Accettare la riprensione - 2 Samuele 16,1-14

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

Una delle cose più difficili nella vita è accettare una riprensione. Quando qualcuno ci mette in discussione o ci dice che abbiamo sbagliato o che c’è qualcosa che non va in noi, scatta un potente apparato difensivo che nega, rifiuta, respinge la riprensione. C’è un dispositivo protettivo che si attiva in modo tempestivo quando c’è una riprensione. Cosa fai quando sei ripreso? In questa sezione, Davide viene ripreso in modo pesante da Simei. Vedremo due insegnamenti per noi. Infatti, essere parte di una comunità regale che scopre l’ordine di Dio nelle nostre vite non ci mette al di sopra della riprensione, ma dentro una costante disciplina della riprensione. Imparare a vivere nel regno di Dio significa essere sempre pronti a essere ripresi e a riprendere con amore.    

1. Lascia uno spazio aperto per la riprensione
Il mio dispositivo difensivo dalle riprensioni ha tre strategie respingenti iniziali. La prima è: “non è il momento, ho ben altro a cui pensare”. La seconda è: “chi sei tu per riprendere me?”. La terza è: “ma non è questo il modo per farlo!” Ebbene, la riprensione di Simei avviene nel momento sbagliato da parte della persona sbagliata e nel modo sbagliato.

Nel momento sbagliato: Davide ha tutt’altro per la testa. Sta scappando con tanta gente attorno. La priorità è fuggire da Gerusalemme prima che arrivi Absalom che vuole fare un colpo di stato. L’urgenza è arrivare il prima possibile, tutti quanti, in un luogo sicuro. Non è certo il momento di ascoltare riprensioni! Eppure Davide la riceve.

Da parte della persona sbagliata: Simei è un parente di Saul, il re sconfitto e morto che aveva tentato di uccidere Davide. Anche dopo la morte di Saul, da quella famiglia c’era stato un tentativo di rivendicare il trono da parte di Is-Boset (cap. 3) che aveva portato ad un guerra. Insomma, non era una persona qualunque. Era del partito di Saul. Davide era in pericolo da parte di suo figlio e ora ascoltava la reprimenda di un membro della famiglia che gli aveva causato così tanti problemi e dolori. Insomma, Simei è la persona sbagliata quanto a provenienza ed autorevolezza, eppure Davide ascolta la sua riprensione.

Nel modo sbagliato: nel pronunciare le sue invettive, Simei accompagna le parole taglienti con il lancio di sassi contro Davide e i suoi (v. 6). Il suo non è certo un atteggiamento amorevole e invitante al dialogo. È abrasivo, offensivo e anche pericoloso per l’incolumità fisica delle persone. I modi di Simei sono molto sopra le righe, eppure Davide ascolta la sua riprensione. Davide ha in quel momento tutt’altro per la testa e i ricordi di tutto il male fatto dalla famiglia di Saul è ancora vivissimo. Abisai qui svolge il ruolo del meccanismo di difesa: “cosa sta dicendo questo pagliaccio? Gli stacco la testa” (v. 9). Noi abbiamo tutti un Abisai dentro che respinge in modo violento tutte le riprensioni cercando di “uccidere” moralmente chi osa metterci in discussione. Tuttavia, Davide lascia uno spazio aperto alla riprensione. Non respinge automaticamente la riprensione anche se avrebbe avuto qualche buon motivo per farlo.

Sei aperto tu? Sono aperto io? Preferisco chiudermi in modo pregiudiziale alla riprensione altrui o lascio uno spazio aperto ad essa? La qualità della regalità cristiana si misura anche in base alla presenza di questo spazio. Le donne e gli uomini di Dio ascoltano la riprensione; hanno uno spazio sempre aperto ad essa. Si fanno mettere in discussione. Chi è chiuso alla riprensione è ancora dentro uno schema di vita incentrato sulla difesa di sé stesso e non sul diritto di Dio in quanto Re della nostra vita a cambiarla, spingerla in avanti nella santità, nell’integrità e nella maturità. 

2. Affidati a Dio per valutare il peso della riprensione
Non solo Davide tiene uno spazio aperto alla riprensione. La prende pure sul serio. Simei lo aveva apostrofato come uomo sanguinario e scellerato (v. 7). A questo aggiungeva altre parole forti che il testo definisce “maledizioni” (v. 5). Sono accuse infamanti ed offensive. Prima di respingerle, Davide le ascolta in modo onesto. Certo, sono gravissime quasi irricevibili, ma “se venissero da Dio?”, si chiede (v. 11). Prima di autogiustificarsi, Davide si mette in discussione. Prima di allontanare le accuse, Davide le mette davanti a Dio. Vengono da una persona improbabile e in circostanze particolari, ma la domanda decisiva è: vengono da Dio? È qualcosa che Dio ha suscitato?  

È facile respingere la riprensione solo perché non è fatta nel momento giusto o dalla persona giusta o con l’atteggiamento giusto. Oggi c’è una iper-sensibilità verso i modi, i toni e gli atteggiamenti delle comunicazioni ricevute. Non si bada tanto ai contenuti quanto agli atteggiamenti. In questo caso, Simei ha un tono sbagliato, ma Davide non respinge quello che dice perché è detto male e accompagnato con il lancio di sassi. Il punto è che se la riprensione l’ha ordinata il Signore bisogna prenderla sul serio, anche se è fatta in modo scomposto. E per saperlo bisogna aprirsi a essere ripresi e mettersi sempre in discussione e a non concentrarsi solo sulle forme o sui modi.

Certamente, ciò non significa accettare di subire situazioni spiritualmente abusive e violente. Se c’è calunnia o maldicenza, queste vanno respinte. In questo caso, Simei aveva apostrofato Davide come “uomo sanguinario”. In effetti, Davide aveva sparso molto sangue, non sempre per ordine del Signore (come ad esempio nel caso di Uria, cap. 11). Inoltre, Davide era stato spesso “scellerato”, aveva agito in modo stolto e ingiusto (come nel caso di Tamar e Amnon, cap. 13). Davide non era irreprensibile all’accusa di essere sanguinario e scellerato. In questo caso, Simei non calunnia Davide. Dice la verità, in modo improprio certo, ma Davide non la respinge per il comportamento scomposto di Simei. Nemmeno si mette a discutere con Simei contestandogli punto per punto le accuse e i toni.

In fondo, Davide non si sottomette a Simei, ma a Dio. È a Dio che rimette la sua causa. A lui non interessa proteggere la sua reputazione agli occhi di Simei, ma di essere giustificato agli occhi di Dio. È a Dio che si appella per ricevere del bene (v. 12). È con Dio che si fanno i conti, non con il Simei di turno. È Dio che ci riprende e ci chiama ad essere mansueti alla riprensione perché Lui è il nostro giudice e, in Cristo, Lui è il nostro Salvatore. Alle riprensioni di Dio, non reagiamo subito negativamente o in modo difensivo. Non è in ballo la nostra “bella figura” davanti agli altri, ma la qualità della nostra vita cristiana davanti a Dio.

Ci fu un altro re che fu oltraggiato e calunniato. Gesù, il Re-servo, fu disprezzato e spregiato (Isaia 53,3) da uomini che non avevano alcuna autorevolezza morale per farlo. L’ultimo giorno della sua vita fu soggetto a ogni sorta di invettiva. Non gli furono scagliate pietre addosso, ma gli fu messa una corona di spine in testa, fu flagellato e gli furono piantati dei chiodi nelle mani. Al contrario di Davide, Gesù non era un uomo sanguinario e scellerato, ma era puro e saggio, santo e giusto. Davide accettò la riprensione perché sapeva di essere peccatore, Gesù accettò di essere oltraggiato per i peccatori, al posto loro, Lui giusto per gli ingiusti. Davide si appellò a Dio per ricevere il bene per sé; Gesù mise la sua vita nelle mani del Padre affinché il bene venisse su di noi. Per Davide non fu facile ascoltare le invettive di Simei, Gesù addirittura sudò sangue nel portare il peso dei nostri peccati.

“Il castigo per cui abbiamo pace è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti” (Isaia 53,5). Grazie all’opera di Gesù il Re-servo, il re Davide ricevette quel bene che aveva invocato. Quel bene invocato da Davide è la salvezza che Gesù è venuto a donare a chi crede in Lui. Come la si riceve? Non respingendo la riprensione, ma accogliendola, pentendoci e affidandoci a Dio per il perdono dei nostri peccati. Quello che conta non è la “bella figura”, ma essere dichiarati giusti da Dio per l’opera di Cristo, il Re, Signore e Salvatore. Lo sei tu?


Grazie a tutti coloro che sostengono la Chiesa Breccia di Roma con le loro offerte.