldando il tuo cuore con la gioia di Dio? Dopo averla ascoltata, ci sta spingendo a divulgarla ad altri?
3. Il vero mondo è il cielo aperto
All’inizio del racconto sembra di vivere ancora in un mondo “chiuso” dove sono i potenti a determinare la vita degli altri, dove le periferie sono soggette al centro, dove un ordine ingiusto regola tutto. Sono le dinamiche intrise di ingiustizia e sopraffazione che sembrano essere le sole che funzionano. Tutto accade all’interno di questo mondo chiuso, costrittivo e non modificabile. È la pax romana del mondo senza Dio. È il mondo decaduto nel peccato.
Eppure, ad un certo punto, questo mondo “chiuso” si rompe. Si squarcia il cielo e la gloria di Dio appare. Si squarcia il cielo e il mondo celeste appare. Si squarcia il cielo e la Parola di Dio si ode. Si squarcia il cielo e il Figlio di Dio nasce nel bambino Gesù. Si squarcia il cielo e una buona notizia viene annunciata.
Il v. 14 cambia la geografia del mondo: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi e pace in terra agli uomini che Dio gradisce”. In Cristo, i luoghi altissimi e la terra sono ricollegati. A causa del peccato, il cielo e la terra erano stati sbarrati e la terra ha avuto confini chiusi. Ora, invece, la gloria di Dio riappare e la pace di Dio in Cristo arriva al mondo. Gesù ha rotto la cortina di separazione ristabilendo la relazione. Gesù è la porta che conduce a Dio Padre. Gesù è la scala che collega cielo e terra. Più vediamo la gloria di Dio con gli occhi della fede, più la shalom di Dio penetrerà nei nostri cuori.
Come dice il Credo, noi crediamo in Dio Padre creatore delle cose visibili ed invisibili e in Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che ha reso visibile il Dio invisibile. In Gesù Cristo Dio è diventato uomo. Il cielo si è aperto per mostrare la gloria divina e portare pace al mondo. In quale mondo vivi? Nel mondo di Cesare Augusto dove tutto è sotto un ordine oppressivo e statico? O vivi nel mondo del vero Augusto, il Signore Gesù, dove Dio è all’opera, dove il cielo è qui, dove l’eternità è entrata nella storia, dove perdono e salvezza sono donati a chi crede? Quale copione segue la tua vita: quello di qualche regno umano o l’evangelo che mostra la gloria di Dio e porta pace al mondo?