‘Andrà tutto bene’, quante volte, in questi giorni di emergenza sanitaria abbiamo ascoltato questo slogan? Dopo la tempesta arriverà l’arcobaleno e finalmente ‘andrà tutto bene’. È questo il significato di questo disegno che ormai vediamo tutti i giorni fuori dalle nostre finestre o nei programmi televisivi. Siamo circondati da un nemico, un coronavirus rapido e resistente, e ad oggi non abbiamo i mezzi per sconfiggerlo, non abbiamo le forze per attaccarlo, possiamo solo attendere che passi, chiusi nelle nostre case e sperare che lo faccia in fretta facendo meno danni possibili.
Mentre con attenzione seguiamo le direttive del nostro governo stando nelle nostre case, ricordiamo a noi stessi che, come Israele, come Saul e come Gionatan, anche noi siamo coinvolti in una battaglia Spirituale. Come lo era Israele, anche la chiesa oggi è continuamente sotto l’attacco del peccato e del tentatore. Come un virus infettante il peccato cerca di rinchiuderci nelle nostre case o sotto un albero di melagrane come Re falliti a dirci “andrà tutto bene”. Ma questo ricco capitolo 14 di 1 Samuele ci insegna 3 lezioni sulla nostra chiamata regale. Possiamo essere: Re coraggiosi, anche con poche risorse, Re avanzanti, anche nei terreni impervi, Re vittoriosi, anche nell’impossibile.
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