Cosa guarda la regalità? - 1 Samuele 16,1-13

 
 

Predicatore: Clay Kannard

Se io ti dovessi dare la scelta fra due regali: uno che è per esempio grande, pesante, e impacchettato in modo bellissimo come un grande regalo per un compleanno, e poi una scatoletta piccola, leggera e normale, quale sceglieresti e perché? A essere onesti, la maggior parte di noi avrebbe scelto il regalo grande. Come ti sentiresti però se, dopo aver preso questa decisione, scoprissi che all’interno del regalo bello e grande non ci fosse altro che un mucchio di sassi, e che nel piccolo regalo c'era un diamante inestimabile? Saresti un po’ deluso, no? Sembrava l’opzione migliore!

È questa la natura umana. Giudichiamo a partire dall’apparenza esterna. Se ricordiamo bene, è quello che successe quando Saul fu scelto come il Re dell’Israele. Grazie all’apparenza esterna, il profeta Samuele e il popolo di Dio pensarono che Saul somigliasse a un Re. Era alto, forte, un guerriero, e aveva la voce profonda. Però quello che abbiamo scoperto in questa serie, Cercasi Re, è che Saul non era affatto un Re. Era egoista, gli mancava la saggezza, e peggio di tutto, era disubbidiente a Dio, e come abbiamo scoperto la settimana scorsa, Dio era serio quando disse nel capitolo 13 che aveva rinnegato Saul come Re.

Quindi che vuol dire per noi di seguito, nella nostra ricerca per un re? Se Saul non era adatto alla regalità, anche se tutti, persino Samuele, pensavano che fosse regale, cosa guarda la regalità? La prima parte di 1 Samuele 16 ci darà un’idea migliore su come rispondere a quella domanda. In questo capitolo, lo scopriremo e la prima cosa che vediamo e che la regalità guarda il futuro, oltre i fallimenti passati.

 

1.     Il futuro oltre i fallimenti passati

All’inizio di questo capitolo troviamo Samuele in cordoglio. Possiamo forse incolparlo per la sua tristezza? Aveva unto Saul come il primo re di Israele. Sotto il regno di Saul c’erano stati dei tempi di vittoria contro dei nemici, seguiti da celebrazioni gioiose. Però, Saul cominciò presto a far vedere chi era veramente.

Nel capitolo 13 Saul disubbidì alla parola del Signore e offrì un sacrificio che non avrebbe dovuto offrire. Nel capitolo 14 la sua guida incauta mise un peso enorme sul popolo che portò quasi alla morte di suo figlio. Poi nuovamente nel capitolo 15, Saul fallì nell’eliminare gli Amalechiti come Dio aveva comandato. Saul rivelò presto che le sue priorità erano la propria gloria e la propria conservazione, invece dell’ubbidienza ai comandamenti di Dio e della protezione del Suo popolo. Alla fine, questo Re disubbidiente, in cui Samuele aveva investito così tanto tempo, energia e preghiera, era stato rinnegato da Dio. Saul si era mostrato inadatto alla regalità. Lo disse Dio stesso! Samuele lo sapeva! Era solo una questione di tempo prima che il resto del popolo lo notasse. Forse Samuele pensava che il suo scopo fosse stato compiuto, e che avrebbe potuto godersi la propria vecchiaia mentre Israele si godeva la nuova monarchia. Invece, si ritrova in cordoglio per il grandissimo fallimento di un esperimento regale che era il regno di Saul.

Ti sei mai trovato in una situazione del genere in cui pensavi di avere tutta la tua vita pianificata, con un futuro ben chiaro e grandi aspettative, ma poi le cose iniziano ad andare terribilmente male? All’improvviso, tutto quello che avevi immaginato della tua vita viene capovolto. In mezzo a questa pandemia, immagino che questa è una realtà per molti. Tutto il duro lavoro per costruire i propri regni ora è fallito. Hai mai avuto delle grandissime aspettative per qualcuno, investendo il tuo tempo e le tue risorse e le tue emozioni in una persona solo per essere completamente deluso quando finisce per essere diversa da quello che ti aspettavi da essa? In tempi così la vita sembra incerta. È facile stare in cordoglio per i fallimenti della vita, o per le persone che ci hanno deluso.

All’inizio del capitolo 16, Samuele si trova in uno stato malsano di cordoglio. Lo sappiamo grazie alla domanda di Dio nel primo versetto. Dio disse a Samuele, fino a quando starai così? Fino a quando starai in cordoglio per il fallimento di Saul? Fino a quando resterai in questo dolore?...A volte ci aggrappiamo al dolore dei fallimenti passati. Non è vero? È questo che Dio chiese a Samuele, e forse è questo che Dio ci sta chiedendo oggi, fino a quando?

Però Dio non si è fermato al passato, ricordò Samuele di un futuro. Dio disse, Io ho altri piani. Vi ricordate? Nel capitolo 13:14 Dio disse: Io ho trovato un nuovo re! Un re che Io ho scelto. È un uomo secondo il Mio cuore! Un uomo che non è come Saul! Saul faceva delle mosse incaute. Saul era disubbidiente. Il regno di Saul fallì. Ma il mio regno? Certo che no! Samuele, vuoi scoprire la vera regalità? Per vederlo devi vedere il futuro, oltre i fallimenti passati. Smettila di fare cordoglio e vai a Betlemme. Trova Isai, perché mi sono provveduto un Re tra i suoi figli (1).

Fratelli e sorelle, come il popolo regale di Dio qui a Roma con una visione per il 2030 e oltre, a cosa guarderà la nostra regalità? Il passato? I nostri fallimenti? Come dice Filippesi 3:13, siamo chiamati a dimenticarci delle cose che stanno dietro e a protenderci verso quelle che stanno davanti. Come possiamo farlo se restiamo nel lutto per il dolore degli errori passati o aggrappandoci al dolore del passato? Fratelli e sorelle, siamo chiamati a essere un popolo che guarda in avanti e che cammina per fede. La fedeltà di Dio ci porta a guardare al futuro oltre i fallimenti passati, e a essere fedeli al nostro Re come il Suo popolo regale a Roma.

Ci sono anche delle volte in cui Dio ci chiama a muoverci e rispondiamo come ha fatto Samuele nel versetto 2, notando i rischi. Samuele temeva per la sua vita. Era una conseguenza possibile causata da un fallimento precedente. Però Dio disse “fidati di me, Io ti ho detto dove andare e cosa portare con te.” Prima viene la chiamata, l’iniziativa di Dio, e quando andiamo in fede, Dio ci da quello di cui ci serve per prendere il prossimo passo. Abbiamo fede? Guardiamo il future, oltre i fallimenti passati.

 

2.     Il cuore oltre le evidenze apparenti

E fece proprio questo. Samuele si alza dal suo cordoglio e va a Betlemme, alla casa di Isai. Allora, adesso vedremo la seconda cosa. Che guarda la regalità? La regalità guarda il cuore oltre le evidenze apparenti. Quando il popolo vide Samuele temeva, forse perché pensava che il profeta era arrivato per eseguire la giustizia. Samuele li assicura che era arrivato in pace per guidarli nella lode. Invita gli anziani della città a preparare i loro cuori per l’adorazione (5), e poi consacra Isai e i suoi figli per l’adorazione. Mentre entravano Isai e i suoi figli, Samuele vide Eliab e immediatamente pensò che avesse un aspetto regale. Eliab aveva un’apparenza simile a quella di Saul. Era alto e forte. Però Dio lo rinnegò e disse qualcosa di molto importante a Samuele. Dio disse nel versetto 7, se vuoi vedere veramente a cosa guarda la regalità, dovrai guardare al cuore, perché è questo che guardo Io (7). La regalità guarda oltre le evidenze apparenti. Eliab era solamente un regalo grande, elegante e bello che però, dentro? Non era un Re!

Guardiamo alle apparenze esteriori. Cerchiamo la bella figura e facciamo delle decisioni, specialmente riguardo alle persone, secondo le apparenze esteriori. Siamo così facilmente scossi e influenzati dalle apparenze delle cose. Però Dio guarda al cuore, che significa che Lui sa ogni cosa. Conosce ognuno di noi, sia fuori che dentro. I nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre intenzioni, i nostri desideri, le nostre motivazioni… il Signore li sa tutti. Dio guarda le cose in modo diverso, e chiede al Suo popolo di fare la stessa cosa.

Come dice Proverbi 31:30, “La grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana.” Quello che importa a Dio è la santità, la sottomissione, la purità, l’umiltà. Queste sono delle cose che non riusciamo a vedere al primo sguardo. Solo Dio può vedere il cuore, e solo Dio ci dà la possibilità di vedere la situazione dei nostri cuori. Questo significa dipendere da Lui, discernendo la Sua volontà attraverso la Parola di Dio e con la guida dello Spirito Santo, in preghiera, attraverso il passare del tempo essendo generosi ma senza affrettare i nostri giudizi. Fratelli e sorelle, mentre marciamo in avanti con la visione di Breccia 2030, abbiamo bisogno della saggezza e del discernimento di Dio mentre pensiamo al futuro, mentre nominiamo dei leader, mentre facciamo delle decisioni su come e quando andare avanti con la chiamata che Lui ci ha dato: di essere un popolo sacerdotale, regale e profetico a Roma. Dobbiamo guardare le cose come le guarda Dio perché le apparenze possono ingannare.

Per esempio, viviamo in una città piena di chiese bellissime che sono piacevoli all’occhio da fuori. Però sappiamo che le loro apparenze ci ingannano, perché quello che hanno da offrire dentro è senza valore. Dio ci ha chiamati a esporre il vuoto delle cose che sembrano promettenti all’occhio e attraenti ai nostri desideri naturali. Lo facciamo, non per cercare di competere con la bellezza esteriore, per accontentare gli occhi di chi sta alla ricerca, ma mantenendo quello che è importante al centro, nel cuore del Vangelo e aiutando le persone a vedere quello che importa veramente. La condizione dei loro cuori. A cosa guarda la regalità? Il cuore oltre le evidenze apparenti. E per assicurarsi che Samuele lo avesse capito, Dio fece passare davanti a Samuele altri 6 dei figli di Isai per dare prova al Suo punto. Samuele fu completamente dipendente su Dio per vedere la realità della regalità.

 

3.     Il potenziale oltre le capacità immediate

Questo porta al nostro ultimo punto. A cosa guarda la regalità? Guarda il futuro oltre i fallimenti passati. Guarda il cuore oltre le evidenze apparenti, e guarda il potenziale oltre le capacità immediate. Vi immaginate cosa potesse pensare Samuele a questo punto? Sapeva che Dio lo avesse chiamato ad ungere uno dei figli di Isai, ma poi Dio li aveva rinnegati tutti. Però Samuele non tornò a casa. Sapeva che Dio aveva detto che uno dei figli di Isai era stato scelto, e perciò disse “sono questi tutti i tuoi figli?”. “Resta ancora il più giovane, ma è al pascolo con le pecore”, disse Isai (11). In altre parole, disse “si, ma non penso che è quello che stai cercando”. Samuele disse di trovarlo, e che non avrebbero mangiato fino a quando sarebbe arrivato. Non riesco ad immaginare un motivo migliore per cui sbrigarsi. Davide arriva al banchetto. Viene descritto come un ragazzo bello e biondo con dei bei occhi. E appena entrò nella sala, Dio disse a Samuele, questo è il mio Re che mi sono scelto, alzati e ungilo. Quando l’ebbe fatto, da quel giorno lo Spirito del Signore investì Davide (13).

Ora, Davide non è stato scelto per il suo bell’aspetto. Ricordatevi che era giovane e non era neanche stato considerato da suo padre per essere presentato davanti a Samuele. Tutti gli altri figli che Isai presentò sembravano avere le capacità immediate per servire come il re di Dio. Agli occhi di suo padre, il piccolo pastore Davide non aveva le capacità immediate di servire come il re di Dio. Era piccolo, non abbastanza forte. Però Dio non guardò le capacità immediate, guardò il suo potenziale. Quando lo scelse, lo investì con lo Spirito del Signore che avrebbe permesso a Davide di crescere verso il tempo giusto per servire la causa di Dio.

Similmente come Breccia, popolo regale di Dio a Roma, siamo chiamati a guardare, non alle capacità immediate degli altri, (inclusi noi stessi), ma al loro potenziale. Questo è uno dei motivi per cui incoraggiamo ogni membro della chiesa a servire, dando la possibilità di predicare, organizzare e guidare studi, ecc. Perché abbiamo il potenziale di crescere nelle aree di servizio in cui Dio ci ha posto, anche se non ne abbiamo le capacità immediate oggi. Guardando alla capacità immediata, scegliere Davide sarebbe sembrato pazzo. Ma come è scritto nel 1 Cor. 1,26-29,

“Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.”

Quando vediamo le nostre piccole chiese con poche risorse, esistenti come una minoranza religiosa molto piccola, è facile pensare che non abbiamo le capacità immediate di raggiungere questa città per Cristo. Però Dio guarda il potenziale dei fedeli che Lui ha chiamato e riempito con il Suo Spirito, e che sono dedicati a crescere nel loro servizio a Lui. A cosa guarda la regalità? Al potenziale, non alle capacità immediate. Isai non vide le potenzialità enormi di Davide per diventare uno dei re più grandi d’Israele. Lo stava guardando con gli occhi degli uomini. Però a Samuele era permesso guardare attraverso gli occhi di Dio. Perciò, mentre cerchiamo di far avanzare il regno di Dio a Roma, con che occhi vedremo?

 

Conclusione

Questa storia è un collegamento centrale nei cambiamenti della storia di Dio per stabilire il Suo Re, come il collegamento fra il regno fallito di Saul, e l’innalzamento di Davide come il Re pastore. Questa storia guarda oltre i fallimenti passati e indica un altro Re Pastore che sarebbe poi venuto. Uno che sarebbe stato più grande di Davide. Nonostante le evidenze apparenti, questo Re che non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci (Is. 53:2), finì per essere il Re più grande di tutti i tempi, e per tutto il tempo. Il Suo cuore era il cuore più puro che abbia mai camminato su questa terra. Nonostante le Sue capacità immediate, entrando dentro a questo mondo come un piccolo neonato, crebbe come l’unico uomo perfetto che abbia camminato su questo pianeta. Come Davide, lo Spirito del Signore lo investì, rendendolo capace di eseguire il lavoro che Dio aveva preparato per Lui.

Questo Re Pastore è Gesù, il Figlio di Dio. Al contrario di Saul, ubbidì perfettamente a Dio e servì umilmente il Suo popolo. Come Samuele, ubbidì la Parola di Dio nonostante i rischi. Al contrario di Saul, che avrebbe preferito sacrificare le vite del proprio popolo per sopravvivere, Gesù sacrificò la propria vita, cosicché potesse fuggire alla punizione che si meritava per essersi ribellato a Dio, il Re Sovrano su ogni cosa. Al contrario di Samuele e di Isai, guardò sempre i cuori delle persone e mostrò compassione alle persone meno impressionanti.

Questi versetti sono il cardine della transizione verso il regno di Davide. Prego che possano servire anche come il cardine della nostra storia, per vedere altri e la nostra chiamata come li vede Dio, e di permettergli di regnare sui nostri cuori ancora più di prima. Forse avendo sentito la capacità di Dio di vedere il tuo cuore, le tue motivazioni, la tua peccaminosità, ti sei sentito in lutto. Rivolgiti a Gesù, pentiti e chiedigli di perdonarti, di darti un cuore nuovo, e fidarti di Lui soltanto per essere il tuo Re Salvatore. Forse Gesù è già il tuo Re, ma sei in lutto per dei fallimenti passati, tenendoti al dolore causato da qualcun altro, non guardando le promesse future di Dio. Prego che ti possa pentire e guardare al futuro con grandi speranze in un Re che guarisce i cuori spezzati e dà la speranza. Non deluderà il Suo popolo, e il Suo regnò non fallirà mai.

A cosa guarda la regalità? Il futuro oltre i fallimenti passati; il cuore oltre le evidenze apparenti; il potenziale oltre le capacità immediate.

-Clay Kannard