Gesù è risorto! - Matteo 28,1-10
Predicatore: Gioele Di Bartolomeo
Da diverse settimane in casa abbiamo sei uova di cioccolato sopra al mobile del salotto. Sono regali pasquali per le nostre figlie da parte dei nostri amici e vicini. Ogni giorno, da quando ci è stato regalato il primo uovo, mia figlia entrando nella stanza guarda quelle uova e poi con gli occhi ricolmi di desiderio mi chiede “papà è Pasqua oggi?”. L’avvicinarsi della Pasqua per Chesia significava l’avvicinarsi l’apice della gioia nel poter finalmente mangiare tutto quel cioccolato (cosa che peraltro oggi è accaduta).
In questo testo Matteo ci racconta l’apice del Vangelo, la resurrezione di Gesù Cristo, la nostra Pasqua. Come per Chesia, anche per il popolo di Dio questo momento è il culmine della gioia. Il momento in cui ricordiamo che le promesse della Bibbia e di Gesù sono state confermate. Il momento in cui ricordiamo che tutte le dinamiche che hanno attraversato la storia della redenzione avevano un senso ed hanno avuto un compimento. La resurrezione di Gesù Cristo è il momento in cui mettiamo insieme i puntini e riusciamo a vedere il disegno benevole e straordinario del piano di salvezza per i Figli di Dio. Dio ha mantenuto il Suo Patto con il Suo popolo attraverso il compimento dell’opera di Gesù Cristo. La resurrezione è così importante che Paolo scrivendo ai Corinzi ci dice che senza di essa la predicazione e la nostra fede sarebbero inutili. Senza la resurrezione il vangelo non avrebbe alcun senso. Se Gesù fosse rimasto morto non sarebbe stato altro che un buon profeta, un uomo straordinario, ma avrebbe avuto poco a che fare con noi o quasi nulla.
Il testo di oggi ci mostra quel momento magnifico, in cui l’incontro di due donne vicine a Gesù con un angelo ci annuncia la sua resurrezione. Dalle Sue Parole e da ciò che Matteo racconta possiamo trarre tre insegnamenti per le nostre vite che ci aiutano a considerare profondamente l’impatto di questo evento in ognuno di noi. Per risorgere Gesù Cristo ha dovuto affrontare la vera morte, riconoscilo; la resurrezione ha portato a vera vita, mostralo; nella resurrezione ha donato la vera gioia, vivila.
Affrontando la vera morte, riconoscilo (5-7)
Nel versetto 5 l’angelo rivolgendosi alle due donne davanti al sepolcro parla di Gesù come di colui che è stato crocifisso ed è resuscitato dai morti (7). Gesù è risorto affrontando la vera morte. Prima di questa domenica di resurrezione Gesù aveva provato il tradimento (26,14), lo scherno (27,30), il dolore (27,35) e spirò provando la vera morte (27,50). L’opera di redenzione per il peccato dei figli di Dio è passata attraverso una morte vera. Paolo in Romani 6:23 ci dice che il prezzo per il peccato è la morte, e Gesù l’ha affrontata al posto di chi pone la propria fede in Lui. Non c’era altro modo per espiare la gravità del peccato davanti alla santità di Dio. Gesù Cristo, Dio uomo era l’unico nella storia che avrebbe potuto compiere ciò e lo ha fatto senza risparmiarsi, senza mezze vie, senza scappatoie. Gesù ha attraversato la morte. La resurrezione, la Pasqua che oggi festeggiamo ci ricorda che il Signore ha liberato il Suo popolo da un laccio di morte che ci apparteneva. Gesù ci ha mostrato che il nostro peccato non aveva scuse. Esso non era qualcosa di leggero ed il suo pagamento non poteva avere mezze vie. Davanti alle barbarie che gli uomini commettono ogni giorno, rischiamo di considerare le nostre colpe personali come qualcosa di non poi così grave. Ma la Parola di Dio ci dice che il prezzo del tuo peccato, del mio peccato, seppur tentiamo di ridimensionarlo è stata la morte vera di Gesù Cristo. Il profeta Isaia ci dice che “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.” (Isaia 53,5-6). Dobbiamo riconoscere da quale grande tragedia siamo stati scampati. Se non fosse stato per il Signore Gesù Cristo, il peccato, che ci dominava e ci teneva in uno stato di morte spirituale, ci avrebbe accompagnato verso la morte eterna. Nel racconto dell’Esodo al capitolo 12 il sangue di un agnello venne sparso sul legno degli stipiti delle porte per salvare la vita ai primogeniti d’Israele, e così il sangue di Gesù Cristo è stato sparso sul legno della croce per salvare chi ha creduto in Lui. Riconosci che per salvarti Gesù ha dovuto pagare con la morte? Non importa che tu sia stato un uomo di pace o un assassino, un ricco o un povero, un colto o un ignorante, il prezzo del tuo peccato è stata la morte dell’unico innocente. Riconoscerlo significa riconsiderare totalmente tutto ciò che hai intorno. Gesù si è spinto fino alla morte per te e ci chiama come chiesa a fidarci di Lui a cercare il Suo regno ad avanzare per il Vangelo. Riconoscere la sua morte suscita un senso di gratitudine eterna che ci spinge verso il prossimo e verso chi ancora non ha conosciuto la Salvezza. Che grazia!!! Gesù è risorto affrontando la vera morte, riconoscilo.
Portando la vera vita, mostralo (6-7)
Nel versetto 6 l’angelo ci dice chiaramente che Gesù è risorto, ma non solo, il Signore precede le due donne in Galilea e li, potranno davvero vederlo (7). Gesù è risorto a vera vita. Nell’immaginario comune Gesù è risorto in una sorta di corpo astratto o spettrale. Ma così non è Gesù Cristo è risorto ad una vita vera con un corpo vero. Il Gesù risorto parla, si lascia abbracciare (9), in Luca al capitolo 24 lo vediamo camminare, parlare e mangiare con i discepoli. In esso sono presenti tutti i segni della sua corporalità ma anche i segni di un corpo non più sottomesso alle leggi del mondo. Infatti, dopo la resurrezione lo vediamo sparire improvvisamente (luca 24) o lo vediamo attraversare porte chiuse (Giov 20,19). Tuttavia, si rivolge ai suoi discepoli dicendo “Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io” (Luca 24:39). Gesù è vivo e dopo la resurrezione non è morto di nuovo come è successo al suo amico Lazzaro, ma dopo essere stato con i suoi è salito in Cielo (Atti 1). La sua condizione di vivente non è stata modificata dal tempo. Anche oggi Gesù è vivo ed è in mezzo a noi attraverso l’opera dello Spirito Santo. Gesù non è un ricordo non è l’esempio della storia dal quale imparare qualcosa, Gesù è l’Uomo Dio, ed è seduto nella Gloria alla destra di Dio Padre ed un giorno tornerà. Quella domenica al sepolcro Gesù è resuscitato a vera vita ma ha anche portato la vera vita. L’apostolo Paolo in 1 Corinzi 15 ci dice che “Come tutti sono morti in Adamo al ritorno del Signore Gesù Cristo tutti saranno vivificati”. Gesù è risorto come primizia di quelli che sono morti ed al suo ritorno anche chi ha creduto in Lui sarà risorto a vera vita. Ieri camminando per strada ho intravisto un piccolo fumetto che girava tra le chiese evangeliche anni fa, ‘la scelta’. In esso c’era il confronto tra un uomo dissoluto che muore e davanti al cospetto di Dio dopo essere stato giudicato colpevole del suo peccato viene gettato nello stagno di fuoco, ed un uomo giusto che alla sua morte viene ammesso in questa grandissima stanza bianca dove una miriade di persone si ritrovano in piedi a cantare per l’eternità “Santo, Santo, Santo” a tre sagome abbaglianti. Questo semplificare l’opera di Gesù Cristo e la profondità della resurrezione, riduce la nostra visione. I nostri corpi al ritorno di Gesù Cristo saranno pienamente vivificati. Non saremo sagome inerti, quello che ci aspetta è un’eternità di vera vita non come Spiriti ma nel pieno godimento della vera vita alla presenza di Dio. Gesù è vivo ed è con noi, mostriamo quindi la certezza di questo nelle nostre scelte quotidiane, nelle nostre visioni di avanzamento, nel visone per Breccia 2030, nel coraggio di non essere soli e nella certezza che Lui non ci abbandonerà mai. Gesù è la conferma che dopo la morte anche noi che abbiamo creduto in lui, al suo ritorno, torneremo in vita e potremo mangiare, bere ed abbracciarci alla sua presenza. Se non hai creduto in Gesù Cristo, anche tu risorgerai, anche tu avrai un corpo, ma sarà un fonte di sofferenza eterna per aver rigettato oggi, in questa vita, Gesù Cristo.
Donando la vera gioia, vivila (8)
Matteo racconta lo spavento di Maria e Maria Maddalena per ciò che avevano visto e sentito ma anche la grande gioia che provarono (8). Gesù, il loro amato maestro era tornato in vita. Chi ha perso una persona cara certamente può immaginare che gioia nel vedere tornare indietro un caro che si credeva perso per sempre. Tuttavia, la gioia di cui ci sta parlando l’evangelista non si limita a questo aspetto. La resurrezione di Gesù affermava a gran voce la fedeltà di Dio verso il Suo popolo. Tutto questo significava che la vita di Gesù non erano stati solo trentatré anni di parentesi di luce in mezzo ad un’eternità di oscurità. L’incarnazione del Figlio di Dio era il compimento della storia della redenzione in cui il patto del Padre celeste con il Popolo di Israele non era mai venuto meno. Grazie all’opera di Gesù, come dirà Paolo, “essere di Cristo significa essere eredi del patto di Dio con i Suoi Figli” (Galati 3,29). La resurrezione di Gesù Cristo ha donato la gioia della certezza della fedeltà di Dio. Ha donato la gioia che viene dalla garanzia del suo ritorno, dalla promessa di un futuro privo di sofferenza e ricco di riposo nella Sua Presenza. Tuttavia, con la resurrezione questo stato non si ferma ad una comprensione intellettuale di un’opera magnifica, ma si deposita nel cuore attraverso l’opera dello Spirito Santo (Galati 5:22). Pensate quale grande dono abbiamo ricevuto. Non solo Gesù si è caricato del nostro peccato alla croce, non solo ha affrontato la sofferenza, l’abbandono e la morte che toccava a noi, ma ci ha anche donato una gioia che non può esserci tolta (Giovanni 16,22). I Figli di Dio come opera dello Spirito Santo sperimentano questa gioia incorruttibile e la chiesa nella celebrazione della cena del Signore vive questa gioia che viene dalla presenza Spirituale del Signore di Gesù Cristo. Chi ha riposto la propria fede in Gesù ha la certezza che le prove della vita, le sfide causate dal nostro peccato, per quanto drammatiche e dolorose non potranno mai scalfire la gioia incorruttibile. Non c’è guerra, violenza o morte che possa privare i figli di Dio della gioia di Cristo. Fratelli e Sorelle, viviamo questa gioia, promessa e confermata dalla resurrezione di Gesù. Combattiamo perché essa non sia ostacolata dalla nostra amarezza e dal nostro peccato. “Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti” dirà Paolo in Corinzi e noi siamo chiamati sconvolgere il mondo che abbiamo intorno con la gioia della pazzia della croce. Roma non può rimanere impassibile davanti a chiese con ministeri regali, sacerdotali e profetici che splendono della Gioia di Cristo. Riconosci questa gioia nel tuo cuore? Gesù Cristo è la fonte della Gioia ed oggi nel celebrare la sua resurrezione hai l’occasione di goderne per l’eternità.
Ravvediti dal tuo peccato, riconosci che Cristo ha attraversato la morte a causa delle tue colpe, mostra la vera vita alla quale ti ha chiamato e vivi la gioia della Sua presenza per l’eternità.
Gesù è risorto!