Regalità vincente - 1 Samuele 17,31-57
Predicatore: Leonardo De Chirico
Visto i che i musei sono chiusi da qualche mese, iniziamo con la visione di un dipinto di Caravaggio del 1610 che è esposto alla Galleria Borghese di Roma. Spero che la visione ci faccia tornare la voglia di visitare i musei romani quando riapriranno. Michelangelo ha scolpito il suo Davide prima che affrontasse Golia. Caravaggio ha dipinto Davide dopo che ha vinto Golia, dopo averlo colpito con la fionda e avendogli tagliato la testa.
Il duello tra Davide e Golia è stato un evento storico il cui significato è molto ampio. Davide contro Golia è lo scontro tra un rappresentante dell’esercito d’Israele e un campione dell’esercito filisteo, tra un giovane pastore con armi non convenzionali e un soldato gigante armato di tutto tondo, tra un credente nel Dio biblico e un miscredente che bestemmia Dio. Il contrasto è tra due modi di vivere regalità: una che si basa sulla forza umana, sull’arroganza umana, sulle armi umane e sullo spregio di Dio; l’altra che si basa sull’appartenenza a Dio, sulla fiducia nelle armi spirituali e sul coraggio per Dio. Nelle parole di Gesù, una è la via larga e spaziosa che però porta alla perdizione; l’altra è la via stretta ed angusta che conduce alla vita (Matteo 7,13-14).
Golia e Davide sono due modi diversi e contrapposti di vivere la regalità. Noi possiamo seguire Golia cercando difese e sicurezze umane che, per quanto apparentemente forti, saranno sempre sconfitte alla fine. Oppure seguire Davide: fidandoci di Dio e avanzando per fede in ogni passo, pronti a rischiare e confidando in Dio per il risultato. A Roma si è affermato il modello filisteo rappresentato da Golia: grandi chiese, grandi palazzi, potenti strutture fuori e dentro la religione, in cui cercare benessere e sicurezza. Noi vogliamo seguire Cristo e il modello qui incarnato da Davide.
In questo racconto del duello ci vengono insegnate tre cose che Dio fa nello spingerci ad assumere la responsabilità regale.
1. Dio ci forma in ogni tappa
Di fronte alla determinazione di Davide di andare a scontrarsi con Golia, Saul gli fa subito un’obiezione scontata: “Golia è un gigante, tu sei un ragazzo” (v. 33). Parti sconfitto in partenza, non ci sarà storia!
“Aspetta, aspetta” gli dice Davide. E qui con la tecnica del flashback ricorda come lui, pur non avendo un curriculum paragonabile a quello di Golia, è stato formato alla scuola di Dio e ha passato gli esami della formazione divina. Come pastore di pecore ha dovuto esercitare un ruolo regale: sorvegliare il gregge, prendersene cura, difenderlo, combattere contro animali feroci (orsi e leoni), rischiare la vita, esporsi pur essendo vulnerabile (vv. 34-37). Davide non ha fatto l’accademia militare filistea, ma ha fatto la scuola di regalità di Dio. Dio lo ha preparato per lo scontro. Ogni esperienza fatta in precedenza, anche quelle più difficili, è stato un esame, un compito in classe, un esercizio che Dio ha usato per formarlo. Ora, anche grazie a questa scuola di formazione, Davide si sente spinto a osare, non ha paura di fare un passo in più.
Noi non diventiamo una chiesa regale dall’oggi al domani. Noi non diventiamo credenti che prendono responsabilità dalla notte al giorno. Dio ci forma, ci fa passare attraverso prove, ci accompagna in esperienze difficili, ci plasma attraverso le difficoltà, ci fa irrobustire nel sostenere tensioni e problemi. Dio ha un suo programma pedagogico individuale, famigliare ed ecclesiale attraverso il quale ci fa crescere per fare un passo ulteriore. Anche attraverso la pandemia che viviamo, con tutte le difficoltà personali ed economiche connesse, Dio ci sta modellando nella sua scuola. Ogni prova è un leoncello con cui dobbiamo confrontarci per crescere. Ogni difficoltà permessa da Dio è un orsacchiotto con cui dobbiamo misurarci per acquisire esperienza. Dio non butta via niente della nostra vita, anche i momenti più duri. Lui ricicla tutto per formarci in vista di creare donne e uomini maturi nella fede appartenenti ad una comunità regale solida. Siamo malleabili alla sua scuola?
2. Dio ci potenzia in modo adeguato
La prima obiezione di Saul è superata. Il curriculum di Davide ha avuto un percorso diverso da quello di Golia. Tuttavia Saul non ha ancora cambiato modo di pensare e, infatti, la sua azione successiva è quella di voler armare Davide in un modo simile a quello di Golia. Accetta che le scuole siano state diverse, ma pensa che il duello possa essere affrontato solo secondo i criteri della scuola di Golia. Per questo riveste Davide della sua armatura: elmo, corazza e spada (vv. 38-39). Queste armi sono le stesse di quelle di Golia, solo più piccole. Riproducono in piccolo l’attrezzatura di Golia. Davide prova a muoversi e a camminare, ma non ce la fa (v. 39). Invece di essere un aiuto e una risorsa, sono un impedimento. Non gli servono. Per questo si affida ad armi che ha usato alla scuola di formazione divina: il suo bastone, la fionda e delle pietre (v. 40).
Cosa ci dice tutto questo? Ci dice che le battaglie spirituali si affrontano primariamente con le armi spirituali. Quando la chiesa vuole scimmiottare il mondo, imitarne i valori, scopiazzare i metodi, riprodurne la capacità attrattiva, è come se volesse combattere la battaglia con le armi del nemico. Se così accade si condanna alla sconfitta. Volendo imitare il mondo (i suoi criteri, le sue ideologie), la chiesa viene sconfitta dal mondo.
La nostra battaglia è spirituale e si combatte con le armi cristiane: la fede nell’Iddio uno e trino, il fondamento della Parola di Dio, la speranza della vita eterna, la disciplina della preghiera, la comunione con la chiesa. Queste armi spirituali sono sufficienti per svolgere un compito regale degno di Dio e utile per la città di Roma. Se non abbiamo dimestichezza con queste armi divine, quelle del mondo non serviranno a niente. Davide non voleva duplicare un Golia in versione ridotta, ma affidarsi a Dio e alle sue risorse. Era stato alla scuola di Dio e voleva usare le risorse di Dio. Siamo allenati nell’uso delle discipline spirituali e pronti sempre ad usarle? Non dobbiamo pateticamente provare a imitare Golia, ma a fidarci di Cristo. Le sue sono le armi veramente decisive! Non vedremo una “breccia” dell’evangelo a Roma senza preghiera, evangelizzazione, comunione, resilienza, vicinanza a Dio e gli uni agli altri
3. Dio vince alla fine
Siamo arrivati al momento culminante. Dopo aver superato la prima obiezione di Saul ed essersi preparato con le armi adeguate, Davide è pronto ad affrontare Golia. In realtà, il duello più che essere fisico, muscolare, militare, è spirituale. Appena vede Davide, Golia inveisce contro di lui (vv. 43-44). Davide capisce che lo scontro non è personale, ma spirituale. Davide agisce nel nome di Dio, per salvaguardare l’onore di Dio e affinché tutto il mondo sappia e riconosca che Dio è Dio (vv. 46-47). Davide non ha altre motivazioni che non siano teo-centriche (cioè l’onore di Dio) e missiologiche (affinché il mondo creda).
In pratica il duello dura pochissimo. Al primo colpo, Golia viene colpito e cade, morto e stecchito. Sembrava invincibile, invece aveva un solo punto scoperto e proprio in quel punto il colpo di Davide riesce a conficcarsi. I “golia” della nostra vita sembrano grandi e grossi, ma sono vulnerabili e prima o poi cadranno. Dio li può battere. Davide corre dove Golia è crollato e gli taglia la testa (v. 51). C’è stata una lunga preparazione, ma alla fine la battaglia è finita subito. Davide ha vinto; anzi Dio ha vinto su Golia.
Questo scontro anticipa e raffigura il duello centrale e decisivo della storia: quello tra il vero Re, il Signore Gesù Cristo, e il principe di questo mondo, il diavolo. E’ stato preparato per lungo tempo (dal peccato di Adamo ed Eva in poi) e ha raggiunto il suo scontro finale con la venuta di Gesù. E’ stato uno scontro durissimo, ma Gesù lo ha vinto in soli tre giorni, morendo e risorgendo dai morti, in segno di vittoria piena ed irreversibile.
Dio vinse contro Golia per Davide; in Cristo, Dio ha vinto contro satana per noi. Non abbiamo paura dei “golia” che provano a fermare il piano di Dio: stiamo alla scuola di Dio, usiamo le risorse di Dio e sperimentiamo la vittoria di Dio per la sua gloria!