Amicizie regali - 1 Samuele 18,1-5

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

“Chi trova un amico trova un tesoro”. Questo è un proverbio molto bello che parla del valore dell’amicizia paragonandola ad una ricchezza, ad un tesoro. Sei hai un amico o un’amica, hai un tesoro. Nel testo biblico appena letto, Davide trova un amico in Jonathan e vice versa. L’amicizia con Jonathan sarà un tesoro della vita di Davide. Io prego che tutti noi abbiamo nella chiesa degli amici così. Soprattutto spero e prego che tutti noi abbiamo in Gesù Cristo il vero amico e quindi il tesoro più grande. Avere degli amici veri è importante, avere Gesù come amico è la cosa più importante.

Nel raccontarci le vicende della regalità declinante di Saul e ascendente di Davide, questa sezione del libro di Samuele ci sta insegnando cosa significa per noi essere una comunità regale a Roma. Per essere una chiesa che svolge un ruolo regale, ordinata nella vita, riconciliata nelle relazioni, per il bene delle persone e della comunità, dobbiamo imparare a vivere amicizie regali, come quella tra Davide e Jonathan. Abbiamo tutti una esperienze di amicizie, talvolta malate e deludenti. L’amicizia regale non è un’amicizia qualsiasi. A cosa assomiglia?

 

1. Amicizie profonde

Il testo dice che Jonathan si “sentì legato nell’animo” a Davide (v. 1) al punto di amarlo come l’anima sua. L’amicizia arrivò sino al profondo dell’anima per impregnare il cuore degli amici. Molte amicizie nascono da convenienze e incroci passeggeri di reciproci interessi. Non così quella di Jonathan con Davide.

Dal punto di vista umano, Jonathan aveva tutto da perdere dall’amicizia con Davide: in quanto figlio del re Saul, Jonathan aveva legittime aspirazioni di diventare re in futuro. Da questo punto di vista, Davide era un competitore e l’ascesa di Davide significava la fine dei suoi sogni regali. Non era interesse di Jonathan essere amico di Davide. Semmai, avrebbe dovuto essere nemico di Davide. 

Al contrario, Jonathan riconosce in Davide un uomo che Dio ha suscitato accanto a lui e che Dio sta usando e avrebbe usato per il suo popolo, quindi anche per lui. Come Giovanni Battista riconobbe in Gesù uno più grande di lui (Giovanni 3,30), così Jonathan riconobbe in Davide un amico secondo il cuore di Dio. Non erano in ballo interessi, competizioni, gelosie: l’amicizia era legata in profondità al riconoscimento che Dio aveva suscitato Davide per la sua gloria e per il bene del popolo. Il cuore di Jonathan si aprì a Davide. L’amicizia fu il modo in cui rispondere all’accettazione del fatto che Davide non era un estraneo e nemmeno un nemico, ma un amico a cui legarsi spiritualmente. Quanti amici abbiamo così? Con quanti amici facciamo a gara nel renderci onore reciprocamente (Romani 12,10b)? Se le nostre relazioni sono sempre sulla difensiva o sempre in uno stato di tensione è perché sono superficiali o fondate su qualcosa di malsano. Preghiamo il Signore che le approfondisca e le faccia diventare solide per costruire amicizie stabili, sincere, che somigliano a quella tra Davide e Jonathan e, soprattutto, riflettano l’amore profondo con cui Gesù Cristo ci ha amato. Solo con amicizie siffatte tra noi, la comunità regale saprà guarire relazioni rotte, amicizie fragili, rapporti malati, così diffusi tra noi.  

 

2. Amicizie pattizie

Addirittura, il testo ci dice che tra Jonathan e Davide ci fu una “alleanza” (v. 3). Questo è un termine forte: l’amicizia tra loro non era un sentimento soltanto, o un’inclinazione temporanea, o un accordo circoscritto di interesse, ma un patto, un impegno reciproco e duraturo fatto di lealtà, trasparenza, sostegno, che sarebbe durato per tutta la vita. Da quel momento non sarebbero stati uno contro l’altro e nemmeno uno indipendentemente dall’altro, ma uno per l’altro e uno con l’altro.  

In genere le amicizie sono volatili e stagionali. I nostri amici d’infanzia li abbiamo persi di vista e non sono più tali. Gli amici fatti in estate non lo sono più in inverno. Perché? Perché non erano amici di patto, ma amici di vicinanza temporanea e di umori mutevoli o di affinità caratteriale. L’amicizia tra Jonathan e Davide è un’alleanza che sarebbe stata reciproca e durata a lungo. Proprio l’alleanza ci aiuta a capire la relazione che Gesù Cristo ha stabilito con i suoi amici, con noi che crediamo. Il suo amore per noi non è intermittente, lunatico, umorale, reattivo, inaffidabile, scostante, altalenante, ma un amore pattizio. Gesù Cristo ha preso un impegno col Padre e con lo Spirito Santo: e questo impegno è di diventare per sempre nostro amico dando la sua vita per essere il riscatto per il nostro peccato. Quando Gesù diventa nostro amico, lo diventa per sempre. Se tutti gli altri ci abbandonassero, Gesù non lo farà perché la sua amicizia è pattizia ed è per sempre.

Gli amici di facebook vanno e vengono e rimangono virtuali: assicurati di essere amico di Gesù Cristo che non ti lascerà mai. Assicuriamoci di costruire tra noi relazioni fraterne forti, solide, profonde e durature, che sappiano resistere nei momenti di tensione e perdonarsi a vicenda in caso di frizione. Se siamo amici di Gesù, possiamo esserlo anche tra noi.

 

3. Amicizie generose

Un’amicizia del cuore è un’amicizia pattizia. Il v. 4 ci dice anche che Jonathan, in ragione della loro amicizia, fu generoso con Davide. Gli diede tanto, gli fece dei regali: il mantello, le vesti, la spada, l’arco e la cintura. Quello che aveva lo diede a Davide. Si spogliò anche delle armi con cui avrebbe potuto combatterlo. Le depose e le affidò al suo amico. Lo coprì di doni.  

L’amicizia è una condivisione di vita e di beni. E’ una relazione in cui circolano affetti e solidarietà. Non è una relazione sulla carta o digitale, ma dentro la vita. L’amico per eccellenza, Gesù Cristo, ci ha amato così tanto da dare la sua vita per noi, coprendoci di grazia sopra grazia, riversando abbondantemente su di noi il suo Spirito, arricchendoci di ogni benedizione spirituale. 

La comunità regale è costituita da amici di Gesù che imparano a essere amici tra loro. Siccome Gesù ci ama in modo profondo, anche le nostre relazioni sono profonde. Siccome Gesù si è legato a noi tramite un patto, anche le nostre amicizie sono impegnative e durature. Siccome Gesù ci ha amato in modo generoso, anche noi facciamo a gara nel condividere le vite, sapendo che vi è più gioia nel dare che nel ricevere (Atti 20,35). 

Nel bel mezzo di questo libro pieno di scontri, sangue e battaglie, troviamo questa storia di amicizia forte. Nel bel mezzo della nostra città attraversata da tanti conflitti e rotture, ci saranno chiesa in cui si coltivano amicizie profonde e guarite.

Chi ha trovato in Gesù l’amico, ha trovato il tesoro. L’hai trovato tu? Chi ha trovato gli amici e le amiche della fede in Gesù Cristo, ha trovato la comunità dell’amicizia. Ne sei parte tu?