Troviamo posto nel regno - Luca 3
Predicatore: Gioele Di Bartolomeo
Vogliamo continuare la nostra serie di predicazioni sul vangelo di Luca intitolato il manifesto della comunità regale. Il Signore Gesù Cristo, attraverso la sua opera di Salvezza ha istituito il Suo regno, ed in esso la chiesa, guidata dallo Spirito Santo, vive e serve per la Gloria di Dio Padre in attesa del ritorno del Figlio. Oggi nel capitolo 3 vedremo come trovare il nostro posto nel regno.
Quando in una famiglia arriva un figlio, non importa che esso sia il primo o il quinto tutto o molto cambia e deve cambiare. I ritmi le dinamiche e le relazioni quotidiane vengono in qualche modo condizionate ed il nuovo arrivato inizia a definire il suo posto nella famiglia. Questa esperienza si amplifica esponenzialmente quando ci si trova davanti ad una adozione. Quando un bambino o una bambina vengono adottati, vivono sicuramente un’esperienza di gioia, di accettazione e di amore, ma allo stesso tempo inizia una sfida ed una battaglia complessa. Come imparare a trovare il proprio spazio nella nuova famiglia? Come capire il proprio ruolo nelle dinamiche già presenti?
Anche chi è stato salvato dalla fede in Gesù Cristo è stato adottato come figlio nel regno di Dio. Ognuno di noi come parte della sua chiesa ravvedendosi del proprio peccato, ha provato la gioia del perdono e dell’accoglienza nella famiglia di Dio. In Gesù Cristo siamo divenuti parte e attori nel regno di Dio, tuttavia come per un figlio adottivo, trovare il proprio posto nella famiglia non è qualcosa di scontato così è per i figli di Dio nel Suo Regno. Ciò che vogliamo fare come chiesa oggi attraverso la Parola è imparare a trovare il nostro posto nel Regno.
Dal testo che abbiamo letto, l’evangelista Luca ci dà 3 caratteristiche di un popolo che sa riconoscere il proprio posto nel regno: Consapevolezza del presente, la prontezza alla sfida e la serenità nel farsi da parte.
Consapevoli del presente
Nei versetti 1 e 2 il testo ci dà delle coordinate storiche, dove mostra che siamo nel periodo in cui regnavano questi governatori e degli specifici sommi sacerdoti. Subito dopo, nei versetti da 4 a 6 dà invece delle coordinate redentive, che ci dicono che siamo nel tempo profetizzato da Isaia, il tempo in cui Giovanni il Battista avrebbe predicato il ravvedimento. Infine, spiegando la genealogia di Gesù nei versetti da 23 a 38 Luca ci dà le coordinate eterne. Colui che si era appena battezzato non era un uomo qualunque ma il fine di tutte le cose, il secondo Adamo, il Figlio di Dio, Gesù che presto avrebbe sconfitto il peccato e la morte. Luca descrive chiaramente la condizione del presente, le promesse del passato e la certezza del futuro e nel nostro testo la figura di Giovanni il battista è inquadrata in un tempo ben definito in cui il suo ruolo, anche se breve, è chiaro e prestabilito nella storia dell’universo.
Trovare posto nel regno vuol dire essere consapevoli di dove siamo arrivati, di cosa ci è stato dato e di dove stiamo andando. Dobbiamo essere consapevoli dell’eredità che la chiesa ci ha lasciato, delle battaglie della teologia, di uomini e donne che hanno dato la loro vita per il vangelo e per proteggerlo dalla corruzione. Dobbiamo essere consapevoli della realtà in cui stiamo vivendo. Siamo chiamati a capire qual è il mondo che ci circonda, chi sta governando, come sta governando, quali sono le sfide per il popolo evangelico nel periodo storico in cui stiamo vivendo? Luca ci invita a riconoscere i nostri tempi ad esercitare un ministero regale e di responsabilità nel presente. La chiesa non perde tempo a piangersi addosso su come i tempi di prima erano migliori ma agisce ora riconoscendo di essere stata chiamata ad essere parte del regno in questo tempo. L’apostolo Pietro chiama la chiesa a relazionarsi con le istituzioni, Paolo ad Atene si relazionava con la cultura religiosa dell’epoca ed entrambi ci mostrano una piena consapevolezza del presente. Anche la chiesa non può vivere a porte chiuse ma guarda all’esterno, si proietta nel suo tempo ed è pronta a rendere conto della speranza in Cristo.
Anche se il presente può spaventare a causa delle crisi mondiali, dei venti di guerra o anche per le proprie insicurezze personali, la consapevolezza di vivere nell’epoca in cui Dio ha già adempiuto il Suo piano di Salvezza ci permette di trovare il nostro posto nel regno. Viviamo nel già e non ancora, vittoriosi in Cristo e combattenti nell’attesa dell’adempimento nel Suo ritorno.
Fratelli, corriamo il rischio nella nostra vita di vivere due estremi, da una parte ci secolarizziamo nel presente dimenticando il passato e la gloria futura, dall’altra viviamo come degli estranei chiudendo le porte delle nostre vite al presente e vivendo vite nascoste. Luca ci mostra che per trovare il nostro posto nel regno, il presente va inquadrato attraverso delle coordinate eterne, dove c’è un passato Vittorioso ed un futuro Glorioso nel ritorno del Signore Gesù Cristo.
Troviamo posto nel regno attraverso la consapevolezza del presente in cui Gesù è vittorioso e dove la chiesa si fa portatrice della sua verità.
Pronti alla sfida
Nel versetto 3 vediamo Giovanni predicare il ravvedimento per il perdono dei peccati. Dal 7 al 16 vediamo il suo ministero verso le folle. La predicazione di Giovanni non era certamente accomodante e le parole che abbiamo letto in questi versetti sono estremamente taglienti e molto poco attraenti.
Giovanni riprendeva le stesse persone che andavano verso di Lui. Il Battista non aveva il desiderio di essere seguito o di essere considerato importante o famoso. Il suo ruolo nel regno era quello di preparare la via al Signore Gesù Cristo ed il Suo scopo era quello di predicare la verità nonostante tutto. Giovanni non si fa voler bene ma risponde con la giustizia fino a perdere la sua stessa vita a causa della scomoda verità proclamata ai potenti (19-20).
Trovare il nostro posto nel regno significa comprendere di essere stati chiamati a portatori di verità nonostante le prove ed i rischi. Chi ha creduto in Gesù Cristo, come Giovanni il Battista è chiamato alla sfida della verità. La chiesa è chiamata ad un ministero profetico, ed è stata eletta per proclamare la vittoria di Gesù Cristo sul peccato, la necessità del ravvedimento dei peccatori ed il ritorno del Signore.
Dio ci chiama alla sfida della verità, equipaggia i suoi figli per ogni evenienza. È lo Spirito Santo che è in noi distribuisce doni e talenti in funzione dell’avanzamento del regno, è Lui che ci cambia e ci prepara in funzione della proclamazione della verità e della crescita della chiesa (1 Corinzi 12). Coraggio.
Dio non ha bisogno di predicatori, Dio non ha bisogno di evangelisti, Dio non ha bisogno delle mie predicazioni, Dio non ha bisogno dei nostri canti o dei nostri progetti. Dio non ha bisogno di nulla, ma nella sua infinita misericordia ci ha donato suo Figlio Gesù Cristo perché noi comprendessimo il bisogno che abbiamo di confessare il nostro peccato, di essere perdonati e di essere usati per la verità. Nella gioia di questa verità Lui ci prende e ci usa nel Suo Regno nel modo migliore e ci dona talenti per essere servi fedeli in ogni ambito della nostra vita.
Questa è la verità che dona il posto nel regno, questa è la sfida che siamo chiamati a ricevere e perseguire nel regno. Gesù Cristo è il Signore e solo Lui può perdonare il nostro peccato. Ravvediti, sii pronto a rendere conto di questa verità e troverai il tuo posto nel regno.
Sereni nel farsi da parte
Nel versetto 16 e 17 vediamo la reazione di Giovanni davanti a Gesù Cristo. Il Battista capisce subito che la differenza tra Dio Figlio e la sua povera umanità è infinita ed è sereno e convinto di farsi da parte. Giovanni in quel momento aveva raggiunto l’apice del suo servizio ma davanti alla chiarezza della fine del suo compito è stato pronto a farsi da parte. Il Profeta aveva chiaro in mente che il Suo posto nel regno era definito dalla totale sottomissione al Signore e la prontezza del suo farsi da parte lo mostra potentemente.
Da quando il Dio ci ha adottati come Suoi figli in Gesù Cristo, la chiesa è chiamata al servizio per il Suo Regno che passa anche attraverso la consapevolezza che ciò sarà per un tempo. Siamo chiamati ad un ministero Sacerdotale, un servizio santo che però è definito da un tempo limitato e quando esso sarà concluso il Signore ci chiamerà a farci da parte.
Troviamo posto nel Regno quando comprendiamo che esso non è la nostra opera ma quella del Signore. Se non siamo sereni nel farci da parte quando Dio ci mostra che il nostro compito o il nostro tempo è terminato mostriamo di non aver compreso il nostro posto nel regno. Una chiesa pronta a farsi da parte è riconoscibile dal fatto che è impegnata a costruire per il futuro. È una chiesa consapevole della responsabilità di passare il testimone e di lasciare un’eredità importante a chi porterà avanti il lavoro del Signore. Tutti dicono di essere pronti a farsi da parte, ma quando il momento arriva ci attacchiamo alla poltrona, temporeggiamo o forse cerchiamo in un ultimo spiraglio di recuperare il tempo perso a non costruire nulla.
Chiediamoci, cosa stiamo costruendo? cosa stiamo lasciando a chi ci seguirà? Stai lavorando per assicurare un futuro economico roseo alla tua famiglia o ti stai adoperando per lasciare a chi ti seguirà un Regno che non può essere corrotto?
La chiesa, i figli di Dio che riconoscono il loro posto nel Regno sono pronti e sereni a farsi da parte mentre si adoperano a costruire un’eredità per chi seguirà l’opera.
Giovanni il Battista, consapevole del presente, impegnato nella sfida della verità aveva capito benissimo il Suo posto nel regno e lo ha mostrato facendosi da parte all’arrivo del Re vittorioso.
Gesù Cristo è il Re vittorioso che serviamo, è Lui che ha istituito il Regno, è Lui che ne è il sovrano ed è Lui che ci ha chiamato a servirlo. In Gesù Cristo la chiesa trova il Suo posto nel Regno e solo attraverso la Sua opera di Salvezza che noi peccatori troviamo il perdono. Cerca il perdono di Gesù, ravvediti del tuo peccato e troverai posto nel regno eterno che non avrà mai fine.
Guidati dalla Spirito Santo, per il Sangue di Gesù Cristo, per la Gloria di Dio. amen