Regalità diffusa - 1 Samuele 14,24-52

 
 

Predicatore: Leonardo De Chirico

Quando parliamo di re abbiamo in mente una persona con la corona, che siede su un trono, che decide per gli altri e a cui tutti ubbidiscono. Da un lato c’è il re, uno, dall’altra ci sono i sudditi, tanti. Questa immagine di regalità è molto forte. Però non ci aiuta a pensare a come noi possiamo essere una comunità regale, cioè una chiesa che vive l’ordine di Dio in ogni ambito della vita.

Il nostro essere chiesa regale non è limitato a una persona (il pastore, il vescovo) o a un gruppo ristretto di persone (gli anziani, i diaconi). Al contrario, è una chiamata di tutta la chiesa cristiana a vivere in modo guarito e giusto e a farlo in rete. Questo episodio ci parla appunto di una regalità collettiva, di una regalità di popolo, e ci insegna ad esercitare insieme la nostra chiamata ad essere una comunità regale.

 

Se il responsabile sbaglia ..

La storia si apre con il re Saul che prende una decisione sbagliata. Siccome l’esercito nemico dei filistei sta fuggendo (non per merito suo), lui stabilisce che per tutto il giorno e fino a sera nessun soldato possa mangiare, ma si debba dedicare ad inseguire il nemico. Saul è stato passivo per tutto il capitolo precedente e non ha preso alcuna iniziativa per attaccare o difendere. Tutt’ad un tratto è preso dalla frenesia del comando: ordina di non mangiare e stabilisce la pena di morte per chi avesse violato l’ordine. Non chiede consiglio a nessuno e prende questa decisione strana da solo.

Per voler vincere tutto e in fretta, mette un peso gravoso e non necessario sul suo esercito. La fuga dei filistei è stata determinata dall’intervento diretto di Dio (14,21) e non da un’azione militare d’Israele. La battaglia è del Signore e Saul sin qui è stato semplicemente un osservatore. Ora, invece di continuare a seguire ciò che Dio sta facendo, vuole mostrare di essere lui il capo. Vuol battere un colpo, vuole riaffermare il fatto che lui è il re, il comandante. Quanto è rischioso per chi ha responsabilità agire semplicemente per mostrare i muscoli, senza consultarsi e prendendo decisioni rischiose per tutti.

La decisione di non mangiare sino a sera e punire con la morte chi avrebbe mangiato è sbagliata: impedisce agli uomini di nutrirsi mentre corrono e quindi hanno bisogno di energie, esclude la possibilità di fare un rifornimento veloce (come del resto fa Gionatan che trova del miele già bello e pronto da mangiare), fa arrivare l’esercito stremato, incoraggia il popolo a buttarsi sul bottino mangiando in fretta senza seguire le leggi previste per la macellazione delle carni. Militarmente è sbagliata, umanamente è sbagliata, spiritualmente è sbagliata.

Il re che avrebbe dovuto guidare con coraggio e saggezza il popolo prende una decisione scellerata. Quante volte, a causa di decisioni sbagliate, il popolo ha sofferto, ci sono state vittime, si sono avute perdite. Questo vale non solo per gli stati, ma anche per la chiesa. Quante volte i leaders della chiesa, i papi, i vescovi, i cardinali, i concili, le autorità ecclesiastiche , …hanno preso decisioni sbagliate. La loro regalità è stata usata male; per motivi sbagliati, con conseguenze negative.

Questo è un rischio in ogni responsabilità che si ha: quello di fare scelte sbagliate per gli altri: vivere male la regalità, abusare della regalità. Come Saul che stette nascosto, fermo e immobile per poi diventare improvvisamente decisionista e dittatore, così noi possiamo vivere una regalità malata: passiva per un tempo e poi frenetica; indifferente e poi interventista. Quanti danni facciamo quando reagiamo ad un impulso di rabbia, quando prendiamo decisioni frutto di arroganza, di superficialità, senza pensare alle conseguenze per gli altri. Questa non è leadership: è pessima leadership. Ogni responsabilità, ogni autorità, ogni potere corre il rischio di fare come Saul: agire in modo individualista e improvvisato.

L’unico che non agisce così è Dio. Dio stesso, il re di tutto, in realtà è una comunità di persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio uno e trino decide in comunione tra Padre Figlio e Spirito Santo; e decide con un patto di grazia, fatto di promesse, impegni, responsabilità, non sulla base di impulsi sconnessi ed improvvisati. La decisione di creare il mondo è stata presa così tra le persone della Trinità e dentro un patto di amore; la decisione di salvare il mondo è stata presa nella comunione dei tre e nell’unità del piano. Che Dio ci dia di imitarlo in come prendiamo le decisioni della nostra vita.

 

2. … tutti esercitano responsabilità

Cosa succede quando il re Saul sbaglia? Succede che il miglior soldato d’Israele incappa nella maledizione. Tra l’altro Gionatan per mangiare non deve neanche fermarsi e perdere tempo: il miele cola dagli alberi e può essere preso come fast food, correndo (v. 27). Succede che il miglior soldato sia anche il figlio di Saul. Doppia tragedia. Succede che alla fine della giornata il popolo si butta a capofitto sul bottino e mangia in modo disordinato e contrario alla volontà di Dio. Vedendo che la situazione gli è sfuggita di mano, Saul cerca di correre ai ripari edificando un altare in cui gli animali possano essere macellati secondo la legge di Mosè (vv. 33-34), ma rimane inamovibile di fronte alle conseguenze della sua maledizione, anche quando si rende conto che ad essere ucciso sarebbe stato suo figlio (v. 44)! 

Cosa succede a questo punto? Succede che il popolo si ribella e dice: No! Gionatan non può morire per una scemenza del re (v. 45). Il popolo batte un colpo. Non ha sfidato Saul sino a questo punto, ma visto che la cecità folle del re sta per compiere un delitto inutile e ingiusto, il popolo diventa il “re” della situazione. Il re in carica è in questo caso un pessimo re; il popolo, che dovrebbe ubbidire al re, prende le redini della situazione e inverte la decisione di Saul. Diventa un popolo regale o svolge un ruolo regale al posto del re costituito. 

I re sbagliano, i pastori sbagliano, gli insegnanti sbagliano, i giudici sbagliano, gli scienziati sbagliano, le mamme e i padri sbagliano. Per questo la Bibbia non ci invita mai ad essere passivi di fronte all’autorità, ma sempre vigili, svegli, critici in senso costruttivo.E’ importante rispettare i genitori, ma se sono violenti e mettono a repentaglio la vita dei figli, i figli devono prendere responsabilità. E’ importante rispettare le autorità della città, ma se vanno contro la legge di Dio è più importante ubbidire a Dio che agli uomini (Atti 5,29). E’ importante rispettare le autorità della chiesa, ma se queste sviano dall’evangelo, come per esempio nel XVI secolo, è giusto che qualcuno affissi 95 tesi a Wittenberg per dire di no e invocare una riforma.

Proprio Lutero e la Riforma hanno riscoperto questo: il sacerdozio universale dei credenti e la regalità universale dei credenti. Prima di Lutero, il compito regale e sacerdotale erano svolti da una classe di preti al cui capo c’era il papa. Il popolo era escluso. Ma la Bibbia insegna che tutti i membri del popolo di Dio sono sacerdoti e re. In questo caso, il popolo d’Israele svolse il compito regale al posto e contro il re costituito in quanto aveva agito in modo folle. Noi dobbiamo crescere come comunità regale: ognuno responsabile nella propria vita e attento a quella degli altri; ognuno guarito dai gravi scompensi del peccato e pronto ad aiutare gli altri. Insieme possiamo essere un avamposto del regno di Dio in cui praticare la regalità diffusa, servizievole, responsabile: come quella di Gesù Cristo.. 

A proposito di Gesù: chiudiamo con un pensiero sul v. 44. Qui Saul dopo aver preso una decisione folle vuole che suo figlio Gionatan paghi per essere stato colpevole. Pensiamo ad un altro Re: Dio Padre che, per una saggia e amorevole decisione, dona suo Figlio Gesù perché paghi non per una sua colpa, ma per la nostra colpa. Gionatan fu giustamente risparmiato dalla follia di suo padre. Gesù fu giustamente donato per l’amore del Padre verso i peccatori. Gionatan era innocente e giustamente non pagò. Gesù era innocente e giustamente pagò al nostro posto, per i nostri peccati. Gionatan fu un soldato valoroso e generoso. Gesù è stato il salvatore delle vite nostre e ha pagato per il nostri peccati. Questo è il nostro Dio, il nostro Re!